mercoledì 11 aprile 2007

Never forget: BUCHENWALD

Su una collina boscosa , a pochi kilometri da Weimar , una delle culle della cultura e della libertà tedesca , nell'estate del 1937 fu fondato un nuovo campo di concentramento , Dachau e Sachsenhausen facevano affari d'oro e Hitler voleva un'altra prigione per la democrazia nella Germania centrale. Per quasi otto anni questo campo vide ogni giorno scene di barbarie e di brutalità. Sugli internati si facevano esperimenti come su cavie ; venivano fucilati a migliaia; molti, impazziti per il dolore e per l'orrore di quella vita, quando uscivano per il lavoro, correvano oltre il cordone delle guardie, cercando bramosamente la morte, l'unica via d'uscita da quell'agonia del corpo e della mente. A Buchenwald li sfracellavano con sassi, li affogavano nel letame, li frustavano, li affamavano, li castravano e li mutilavano. E non era tutto.Venne l'ordine che ogni internato che avesse addosso tatuaggi si presentasse al dispensario. Da principio non sapevano perchè, ma presto fu svelato il mistero. Quelli che avevano sulla pelle i più bei esemplari d'arte del tatuaggio, venivano trattenuti e poi uccisi con iniezioni somministrate da Karl Beigs, uno dei kapo'. Poi il cadavere veniva passato al reparto patologico, dove gli si toglieva la pelle, che veniva opportunatamente conciata. I prodotti finiti venivano consegnati alla moglie del comandante che ne faceva paralumi; copertine per libri e guanti. L'esercito americano, quando arrivò a Buchenwald, fece un'altra scoperta, nell'aprile 1945: i crani conservati di molte vittime. Nel campo qualcuno aveva decapitato due polacchi impiccati, perchè avevano avuto rapporti sessuali con ragazze tedesche. Le ossa del cranio erano state asportate e le teste mummificate, impagliate e conservate. Le teste avevano la grandezza di un pugno e sopra c'erano ancora i capelli e i segni del capestro. In questo campo per circa otto anni si pratico' con piacere sadico ogni tipo di orrore conosciuto all'uomo. Il criterio seguito era sempre lo stesso, si trattasse del puro e semplice sterminio dei primi giorni , o dello sterminio "per mezzo del lavoro a morte" dei tempi che seguirono. "Spezzare il corpo, spezzare lo spirito, spezzare il cuore . Di tutto questo che cosa sapeva il popolo tedesco ? Spesso si è affermato che non sapeva nulla . Questo probabilmente non è vero, come non è vero il contrario, che sapesse tutto. Si è detto: "si può ingannare tutto un popolo, qualche volta , e si può ingannare una parte del popolo, continuamente, ma non si può ingannare tutto il popolo continuamente , e ci sono prove in abbondanza che gran parte dei tedeschi sapevano molte cose riguardo a ciò che avveniva nei campi di concentramento. E molti altri avevano grossi sospetti e forse anche preoccupazioni, ma preferivano ingannare la propria coscienza restando nell'ignoranza. Quando la mano d'opera diventò più acuta, si cominciò a liberare delinquenti comuni tedeschi ed elementi asociali dai campi di concentramento, per mandarli a lavorare nelle fabbriche. E' difficile che queste donne non abbiano parlato con nessuno della loro esperienza precedente. In queste fabbriche vi erano, a capo reparto, donne tedesche, le quali avevano contatti con le internate e potevano quindi parlare con loro. Da Buchenwald i prigionieri andavano ogni giorno a lavorare a Weimar, a Erfurt e a Jena. Partivano al mattino e tornavano a notte; durante il giorno si mescolavano con la popolazione civile, lavorando. Non parlavano mai ? E se lo facevano evitavano attentamente di parlare del campo di concentramento ? In molte fabbriche in cui lavoravano gruppi provenienti dai campi di concentramento, i tecnici non erano membri delle forze armate e i capi reparto non erano uomini delle S.S. Andavano a casa ogni sera, dopo aver sorvegliato per tutto il giorno il lavoro dei prigionieri . Non discutevano mai con parenti e amici, quando tornavano a casa, di quello che avevano visto e sentito? E che dire del personale delle S.S.e delle guardie? Quando gli alleati giunsero a Buchenwald, il campo era già stato liberato dagli stessi deportati ed il comitato internazionale ne gestiva la vita democraticamente. Era il 13 aprile 1945. I Comandanti del campo furono: SS- Sturmbannfuhrer Maggiore Karl Otto Koch; SS-Obersturmfuhrer Tenente Hermann Pister. da http://www.lager.it/buchenwald.html
Che Dio li perdoni, se ce la fa. Il ritratto è di Evelyn De Morgan

Nessun commento: