giovedì 31 maggio 2007

Never forget: Adolf Eichmann


"All'occorrenza salterò nella fossa ridendo perché la consapevolezza di avere cinque milioni di ebrei sulla coscienza mi dà un senso di grande soddisfazione".

Adolf Eichmann


Nato a Solingen il 19 marzo 1906, crebbe a Linz, capoluogo dell' Austria superiore, dove la sua famiglia si era trasferita. Non terminò né gli studi liceali né quelli di perito tecnico. Dopo un periodo di tirocinio lavorò, tra il 1925 e il 1933, come venditore e commesso viaggiatore, da ultimo presso la Vacuum Oil Company AG di Vienna. Il 10 aprile 1932 aderì al Partito nazionalsocialista austriaco (tessera n. 889895) e alle SS (tessera n. 45326). In seguito al divieto governativo che colpì le due organizzazioni (19 giugno 1933), Eichmann si trasferì in Germania, dove seguì corsi d'addestramento militare con altri membri austriaci delle SS. Per sottrarsi alla noia dei campi di addestramento di Lechfeld e Dachau, chiese di entrare nel Servizio di sicurezza, una formazione delle SS addetta alla difesa e protezione delle più alte personalità naziste. Dal 10 ottobre 1934 fu assegnato all'Ufficio centrale dell'SD a Berlino, il cui capo era Heydrich. Nel 1934 l'SD, originariamente creato per proteggere le organizzazioni naziste da infiltrati e fornire informazioni alla NSDAP, fu trasformato nell'unico servizio (non militare) di informazioni dello Stato nazista, diventando così l'istituzione che assunse anche incarichi strategici nella lotta contro gli avversari reali o supposti del regime. Nella sezione alla quale fu assegnato, Eichmann si occupò da subito della "questione ebraica", incarico che prevedeva il censimento e il controllo delle organizzazioni ebraiche nel paese e all'estero, la pianificazione dell'emigrazione forzata degli ebrei dalla Germania e lo studio dei provvedimenti repressivi finalizzati a tale obiettivo. Nel 1937, Eichmann si recò, insieme con il suo superiore Herbert Hagen, ad Alessandria d'Egitto e al Cairo per verificare le reali possibilità di trasferimento degli ebrei in Palestina e stringere contatti con i circoli antisemiti arabi. Nel 1938, durante l'annessione dell'Austria, fece parte di un comando speciale del SD e diresse, a Vienna, il neonato Ufficio centrale per l'emigrazione ebraica (Zentralstelle für Jüdische Auswanderung). Il suo incarico consisteva nel costringere all'emigrazione gli ebrei viennesi, preventivamente derubati di tutti i loro averi. Eichmann operò con tanta brutalità e con tanto successo da indurre Heydrich a considerare la prassi messa a punto da Eichmann esemplare e da raccomandarne l'adozione anche nel vecchio Reich, dove era imminente il ricorso alla stessa politica. Nell'aprile 1939 Franz Walter Stahlecker, già superiore di Eichmann a Vienna, lo fece trasferire a Praga incaricandolo di organizzare e avviare la fuga in massa degli ebrei cecoslovacchi dal Protettorato di Boemia e Moravia. Alla fine del 1939 Eichmann si spostò da Praga a Berlino, lasciando però la sua famiglia nel Protettorato, dove essa rimase fino alla fine della guerra. A Berlino fu assegnato alla Direzione generale per la sicurezza del Reich (RSHA), che era sorta durante il suo soggiorno praghese, diventando il responsabile della neonata sezione speciale Evacuazione (21 dicembre 1939), deputata all'attuazione di quanto era stato deciso dopo la vittoria sulla Polonia, vale adire la germanizzazione dei territori annessi al Reich. Suo compito era organizzare materialmente l'espulsione dei polacchi e degli ebrei da quei territori e il loro trasferimento nel Governatorato generale. In un piano di ripartizione delle attività del 5 febbraio 1940, la sezione "Emigrazione ed evacuazione" figura per la prima volta con la famigerata sigla IV B 4. Il 10 marzo 1941 la denominazione della sezione risulta mutata in "Questioni ebraiche ed evacuazione": il termine emigrazione era venuto meno, dal momento che, causa la guerra, il flusso migratorio si era notevolmente ridotto. Stando a un nuovo piano di ripartizione delle attività, entrato in vigore il 10 ottobre 1943, la sezione di Eichmann aveva ampliato le proprie competenze, occupandosi ora anche delle questioni attinenti alla privazione della cittadinanza, che gli ebrei tedeschi perdevano automaticamente con la deportazione, e al sequestro dei beni, materialmente gestito dalla Direzione generale delle Finanze. L'ufficio di Eichmann si trovava nel centro di Berlino, in Kurfürstenstrasse, dove occupava otto-dieci stanze, e disponeva di circa cinque collaboratori. Nel 1940 e all'inizio del 1941, in veste di responsabile della sezione IV B 4, Eichmann, che lavorava a contatto con gli uffici della Reichsbahn e della cosiddetta Ostbahn del Governatorato generale, maturò esperienze di organizzazione nel trasporto di masse di uomini, il cui destino futuro lo lasciava indifferente. Egli fu corresponsabile della rovina che colpì decine di migliaia di polacchi e di ebrei e della situazione caotica venutasi a creare nel Governatorato generale, la quale, nel 1941, fu presa a pretesto dai governanti locali per chiedere il "trasferimento" verso Est degli ebrei. Eichmann, che nel 1940 fece un viaggio di servizio nei territori occupati, conosceva dunque personalmente le conseguenze del suo operato. All'epoca egli fu inoltre coinvolto nelle prime operazioni di deportazione di ebrei in Polonia orientale, che erano cominciate, ma poi erano state sospese, nell'ex Austria e nel territorio dell'ex Cecoslovacchia. L'invasione dell'Urss, avvenuta il 22 giugno 1941, e la decisione, maturata preventivamente, di dare il via allo sterminio di tutti gli ebrei, segnarono una svolta decisiva nell'attività di Eichmann. Grazie ai "rapporti sulla situazione" delle Einsatzgruppen della Polizia di sicurezza e del SD, che venivano inviati per conoscenza anche a Eichmann, era informato dei massacri sistematici compiuti dalle unità speciali. Sapeva anche che i trasporti di ebrei tedeschi "verso Est", da lui organizzati portavano le vittime davanti ai plotoni di esecuzione.Successivamente, in veste di imputato, egli sostenne che nel 1941 era venuto a conoscenza delle fucilazioni eseguite dalle Einsatzgruppen, ma non del fatto che esse fossero parte di una soluzione globale preventivamente decisa, cioè del piano di sterminio di massa. Le dimensioni di quel piano egli le avrebbe apprese solo durante la conferenza del Wannsee. Tuttavia, prima che questa si svolgesse - e ciò si basa solo sulle sue dichiarazioni e non su prove documentali -, egli era stato mandato più volte nei campi di sterminio dal suo capo Heinrich Müller per accertarsi di persona del loro funzionamento: aveva assistito a una fucilazione eseguita da una Einsatzgruppe e potuto osservare come un gruppo di ebrei polacchi, provenienti soprattutto dal ghetto di Litzmannstadt (Lodz), trovasse la morte nelle camere a gas mobili - introdotte nel dicembre 1941 - azionate da un reparto speciale delle SS a Kulmhof (Chelmno) nel Wartheland. Dopo la conferenza del Wannsee Eichmann dispose un'accurata indagine sugli ebrei residenti nel territorio del Reich, che dovevano essere deportati all'Est o nel ghetto per anziani di Theresienstadt. Ciò avvenne allo scopo di procedere nel più razionale dei modi e di inserire il maggior numero di ebrei nei trasporti su rotaia. Quando le vittime non erano uccise nelle immediate vicinanze delle loro abitazioni, come avveniva invece nel territorio dell'Urss, la "percentuale di successo" di Eichmann dipendeva da tre fattori: dalla messa a disposizione dei mezzi di trasporto da parte della Reichsbahn (ferrovie tedesche) e dalla meticolosa elaborazione degli orari ferroviari, dalla precisione con cui lavoravano gli uffici della Gestapo in Germania e nei territori occupati e dalla perfezione con cui era organizzata la macchina dello sterminio nei lager di Auschwitz e della Polonia orientale (Belzec, Sobibor, Treblinka). Questi campi di sterminio non dipendevano da Eichmann, tuttavia egli vi si fece inviare più volte per rendersi conto della loro capacità e assicurare il perfetto funzionamento di tutti gli ingranaggi dell'apparato omicida. Il tardo tentativo di Eichmann di presentarsi come un capomovimento della morte privo di potere, niente affatto responsabile del destino del carico umano a lui affidato, risultò pietoso quanto grottesco. Per di più, dal momento che l'ufficio di Eichmann e il suo funzionamento risultavano decisivi ai fini della velocità con cui i detentori del potere nazisti si avvicinavano alloro obiettivo di "soluzione finale" totale, a partire dal 1941 l'Obersturmbannführer prese, influenzò e mise in atto numerose decisioni che determinarono il destino di singoli o di piccoli gruppi mandandoli incontro alla morte. In ragione del suo incarico, durante gli anni di guerra, Eichmann si recò più e più volte in quasi tutti i paesi e territori occupati: Cecoslovacchia, Francia, Belgio e Paesi Bassi, Danimarca, Italia e Unione Sovietica. Fino al 1944 Eichmann fu il prototipo dell'assassino da scrivania, poi fu posto a capo di un comando speciale, incaricato di organizzare sul luogo, e in collaborazione con i fascisti ungheresi, la deportazione ad Auschwitz degli ebrei dell'Ungheria. A tal fine Eichmann insediò la sua centrale operativa a Budapest. Al processo di Norimberga contro i principali criminali di guerra, celebrato nel 1945-46, il nome di Eichmann emerse infinite volte durante il procedimento e nei documenti giudiziari. Quanto alla sua persona, si pensò che fosse morto verso la fine della guerra. In realtà, nel maggio 1945, Eichmann si era liberato dell'uniforme da ufficiale delle SS e aveva indossato un'uniforme dell'aviazione. Passato dall'Austria alla Baviera, fu catturato e, secondo quanto raccontato da lui stesso, riconosciuto come appartenente alle SS dal marchio a fuoco che aveva nell'incavo dell'ascella. Fu portato in un campo speciale, dal quale riuscì ad evadere all'inizio del 1946. A questo punto si rintanò nella desolata brughiera di Luneburg, lavorando fino al 1950 come tagliaboschi presso un ufficio forestale. Il desiderio di riunirsi alla sua famiglia rimasta in Austria gli fece prendere la decisione di lasciare la Germania. Scelse come destinazione l'Argentina, dopo aver appreso - e questo dimostra che egli era in contatto con altri ufficiali delle SS - che alcuni fascisti ricercati per i loro crimini si erano rifugiati in quel paese, dove vivevano sotto mentite spoglie. Nel 1950 raggiunse l'Italia attraverso l' Austria, e a Genova si imbarcò per Buenos Aires con un passaporto falso, intestato a Ricardo Klement. Due anni dopo lo raggiunsero la moglie e i figli. Eichmann lavorava in uno stabilimento della Mercedes di Buenos Aires e abitava in un quartiere periferico della capitale quando fu intercettato dai servizi segreti israeliani, da loro rapito l'11 maggio 1960 e undici giorni dopo portato illegalmente in Israele su un aereo. L'incarico di svolgere l'indagine su Eichmann fu affidato, in un primo tempo, al sesto ufficio della polizia israeliana. L'interrogatorio, registrato su nastro magnetico, fu condotto dal capitano Avner Less. Dal momento che in Israele non si trovò nessun avvocato disposto ad assumere la difesa di Eichmann, il Parlamento creò, con una delibera, le premesse per la presenza di un avvocato straniero. A questo punto entrò in azione come suo difensore il dottor Robert Servatius di Colonia, che nel processo di Norimberga contro i principali criminali di guerra aveva difeso Fritz Sauckel. Il 10 febbraio 1961 al prigioniero furono notificati i capi d'accusa. Il dibattimento davanti al tribunale distrettuale di Gerusalemme durò dal 10 aprile fino al 14 agosto 1961. L'11-12 dicembre i giudici emisero il verdetto di colpevolezza e tre giorni dopo pronunciarono la sentenza che prevedeva la pena capitale. Il processo d'appello, celebrato presso la Suprema Corte di giustizia dal 22 al 29 marzo 1962, non comportò una revisione della sentenza. Il 31 maggio 1962, dopo che era stata rifiutata la domanda di grazia, Eichmann fu impiccato. http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/eichmann.htm
il dipinto è di Watts

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