sabato 17 marzo 2007

San Patrizio



























Patrizio, al secolo Maewyin Succat (Old Kilpatrick in Dumbarton (Scozia) 387Saul (co. Down, Irlanda del Nord), 17 marzo 493) è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Maewyin Succat, che più tardi si imporrà il nome cristiano di
Patrizio, era figlio di Calphurnius e Conchessa, i quali erano appartenenti ad una famiglia nobile romana. Patrizio è venerato come apostolo, nonché santo patrono, dell’Irlanda e viene festeggiato da tutta la comunità cattolica irlandese nel mondo il 17 marzo, data della sua morte.
Rapito in gioventù da pirati irlandesi, fu venduto come schiavo al re del North Dal Riada, nell’odierna Irlanda del Nord. Qui imparò la lingua gaelica e la religione celtica. Nell’opera da lui scritta, Confessioni, egli racconta la sua vita da schiavo in terra d’Irlanda
«Dopo essere giunto in Irlanda, tutti i giorni custodivo le mandrie e spesso pregavo, nella giornata. Sempre più cresceva in me l’amore di Dio, e anche il timore del Suo Nome. La mia fede aumentava… Nelle foreste, sulle montagne, mi svegliavo prima dell’alba per pregare, sotto la neve, col gelo e la pioggia. Non badavo alle fatiche. Nessuna pigrizia mi incatenava, se oggi giudico bene»
Dal suo racconto traspare un tempra di una tenacia incrollabile.
Verso l’età di venti anni, spinto a tornare in patria, fugge dal suo padrone e percorrendo duecento miglia in territorio completamente sconosciuto, raggiunge la costa e trova un passaggio su di un battello. Raggiunta la Scozia, si ritrova in un territorio completamente brullo e abbandonato, per giorni gira, assieme all’equipaggio che lo ha trasportato in patria, in cerca di segni di vita e di cibo. Dopo un lungo periodo e quasi allo stremo delle forze per mancanza di cibo, si sente sobillato dai compagni, dal suo racconto
«Che cosa pretendi, cristiano? Che il tuo Dio sia grande e potente? Allora perché non preghi per noi che stiamo morendo di fame? Ormai non abbiamo più molte probabilità di vedere esseri umani. Convertitevi (disse il Santo) con tutto il vostro cuore al Signore Dio nostro, poiché nulla gli è impossibile; e oggi stesso vi può inviare viveri al punto di saziarvi; poiché ovunque ne ha in abbondanza»
Trovarono una mandria di maiali, che vennero presi e mangiati a sazietà. Questo sortì l’effetto di una conversione dei compagni di avventura. In seguito, racconta Patrizio, venne di nuovo fatto prigioniero e trattenuto presso un padrone per due mesi. Dopo questa parentesi riesce a raggiungere i genitori in Scozia, a 21 anni. In questo periodo fece un sogno nel quale
«Vidi venire da me, dall’Irlanda, un uomo chiamato Vittorizio. Mi portava una quantità innumerevole di lettere, e in cima a una di esse lessi le parole: Voci dagli irlandesi. Ti preghiamo, santo giovane, di venire e di vivere ancora in mezzo a noi»
Patrizio si destò e non poté più leggere oltre.
Oramai convinto nella sua decisione di dedicarsi totalmente a Dio, a ventiquattro anni abbandona la famiglia e raggiunge la
Gallia. Resterà in questa regione tra il 415 e al 432 probabilmente presso i principali monasteri del tempo, Marmoutier presso Tours e Lérins nel Mediterraneo, ma di sicuro trascorre molto tempo nella città di Auxerre nella Borgogna, a quei tempi principale centro di studi cristiani, sotto la vigorosa conduzione di due vescovi, Anatore e Germano. Alla fine di questo soggiorno venne nominato vescovo forse da papa Celestino I. Vescovo itinerante appunto per assolvere al meglio la missione che si era data, evangelizzare l’Irlanda.
Nel
432 sbarca di nuovo in Irlanda dove inizia una intensa attività di apostolato, la sua conoscenza della lingua e delle tradizione di quel popolo gli sono di grande aiuto. Il popolo dei cattolici irlandesi, molto legato alle sue tradizioni e con un profondo senso del sacro, con una potente e rispettata casta di sacerdoti chiamati druidi, accolse in modo entusiastico il messaggio di Patrizio: nella storia dell’evangelizzazione questo popolo è quasi un unicum, essendo probabilmente l’unico che si sia convertito senza spargimento di sangue. Sicuramente ci saranno stati forti contrasti e forti dispute, ma queste si sono risolte senza lasciare sangue per strada. Grande forza di convinzione di Patrizio, ma sicuramente anche una grande capacità di recepire e di cambiare, da parte di quella cultura che fino ad allora aveva rifiutato la scrittura e che si basava su tre pilastri: i Druidi, la nobiltà ed i Poeti. Ebbene quella cultura, che fino ad allora aveva rifiutato la scrittura, ci ha lasciato il più antico manoscritto della Bibbia chiamato Cathach o Salterio di san Colombano.
Egli percorre tutta l’isola da Ulster a Connaught, Meath, Munster e nella contea di Limerck, scrive
«attraverso il mio ministero il Signore ha avuto pietà di migliaia e migliaia di uomini»
e ancora:
«I figli degli Scoti e le figlie dei re sono ora, agli occhi di tutti, monaci e vergini di Cristo»
: quel popolo in un tempo straordinariamente breve, abbraccia il cristianesimo e diventa culla di cristiani e di evangelizzatori che ripercorreranno a ritroso la strada fatta da Patrizio.
Nel
445 venne fondato il primo vescovado ad Armagh, con due monasteri, primo vescovo di questa diocesi, suo nipote san Mel. La vita monastica sarà una caratteristica di questa chiesa locale, molti saranno i monasteri che verranno fondati e si pensa che intere comunità di Druidi si siano votati a questa vita fatta di contemplazione, penitenza e di servizio.
Patrizio muore nel 461 e in Irlanda la religione largamente più diffusa è quella cristiana. La sua poesia, chiamata lo Scudo (o Lorica) di san Patrizio, ben sintetizza quanto avvenuto:
«Sulla mia strada perigliosa, io, Patrizio, il servo di Dio, invoco dall'alto l'amore del cherubino. Oggi mi rizzo armato della forza dei cieli, la gloria del sole, il fulgore della luna, lo splendore del fuoco, la rapidità dell'alba, la velocità del vento, la profondità del mare, la corsa rapida della terra, la solidità della roccia. Avanzo per la mia strada con la forza di Dio come appoggio»
Leggende su San Patrizio
Secondo la tradizione devozionale irlandese,(muori) in Irlanda non ci sarebbero più serpenti da quando Patrizio li avrebbe cacciati in mare. Questa leggenda è connessa a quella della montagna sacra irlandese,
Croagh Patrick, sulla quale Patrizio avrebbe trascorso quaranta giorni, gettando alla fine una campana dalla sommità del monte nell'attuale Baia di Clew per scacciare i serpenti e le impurità, formando le isole che la contraddistinguono.
Inoltre, celeberrima è la leggenda del
pozzo di San Patrizio, il pozzo senza fondo, da cui si aprivano le celestiali porte del Purgatorio. Da notare la presenza della leggendaria figura di san Patrizio anche nell’emblema nazionale irlandese, lo shamrock (trifoglio). Grazie ad un trifoglio, infatti, Patrizio spiegò agli irlandesi il difficile concetto della Trinità, sfogliando le piccole foglie del trifoglio legate ad unico stelo.
Estratto da "
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Patrizio"
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dall'altp:un Shamrock, simbolo di San Patrizio e dell'Irlanda e un'icona di San Patrizio

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