giovedì 6 dicembre 2007

Don Ameche

Don Ameche 31 Maggio 1908, Wisconsin 6 Dicembre 1993, Arizona. Un attore all'altezza del grande periodo d'oro che Hollywood attraversava negli anni Trenta e Quaranta. Tagliente per la sua ironia, ottimo cantante, lodatissimo attore di commedie romantiche, musicali e brillanti. Don Ameche (si legge amici) ha avuto dalla vita quello che viene considerato "il dono di re Mida": tutto ciò che ha fatto si è sempre trasformato in oro. Mai deludente per il grande pubblico, stereotipo del dongiovanni americano (anche se non vi è stato mai nessun coinvolgimento con altre donne, eccezion fatta per la moglie alla quale era legatissimo), fu un attore che continuò a ruggire anche all'età di 80 anni, accaparrandosi, proprio allora, premi ambitissimi per le sue performances così ricche di sfumature. Figlio di un barista, fratello dell'attore Jim Ameche, dopo essersi diplomato al Loras College di Dubuque, nell'Iowa, lascia gli studi universitari di giurisprudenza per dedicare la sua vita allo spettacolo, intrattenendo il pubblico con numeri musicali e lavorando alla radio. Brevissimo è il salto da questa a Broadway, dove si impone, giovanissimo. Il legame con la radio rimarrà comunque fortissimo, anche perché dalla sua collaborazione con la cantante e attrice Frances Langford nascerà la prima classica commedia recitata per la radio: "The Bickersons", ancora oggi considerata con molto rispetto per qualità. Poi, arriva il cinema, dove si impone come attore versatile e seducente, soprattutto grazie ai perfetti ed elegantissimi baffi che sfoggerà per il resto della sua carriera. Fra gli anni '30 e '40, si impone in commedie brillanti, sfruttando il suo aspetto simpatico e quell'aria da elegante dongiovanni. È uno dei tanti latin lover made in Hollywood. La 20th Century Fox gli fa firmare un contratto e lo lancia in commedie musicali romantiche. Esordisce ne Il conquistatore dell'India(1935) di Richard Boleslawski, nella parte di un prigioniero, e da lì in poi verrà sfruttato soprattutto da Irving Cummings e Walter Lang. Sfata però il mito del Casanova, sposando Honore Prendergast nel 1932. La donna gli rimarrà accanto fino al 1986, poi morirà, lasciandolo vedovo e padre di ben sei figli: Ronald, Dominic, Thomas, Lonnie, Bonnie e Connie. Dopo Turbinio bianco (1936) di Sidney Lanfield dove canta la canzone "Who's Afraid of Love?", passa ai film con Henry King e da quelli a New York si diverte (1937) e Baci sotto zero (1937) di Norman Taurog. La dorata Hollywood lo impone come protagonista di Four Sons (1940) di Archie Mayo, poi arriva il suo ruolo più importante, quello dell'impenitente seduttore che racconta le conquiste a "Sua Eccellenza" Satana in persona, ne Il cielo può attendere (1943) di Ernst Lubitsch. Raggiunto il culmine della sua carriera, recita con Cyd Charisse e Janet Blair in Nasce una stella (1943) di Gregory Ratoff, passando poi a La nave senza nome (1944) di Henry Hathaway. Ad arricchire una filmografia già abbastanza lucente arrivano Quella che non devi amare (1945) di Sam Wood, Questo è il mio uomo (1947) di Frank Borzage e ben due film con il re dei melodrammi americani Douglas Sirk: Donne e veleni (1948) con Claudette Colbert e Amanti crudeli (1949) con Dorothy Lamour. Sornione e seducente, dal dopoguerra si dedica al teatro (anni '50/'60) e alla televisione (anni '70/'80). È facile riconoscerlo in telefilm come Uno sceriffo a New York (1975), Ellery Queen (1975), Fantasilandia (1980) e Love Boat (1979-1984). A riportarlo in auge arriva John Landis che lo inserisce nel ruolo di un perfido uomo d'affari dedito alle scommesse più strambe in Una poltrona per due (1983), ma è con Cocoon – L'energia dell'universo (1985), pellicola fantascientifica di Ron Howard, dove interpreta un arzillo vecchietto che riacquista forze e ardore dopo un bagno in una misteriosa piscina, che si aggiudica dalle mani di Cher il suo primo Oscar come miglior attore non protagonista. Presente anche nel sequel della pellicola Cocoon – Il ritorno (1988) di Daniel Petrie jr., è ancora fortemente giovanile e scanzonato nelle pellicole di John Landis anche in piccoli ruoli (Il principe cerca moglie e Oscar – Un fidanzato per due figlie). Poi a 80 anni suonati arriva la Coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia per il ruolo di un anziano calzolaio italo-americano che accetta di accusarsi di un omicidio non commesso in cambio di una bella somma ne Le cose cambiano (1988) di David Mamet. Il suo ultimo ruolo è in Una moglie per papà (1994) di Jessie Nelson, poi morirà di cancro alla prostata. Oggi, è seppellito nel cimitero della sua città natale, ma la sua leggenda è ancora testimoniata dalla stella nella Walk of the Fame, al 6101 di Boulevard Hollywood.Fabio Secchi Frau da http://www.mymovies.it/biografia Fiori di Felix Vallotton

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