giovedì 6 marzo 2008

Carla Lonzi

Antonietta Raphael Mafai/ragazzaCarla Lonzi (Firenze, 6 marzo 1931Milano, 2 agosto 1982) è stata una scrittrice e critica d'arte italiana, la prima femminista dell’autocoscienza e della differenza sessuale, fondatrice delle edizioni di Rivolta femminile nei primi anni settanta. Carla Lonzi nasce a Firenze il 6 marzo 1931 da una famiglia della media borghesia fiorentina, proprietaria di una piccola azienda industriale a conduzione familiare. Adolescente, una infantile gelosia le crea un profondo disagio comportamentale, dovuto alla sensazione di essere stata soppiantata, nell'affetto dei genitori, dalla nascita dei fratellini. Decide per sua espressa volontà di rimanere per tre anni, dal 1940 al 1943, nel Collegio di Badia a Rìpoli, dove si era sentita felice durante la villeggiatura estiva del 1940. Alla fine del 1943 fino agli inizi del 1950, torna a vivere in famiglia a Radda nel Chianti dove i genitori si erano riparati durante il tempo di guerra per sfuggire ai frequenti bombardamenti di Firenze. Dopo aver frequentato il liceo classico Michelangelo, la Lonzi s’iscrive alla facoltà di lettere dell' Università di Firenze. Nonostante i rapporti con il padre e la famiglia fossero già tesi, durante il periodo universitario si aggravano ulteriormente, ma non incidono che minimamente sulla sua volontà , sia di acquisire la laurea con lode (con una tesi molto appezzata da Roberto Longhi, dal titolo "I rapporti tra la scena e le arti figurative dalla fine dell'ottocento"), sia di rendersi autonoma e farsi strada con le sue sole forze nel mondo del lavoro; segni caratteriali prodromi, prima nel 1954 la sua iscrizione al partito comunista italiano in seguito - agli inizi degli anni 70 - l’impegno nel nascente movimento femminista. Per un breve periodo la Lonzi lavora a Roma come segretaria presso l'accademia di danza della Russkaja, conosce Mario Lena e nel dicembre del 1957 inizia una convivenza, regolarizzata l'anno dopo con il matrimonio e la nascita del figlio Battista. Il matrimonio come istituzione cozza contro la sua voglia di libertà senza condizionamenti e dopo poco tempo si separa dal marito. Per circa dieci anni continua a svolgere un’attività di critica d’arte, sia presso la galleria d’arte Notizie di Torino, sia in riviste come Marcatrè. Nel 1969 pubblica un libro di interviste intitolato Autoritratto e conosce lo scultore Pietro Consagra con il quale va a convivere a Milano nel 1970. Sono gli anni della contestazione, della ribellione e del rifiuto per quella società che vede la donna ancora sottomessa al modello maschile. La Lonzi si avvicina al femminismo, fonda il gruppo Rivolta Femminile e una piccola casa editrice ad esso collegato, scrive e pubblica due libri (Sputiamo su Hegel del 1970 e La donna clitoridea e la donna vaginale del 1971) ed ha un ruolo fondamentale nell'elaborazione del Manifesto di Rivolta femminile. Il Manifesto di Rivolta femminile del 1970 è l'atto costitutivo del gruppo, contiene in nuce tutti gli argomenti d'analisi che il femminismo avrebbe fatto propri: l'attestazione e l'orgoglio della differenza contro la rivendicazione dell' uguaglianza, il rifiuto della complementarietà delle donne in qualsiasi ambito della vita, la critica verso l'istituto del matrimonio, il riconoscimento del lavoro delle donne come lavoro produttivo e non ultimo la centralità del corpo e la rivendicazione di una sessualità autonoma svincolata dalle richieste maschili. Carla Lonzi e il gruppo da lei fondato rappresentarono un'avanguardia perché furono in grado di anticipare con largo margine i punti focali che sarebbero poi appartenuti all'intero movimento femminista, riuscendo ad intuire sin dal principio l'imprescindibilità di alcune pratiche quali il separatismo e l'autocoscienza. Rappresentarono anche un'esperienza assolutamente originale perché a loro appartennero alcuni caratteri che le contraddistinsero come l'utilizzo costante e l'importanza attribuita alla scrittura - con l'inaugurazione di una branca inedita di scrittura, che si può definire autocoscenziale - e la conseguente pubblicazione di numerosi testi attraverso la fondazione di una propria casa editrice. Originale anche il prendere posizione sulla questione dell'aborto né a favore della liberalizzazione né della legalizzazione, spinte dalla volontà di spostare l'asse della questione al suo centro e interrogarsi sul "se la sessualità femminile abbia una sua espressione autentica nelle forme che poi portano a restare incinta" e il timore che schierarsi a favore dell'aborto potesse legittimare forme di sessualità che conducessero alla colonizzazione delle donne. Originale ed audace anche la loro rottura con il marxismo letto da loro come analisi parziale ed incompleta perché sviluppatasi senza tener conto di più della metà del genere umano nella sua specificità. La rivendicazione della propria esistenza come frutto esclusivo della propria forza e di una propria esigenza e non come risultato o come appendice del movimento studentesco fu un punto sul quale non vollero mai transigere. La coincidenza fra la teoria e la pratica appartenne alla Lonzi ed a Rivolta che attraverso l'esercizio ininterrotto dell'autocoscienza non corsero mai il rischio di perdersi in sterili elucubrazioni che non avessero un riscontro in un reale fortemente radicato nei vissuti delle donne. Fortemente anti-ideologica espresse in numerosi contesti il timore che le sue riflessioni potessero essere trasformate in decaloghi del femminismo ed in capisaldi ideologici. Quel rischio venne comunque sfatato grazie alla chiarezza della sua espressione, risultato di un'aderenza formidabile fra pensiero e parola e grazie ad una scrittura che rendeva in maniera immediata ed inequivocabile la sua elaborazione e che non poteva non percepirsi e nominarsi come scrittura autocoscenziale. A Rivolta Femminile e nello specifico a Carla Lonzi va attribuita con onestà storica la primogenitura nella scoperta e nell'attuazione dei nodi cruciali dell'intera elaborazione femminista nel panorama italiano.http://it.wikipedia.org/wiki/Carla_Lonzi

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