giovedì 12 ottobre 2006

Never forget: EDITH CAVELL

Amedeo Modigliani


Poco conosciuta da noi, Edith Cavell è considerata in Inghilterra un’eroina nazionale :“ Nurse Cavell”. Fucilata dai tedeschi come spia durante la prima guerra mondiale, dovette questa fine tragica al senso del dovere che le aveva imposto di aiutare, a rischio della vita, le persone in difficoltà
Di Edith, una donna di aspetto grazioso ma severo, semplice nel vestire fino all’austerità, si dice che abbia sorriso poche volte nella vita. Nacque nel 1865 a Swarderton, nel Norfolk, prima dei quattro figli di un severo vicario che seppe trasmetterle un grande rigore morale : dalla dolce madre prese invece lo slancio verso gli altri. Molto giovane si impiegò come istitutrice presso una buona famiglia di Bruxelles, i François, facendosi amare dai piccoli allievi, nonostante la severità, per il senso di giustizia e l’equilibrio che dimostrava. Nel 1895 Edith tornò in patria per curare il padre ammalato e questa dedizione le mostrò la sua strada: morto il genitore, si iscrisse a una scuola per infermiere con ottimi risultati . Nel 1907, a Bruxelles, un medico di idee moderne, il dottor Depage, stanco dell’assistenza poco professionale prestata negli ospedali dalle suore, fondò una scuola per infermiere specializzate . Una delle ex allieve François gli propose Edith come direttice. Così la Cavell tornò in Belgio: la sua direzione fu un grande successo ma anche il compimento del suo destino.
Venne infatti la guerra e il Belgio fu invaso dai tedeschi. In quella situazione di caos parecchi erano i militari inglesi che, separati dalle loro unità, si ritrovavano sbandati e fuggiaschi, magari anche feriti. Nurse Cavell cominciò con il dare asilo e cure a due di loro…e in breve la sua Scuola, che i tedeschi avevano trasformato in ospedale, divenne un centro di smistamento che curò , salvò e fece espatriare al sicuro tantissimi soldati non soltanto inglesi . Ma una simile attività cominciava a dare nell’occhio. Tramite agenti provocatori, i tedeschi ottennero le prove dell’attività clandestina di Edith e, nell’agosto 1915, la arrestarono con gran parte dei membri della sua rete. Meno di due mesi dopo ( 12 ottobre) la fucilarono nonostante la grande mobilitazione internazionale a favore della grazia. Ma Edith fece del bene anche morendo: lo sdegno dell’opinione pubblica per la sua esecuzione fu tale che il comando germanico del Belgio non ebbe il coraggio di fucilare più nessuno di quelli che erano stati arrestati con lei, ed erano tanti.
Nurse Cavell fu eroica anche in morte. Le sue ultime parole furono nobilissime: “ Al cospetto di Dio e dell’eternità, ho capito che il patriottismo non è abbastanza. Non devo nutrire odio o amarezza contro nessuno”. (Maria Santini)

da www.simonel.com

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