mercoledì 12 marzo 2008

Santa Genoveffa

E.B.LeightonGeneviève (in italiano Genoveffa) (Nanterre, 422 ca. - Parigi, 3 gennaio 512), è venerata dalla Chiesa cattolica come santa e patrona della città di Parigi e della polizia. Geneviève nacque in una famiglia di nobiltà gallo-romana, figlia di un magistrato di Nanterre, che è a 6 km da Parigi, ma allora era un villaggio separato da Lutetia. Dice la sua leggenda che, ancora bambina, ebbe la ventura di incontrare san Germano d'Auxerre che andava con san Lupo di Troyes in Gran Bretagna a cristianizzare quei popoli (doveva avere meno di 8 anni, giacché san Germano morì nel 430), e che da questo incontro nacque la sua vocazione. Così forte e illuminante fu la chiamata che verso i 16 anni, nell'età in cui le sue coetanee venivano date in moglie a uomini che è facile immaginare poco sentimentali e ancor meno raffinati, e frequentemente morivano assai giovani di parto o restavano presto vedove, Geneviève scelse di restare vergine e di darsi a vita ascetica (mantenendo in questo modo lo status e la libertà che la sua nascita le consentiva e riservandosi ad una vita assai lunga e che i devoti considerano santa). La leggenda non lo dice, ma si può immaginare che anche l'intelligenza e la forza di carattere che ebbe occasione di mettere in evidenza più avanti, abbiano spinto l'adolescente Geneviève a preferire la libertà dell'ascesi alla soggezione del matrimonio. Sta di fatto che la vergine Geneviève rimase padrona in casa propria e mantenne, benché donna e probabilmente proprio in grazia della verginità difesa ed ostentata, il diritto di assumere le responsabilità pubbliche che erano tradizionali nella sua famiglia. In questa veste, prima fece erigere la prima chiesa sul sepolcro di san Dionigi, il vescovo protomartire di Parigi. Poi, nel 451, convinse i parigini a non abbandonare la città agli Unni di Attila, che a forza di preghiere (e forse anche grazie alle mura di cui la città si era già dotata) ne fu in effetti allontanato senza danni. Intanto si era ritirata in un romitorio in collina (quella che ancora oggi si chiama la Montagne Sainte Geneviève), nel Quartiere latino. Là riceveva e rafforzava nella fede i suoi discepoli, tra i quali il più noto e importante non fu un mercante della Senna, ma Clodoveo I, primo re dei franchi convertito al cattolicesimo, probabilmente sotto l'influenza della sua regina Clotilde. Nel suo eremo Geneviève morì nel 502 a quasi 90 anni (il 3 gennaio, data che fu poi dedicata alla sua festa), e là fu sepolta. Sulla sua tomba il re fece costruire la prima chiesa, dedicata ai santi Pietro e Paolo, dove fu seppellito lui stesso e molto più tardi anche la sua regina. Nel 520 la chiesa fu dedicata a Geneviève (Sainte Geneviève-du-Mont). Sul sito nacque un monastero, affidato ai Benedettini, ripetutamente saccheggiato dai normanni tra il IX e il X secolo, e infine assegnato agli Agostiniani, che lo tennero fino alla Rivoluzione e vi istituirono la Biblioteca (il cui primo catalogo noto, risalente al XIII secolo, elenca 226 volumi). Nello studium sulla Montagne Sainte Geneviève insegnò anche Pietro Abelardo. L'antica abbazia è attualmente il prestigiosissimo Lycée Henri IV, tempio dell'élite transalpina. Nei pressi del monastero fu costruita nel 1492 la chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, ripetutamente modificata, dove infine vennero ricollocate le reliquie di Geneviève che erano state disperse durante la Rivoluzione. Nella stessa chiesa riposano anche Blaise Pascal, René Descartes, Racine. Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Genoveffa

Nessun commento: