venerdì 14 dicembre 2007

Dinah Washington la regina del blues

Dinah Washington (Tuscaloosa, 29 agosto 1924Detroit, 14 dicembre 1963) è stata una cantante statunitense di blues, jazz e gospel. Il suo vero nome era Ruth Lee Jones. Ruth Lee Jones nasce in una cittadina dell'Alabama, nel sud degli Stati Uniti. A tre anni trasloca con la famiglia a Chicago. Sin da piccola canta nella chiesa anabattista di St. Luke, nel South Side, e nel frattempo studia alla DuSable High School con il famoso programma di Walter Dyett dividendosi tra i night club (dove esordì col nome d'arte di Dinah Washington) e il coro di Sallie Martin dove suonava il piano nella prima formazione gospel interamente femminile, col suo vero nome. La sua grande versatilità, la voce penetrante, il tempo perfetto, l'enunciazione cristallina sono alcune delle caratteristiche del suo particolarissimo stile che lei riusciva ad adattare ad ogni tipo di materiale. Pur spaziando tra i vari generi musicali, dal pop al jazz, dal blues al country, non volle mai registrare un album gospel. Credeva fosse sbagliato mescolare il religioso e il secolare, e per lei il music business era troppo in contrasto con la sacralità del gospel. Il suo debutto ufficiale risale al 1942 quando, abbandonato definitivamente il suo vero nome, si esibisce al Garrick Stage Bar di Chicago. Il manager Joe Glaser la presenta a Lionel Hampton, che presto la accoglie come vocalist nella sua orchestra. La stampa ha di volta in volta attribuito allo stesso Hampton, o a Glaser, il merito di averle consigliato di adottare il nome d'arte, ma sembra che la decisione sia partita in realtà da Joe Sherman, titolare del Garrick. Nel 1943 firma un contratto con la casa discografica Keynote realizzando il suo primo hit, Evil Gal Blues. Dopo tre anni lascia Lionel Hampton e per un breve periodo incide come solista con l'etichetta Apollo Records. L'ingresso nella prestigiosa Mercury Records risale al 1948, con l'incisione di una strepitosa versione di West Side Baby, seguita da moltissimi altri hit che scalano le classifiche dell'epoca rendendola famosa in tutti gli Stati Uniti: Mad About The Boy (ancor oggi utilizzata come colonna di spot pubblicitari), Baby Get Lost, Unforgettable (cover del famosissimo pezzo di Nat King Cole) Trouble in Mind, You Don't Know What Love Is (arrangiata da Quincy Jones), e la cover di Cold, Cold Heart di Hank Williams. Del 1958 è una sua trionfale esibizione al famoso Newport Jazz Festival, di cui esiste un bellissimo documentario filmato, premiato anche agli Academy Awards. Il suo più grande successo è stato senza dubbio What a Diff'rence a Day Makes del 1959, che vince un Grammy Award per la migliore performance Rhythm and Blues e raggiunge il numero 8 nella classifica Hot 100 di Billboard. L'album omonimo segna il crossover dal blues al pop e viene perciò snobbato dai critici, ma le vendite vanno alle stelle e ancora oggi è, in versione CD, uno dei più venduti della cantante. Sulla scia di quel successo, i discografici le impongono un repertorio meno impegnato, con brani decisamente più commerciali caratterizzati da arrangiamenti melensi in cui ricorrevano arpe, cori e violini : September In The Rain, Tears and Laughters, ecc..La voce e lo swing di Dinah Washington finiscono tuttavia con l'emergere prepotentemente anche nei brani più scadenti e più lontani dalla sua sensibilità artistica. Anche nei prodotti più commerciali traspare il suo inconfondibile stile, il suo modo modernissimo di usare le pause e di pronunciare le parole. Alla fine degli anni Cinquanta, Dinah è ormai un'artista arrivata e un sex symbol per gli americani di colore. A causa della sua burrascosa vita sentimentale (sette mariti, sei divorzi e numerose relazioni non ufficiali, tra cui lo stesso Quincy Jones, dieci anni più giovane di lei), diventa uno dei bersagli preferiti della stampa gossip dell'epoca. Il suo carattere forte e volitivo la rende spesso antipatica ai colleghi, è un problema per gli impresari e i discografici, ma il pubblico continua ad adorarla, tanto che viene soprannominata la "Regina del Blues". Accumulata una grande fortuna in pochi anni, grazie anche all'enorme sfruttamento della sua voce da parte della Mercury che l'aveva costretta a una sconsiderata quantità di incisioni (spesso senza badare alla qualità artistica), la Washington si lancia nel mondo dell'imprenditoria musicale acquistando alcuni locali ad Harlem. Nel 1960 incide anche un album in duetto col cantante Brook Benton. Nonostante le divergenze artistiche emerse tra i due in sala di registrazione, il disco ottiene un clamoroso successo di pubblico e due tra i singoli estratti vanno al primo posto della classifica americana rhythm and blues. Nel 1961 si chiude il contratto con la Mercury (e con l'etichetta affiliata Em-Arcy), per la quale erano state realizzate ben 444 registrazioni, contando anche inediti e versioni alternative. L'intera raccolta di queste registrazioni è oggi disponibile per la Universal Music in sei cofanetti, ciascuno con 3 CD, dal titolo The Complete Dinah Washington on Mercury (vol. 1-6). Il 1962 è un anno di riflessione: la sua movimentata vita privata, i suoi problemi di linea, il suo difficile rapporto con l'ambiente di lavoro e le innumerevoli frustrazioni l'avevano resa facile preda dei barbiturici e degli anoressizzanti; ma già nell'estate del 1963 progetta il ritorno sulle scene. Purtroppo, poche settimane prima del Natale 1963, proprio a causa di una micidiale overdose di pillole dietetiche e alcol, si chiude la sua esistenza tormentata a soli 39 anni. È sepolta nel Cimitero di Burr Oak, a Alsip, Illinois. Sebbene nella sua ampia discografia (prodotta in meno di vent'anni di carriera) siano molti gli episodi da dimenticare, Dinah Washington è sempre stata considerata una delle grandi voci "nere", insieme a Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Billie Holiday. Per quest'ultima aveva una stima e un timore quasi reverenziali, e si accostava al suo repertorio con grande umiltà. Molte cantanti di ieri e di oggi, come Esther Phillips, Aretha Franklin, Diana Ross, Whitney Houston e Deborah Cox l'hanno citata a loro volta come modello e non hanno fatto mistero di essersi ispirate a lei. Anche se i testimoni dell'epoca hanno affermato che il meglio di sé lo dava sul palcoscenico, ancora oggi i suoi dischi emozionano come allora. Dipinto di Lopez Cabrera.

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