lunedì 3 dicembre 2007

Eleonora Rossi Drago

Palmina Omiccioli 23 Settembre 1925, Quinto, Genova. Bella, slanciata, occhi espressivi e portamento elegante, alta, Eleonora Rossi Drago lavorò dapprima come indossatrice e disegnatrice di modelli, per poi partecipare nel 1947 al concorso di Miss Italia. Purtroppo non poté gareggiare in quanto sposata e madre di una figlia. La sua bellezza solare e seducente la mise comunque in luce, tanto che le si aprirono immediatamente le porte del cinema. Debuttò sul grande schermo con una piccola parte ne I pirati di Capri (1949), ma ottenne il primo successo solamente due anni dopo, quando il regista Luigi Comencini le diede l'opportunità di essere la protagonista di Persiane chiuse (1951). Oltre che per il suo grande fascino, l'attrice si affermò grazie alla sua recitazione intensa ed elegante. Dopo numerose apparizioni in modesti film sentimentali, rivelò le sue notevoli doti drammatiche nel film di Antonioni Le amiche (1955), tratto da un romanzo di Cesare Pavese. A metà degli anni '50, sotto la guida di Luchino Visconti, si cimentò col teatro in Zio Vanja di Cechov. Nel 1959 ottenne ampi consensi per la sua interpretazione di Liliana in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi, la signora gentile e senza figli che trascorre la sua breve vita circondata da bambole, malinconie e tradimenti. Il film, ispirato al celeberrimo romanzo di Carlo Emilio Gadda Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, ottenne un successo grandissimo. Nello stesso anno è straordinaria in Estate violenta (Valerio Zurlini, 1959), per il quale si aggiudicò il Nastro d'argento. Dopo aver accompagnato Nino Manfredi nel sua prima parte da protagonista (L'impiegato, 1959, di Gianni Puccini), negli anni '60 partecipò a film di modesto rilievo, che offuscarono il suo grande stile (Se permettete parliamo di donne, 1964, di Ettore Scola; Il disco volante, 1964, di Tinto Brass; La Bibbia, 1966, John Huston). Intanto si affermò sul piccolo schermo ribadendo la sua innata eleganza e la sua grande intensità recitativa. La sua popolarità televisiva è legata soprattutto al ruolo di protagonista nello sceneggiato tratto da Turgenev Padri e figli (1958) e all'interpretazione di Frances Lawrence ne La cittadella (1964). L'ultimo film che girò fu Il dio chiamato Dorian (1970) di Massimo Dallamano, con Helmut Berger sulle orme del mitico ritratto di Oscar Wilde. Dopo questa piccola partecipazione lasciò il cinema e si ritirò a vita privata. Fiori di Maureen Hyde

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