domenica 6 maggio 2007

Nf: Buronzo


15 marzo BURONZO (Vercelli)
Dopo il duro inverno, riprende in pieno l'attività partigiana nella Baraggia. Ricominciano gli attacchi ferroviari ed agli automezzi che transitavano in direzione di Biella e di Vercelli; il tratto di strada tra Buronzo e Masserano era soggetto ad intenso traffico di autocarri tedeschi. Il 12 marzo '45 un camion dei tedeschi nel tratto tra Garrella e Buronzo, viene bloccato dai partigiani del distaccamento "Brenta" e dal "Fausto Acquadro" che lo annientano sotto una pioggia di bombe a mano. A questa azione partecipano alcuni contadini della zona. Cinque tedeschi vengono uccisi e sei rimangono feriti e catturati. La fulminea azione partigiana procura un consistente bottino di armi leggere e pesanti e di numerose munizioni.Tre giorni dopo arriva, immancabile la rappresaglia tedesca. E' la notte del 15 marzo 1945. Vengono prelevati alle "Nuove" di Torino 11 prigionieri partigiani: Egidio Cavallai, classe 1920; Pietro Cereia Fuso, 1920; Lorenzo Cerutti, 1925; Aldo Crossoletto, 1923; Francesco Fornaio, 1923; Ladis Lessio, 1925; Guido Maggio, 1927; Raimondo Negri, 1924; Renzo Stizzano, 1925; Attilio Varetti, 1925; Guerrino Vedovelli, 1920 ed uno di cui non si è mai stabilito l'identità. Alle ore 7 circa del 15 marzo lungo il costone della Baraggia i prigionieri vengono fatti scendere. Non sanno ancora di essere stati condotti lì per essere fucilati. Al momento del prelievo era stato detto loro che avrebbero dovuto essere scambiati con tedeschi catturati dai partigiani. Il comandante toglie loro ogni dubbio quando fa leggere la sentenza di condanna a morte. I due sacerdoti che erano stati prelevati durante una sosta a Buronzo tentano vanamente di convincere il comandante tedesco a desistere. Don Mario offre la propria vita in cambio dei 12 ragazzi. Tutto inutile i prigionieri vengono divisi in due gruppi e falciati dalle armi. Compiuto il barbaro misfatto, l'ufficiale si avvicina ai corpi delle vittime e scarica sul volto di ciascuno la sua arma automatica, sfigurandoli. Ritorna sulla strada ed ordina di lasciare i cadaveri dove sono, senza sepoltura. Don Mario e Don Piero tornano a Buronzo e danno la notizia, tutti accorrono, ad uno ad uno "i ragazzi" sono lavati e ricomposti nelle bare.Vengono portati nella Cappella del Cimitero di Buronzo per il riconoscimento, si scattano fotografie. Il pomeriggio del 16 i nazisti ritornano. Prelevano il Vicario, Don Piero e don Mario per ricondurli sul luogo dell'esecuzione. Malmenati, vengono trattenuti quali ostaggi per evitare altri attacchi partigiani. I nazisti avevano intenzione di incendiare Buronzo, Castelletto, Cervo e Monastero. I paesi non furono incendiati grazie alla liberazione di un militare nazista catturato dai partigiani della "Monferrato". La consegna del milite avvenne nel pomeriggio del 18 marzo. www.anfim.it

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