mercoledì 18 agosto 2010
Maya
Lei, Maya, vittima della separazione. Si sono separati, l'hanno lasciata in mezzo alla strada, (L'altro cane, un corso, è venuto a prenderselo la polizia per fortuna..). Lui il proprietario è andato addiritturra in Cina, ma prima mi ha firmato una liberatoria con cui me la lasciava.
La mossa da suricato la fa da sola, non gkli è stata insegnata da nessuno. E' b u o n i s s i ma.
Pasquale
Giulietta
Ho comprato una scatola per mettere delle vecchie fotografie, lei l'ha intercettata e da allora ci vive dentro, la scatola sta sulla cassapanca e dentro la scatola c'è la Giulietta. Ha 5 anni, una mattina di settembre mio figlio aprendo il garage mi disse che si era infilato dentro un gattino, così la prendemmo con noi. E' una vera regina, altera e dispensatrice di coccole solo se vuole lei. Da baci!
lunedì 20 luglio 2009
Nell'Iran di oggi!!!!!!!!
Burne Jones
Iran, tutte stuprate in carcere le ragazze condannate a morte
Un membro della milizia iraniana dei Basiji, in un'intervista al Jerusalem Post, ha raccontato di aver «sposato» la notte prima delle esecuzioni giovani donne condannate a morte per aggirare il divieto islamico di portare al patibolo una vergine. La guardia ha anche detto che molte delle brutalità contro i manifestanti a Teheran sono state fatte da reclute di 14-15 anni venute da villaggi dell'interno. Il Basiji è stato punito dai suoi superiori con un periodo di detenzione, per il «crimine» di aver permesso a due giovanissimi manifestanti di 13 e 15 anni di sfuggire all'arresto durante una delle manifestazioni. L'«onore» di sposare le ragazze condannate è considerato un premio per le guardie. «La notte prima dell'esecuzione - ha spiegato - si tiene un matrimonio: la giovane donna è costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti è vittima di stupro. La maggior parte delle ragazze avevano più paura della loro “notte matrimoniale” che dell'esecuzione. Poiché facevano resistenza, dovevamo mettere un sonnifero nel loro cibo. La mattina dopo avevano uno sguardo vuoto, come se fossero pronte o volessero morire. Piangevano e gridavano. Non scorderò mai una giovane che dopo si era graffiata il volto e il collo con le sue unghia. Era piena di graffi profondi».
19 luglio 2009 L'Unità
Iran, tutte stuprate in carcere le ragazze condannate a morte
Un membro della milizia iraniana dei Basiji, in un'intervista al Jerusalem Post, ha raccontato di aver «sposato» la notte prima delle esecuzioni giovani donne condannate a morte per aggirare il divieto islamico di portare al patibolo una vergine. La guardia ha anche detto che molte delle brutalità contro i manifestanti a Teheran sono state fatte da reclute di 14-15 anni venute da villaggi dell'interno. Il Basiji è stato punito dai suoi superiori con un periodo di detenzione, per il «crimine» di aver permesso a due giovanissimi manifestanti di 13 e 15 anni di sfuggire all'arresto durante una delle manifestazioni. L'«onore» di sposare le ragazze condannate è considerato un premio per le guardie. «La notte prima dell'esecuzione - ha spiegato - si tiene un matrimonio: la giovane donna è costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti è vittima di stupro. La maggior parte delle ragazze avevano più paura della loro “notte matrimoniale” che dell'esecuzione. Poiché facevano resistenza, dovevamo mettere un sonnifero nel loro cibo. La mattina dopo avevano uno sguardo vuoto, come se fossero pronte o volessero morire. Piangevano e gridavano. Non scorderò mai una giovane che dopo si era graffiata il volto e il collo con le sue unghia. Era piena di graffi profondi».
19 luglio 2009 L'Unità
lunedì 1 giugno 2009
Veronica
Leighton
e l'antico vizio di chiudere le donne in Casa
Un uomo che si rifà una vita è meritevole, mentre se lo fa una donna viene marcata come malafemmina
Notizia bomba. Titolo grande in prima pagina. Scoop. Veronica Lario, 52 anni, da una decina se non di più separata di fatto dal marito, figli adulti, un nipote e un altro in arrivo, nessun incarico politico né istituzionale, ha (così scrivono) un compagno.Finalmente la si può inchiodare alle sue responsabilità, finalmente tutta l’Italia saprà di che stoffa è fatta la donna, rea del resto, da almeno due anni, di comportamenti assai sospetti. Inutile scrivere la parola che la definisce, perché, tanto, tutti la sanno.Un giornale — lo stesso che l’indomani della sua dichiarazione di voler chiedere il divorzio ne ha pubblicato le foto in topless — è andato a fondo della torbida vicenda scoprendo anche l’identità dell’individuo in questione: il quarantasettenne capo delle guardie del corpo di Veronica, che ha l’aggravante, dunque, di essere, oltre che amante, anche di cinque anni più giovane di lei.Dove viviamo e in quali anni? In un tempo e in un Paese, evidentemente, nei quali la moglie di un grande uomo, quando il matrimonio nella sostanza è finito da un pezzo, è comunque condannata a non divorziare e a starsene sola per sempre nel perenne ricordo di lui, a non guardare mai più altra persona con desiderio, a tornare vergine possibilmente, a occuparsi, per quel che riguarda gli affetti, soltanto di figli e nipoti e, se ci sono, degli anziani genitori. Non basta che viva nascosta, non basta che sia discretissima, non deve e non può innamorarsi o anche solo appoggiarsi di nuovo a qualcuno.Siamo, dunque, ancora nell’orribile gioco dell’oca che continua a rimandarci alla partenza, per cui un uomo che si rifà una vita è una figura evidentemente meritevole di amore, mentre se la stessa cosa vuole fare una donna automaticamente viene marcata come malafemmina?Sarà Veronica la prima donna italiana che vuole divorziare da un uomo, non solo perché non va più d’accordo con lui, non solo perché non condivide e non sopporta i suoi comportamenti pubblici e privati, ma anche perché (forse) ne ha trovato un altro, forse meno famoso del primo, però, magari, per qualche ragione che non sappiamo, a lei più congeniale?Dall’arcigna severità con cui viene additata al pubblico ludibrio si direbbe di sì.
Isabella Bossi Fedrigotti 01 giugno 2009 Corriere della sera
e l'antico vizio di chiudere le donne in Casa
Un uomo che si rifà una vita è meritevole, mentre se lo fa una donna viene marcata come malafemmina
Notizia bomba. Titolo grande in prima pagina. Scoop. Veronica Lario, 52 anni, da una decina se non di più separata di fatto dal marito, figli adulti, un nipote e un altro in arrivo, nessun incarico politico né istituzionale, ha (così scrivono) un compagno.Finalmente la si può inchiodare alle sue responsabilità, finalmente tutta l’Italia saprà di che stoffa è fatta la donna, rea del resto, da almeno due anni, di comportamenti assai sospetti. Inutile scrivere la parola che la definisce, perché, tanto, tutti la sanno.Un giornale — lo stesso che l’indomani della sua dichiarazione di voler chiedere il divorzio ne ha pubblicato le foto in topless — è andato a fondo della torbida vicenda scoprendo anche l’identità dell’individuo in questione: il quarantasettenne capo delle guardie del corpo di Veronica, che ha l’aggravante, dunque, di essere, oltre che amante, anche di cinque anni più giovane di lei.Dove viviamo e in quali anni? In un tempo e in un Paese, evidentemente, nei quali la moglie di un grande uomo, quando il matrimonio nella sostanza è finito da un pezzo, è comunque condannata a non divorziare e a starsene sola per sempre nel perenne ricordo di lui, a non guardare mai più altra persona con desiderio, a tornare vergine possibilmente, a occuparsi, per quel che riguarda gli affetti, soltanto di figli e nipoti e, se ci sono, degli anziani genitori. Non basta che viva nascosta, non basta che sia discretissima, non deve e non può innamorarsi o anche solo appoggiarsi di nuovo a qualcuno.Siamo, dunque, ancora nell’orribile gioco dell’oca che continua a rimandarci alla partenza, per cui un uomo che si rifà una vita è una figura evidentemente meritevole di amore, mentre se la stessa cosa vuole fare una donna automaticamente viene marcata come malafemmina?Sarà Veronica la prima donna italiana che vuole divorziare da un uomo, non solo perché non va più d’accordo con lui, non solo perché non condivide e non sopporta i suoi comportamenti pubblici e privati, ma anche perché (forse) ne ha trovato un altro, forse meno famoso del primo, però, magari, per qualche ragione che non sappiamo, a lei più congeniale?Dall’arcigna severità con cui viene additata al pubblico ludibrio si direbbe di sì.
Isabella Bossi Fedrigotti 01 giugno 2009 Corriere della sera
sabato 30 maggio 2009
Giornalista russa chiede asilo politico in Finlandia
Due settimane fa è stata condannata per diffusione di notizie false
Elena Maglevannaia ha denunciato le torture sui detenuti nelle carceri in Cecenia
MOSCA - Come ai tempi dell'Unione sovietica. La giornalista russa Elena Maglevannaia ha chiesto asilo politico alla Finlandia dopo aver partecipato a una conferenza a Helsinki. Lo ha riferito all'emittente radiofonica Eco di Mosca Sergei Kniazkin, responsabile del Comitato per la difesa dei diritti umani nella repubblica autonoma del Tatarstan. La giornalista, che è anche attivista per la difesa dei diritti umani e in recenti articoli aveva denunciato le torture sui detenuti nelle carceri in Cecenia, lo scorso 14 maggio è stata condannata da un tribunale di Volgograd a pagare una multa di 200 mila rubli (poco più di 4.600 euro) per «diffusione di notizie false che hanno leso l'onore dell'amministrazione penitenziaria russa». Corriere della Sera
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