domenica 9 dicembre 2007

Franco Franchi


Franco Franchi , pseudonimo di Francesco Benenato (Palermo, 18 settembre 1928Roma, 9 dicembre 1992) è stato un attore, comico e cantante italiano. Insieme a Ciccio Ingrassia ha formato una coppia di comici entrata nella storia della cinematografia italiana: Franco & Ciccio. Nacque in una famiglia poverissima, appartenente al sottoproletariato palermitano, quarto di tredici figli. Non poté completare neanche le elementari, perché dovette iniziare a lavorare con il padre come muratore. Poi i genitori emigrarono in cerca di fortuna e lui lavorò come artigiano, realizzando icone sacre sui marciapiedi, garzone in pasticceria, facchino alla stazione, borseggiatore... Fu però sempre attratto dalla recitazione e dalla comicità, arti in cui era incredibilmente dotato. A volte girava la città con una grancassa cercando elemosine, aggiungendo spesso elementi di comicità. In uno dei suoi giri venne adocchiato da Salvatore Polara, un musicista napoletano che nel 1945 lo inserì nel suo gruppo, gli striscianti. Gli veniva dato uno stipendio di 6 lire a settimana, e con questo riusciva a vivere. Questo giovane talento eclettico e clownesco realizzò spesso concerti musicali per le vie, le piazze e per i ristoranti di tutta la Sicilia nonché piccoli spettacoli comici all'aperto e animazioni a matrimoni e battesimi, in cui nacque il suo primo personaggio, Ciccio Ferraù, e sviluppò anche delle imitazioni tra cui Totò, Benito Mussolini, Adolf Hitler. La sua mimica facciale, ancora agli inizi, era già fonte di curiosità nel pubblico e in alcuni attori di teatro, che presero da lui degli spunti. Entrato in un circo, fu tuttofare nel 1948, ma non riuscì a lavorare a lungo in quest'ambiente. Lasciò anche la compagnia di Pollara, che non gli dava più stimoli. Rimase così ancora disoccupato e dovette ricominciare da capo. Ritornò a fare il ladro e nel 1950 fu anche messo in carcere per furto. Quando uscì, andò a lavorare come posteggiatore al nord Italia e fu militare a Bologna. Al suo ritorno in Sicilia, riprese a fare l'attore. Conobbe e sposò Irene Gallina (che gli diede due figli, Maria Letizia e Massimo) e debuttò al teatro Golden di Palermo. In quegli anni, Francesco Ingrassia detto Ciccio faceva l'attore in una compagnia e veniva regolarmente pagato. Quasi per sbaglio i due si incontrarono per le strade di Palermo e da lì iniziò una lunga collaborazione, che avrebbe dato vita a una coppia definita d'oro per gli incassi altissimi e per il grande successo che ebbe nel pubblico. Realizzarono insieme 132 film. I numeri sono concentrati negli anni sessanta: 1 nel 1960, 6 nel 1961, 7 nel 1962 e 1963, solo nel 1964 ne realizzarono 22! Tutti i loro lavori erano molto apprezzati dal pubblico ma quasi sempre snobbati dalla critica: Franchi, ogni volta che leggeva il commento negativo dei critici sui giornali, rimaneva molto deluso. Nel 1964 i loro film incassarono circa 7 miliardi e 300 milioni (il 10% degli incassi dei film italiani in quell'anno). Ciò non deve far pensare che l'amicizia tra Franco e Ciccio fosse stabile: ci furono, e spesso in diretta televisiva, sonore litigate fra i due (storica è rimasta la baruffa in una trasmissione condotta da Raffaella Carrà, ovviamente in diretta). In genere Ciccio accusava Franco di megalomania, mentre Franco rimproverava al compagno una certa arroganza. Il momento di maggior crisi fra i due si ebbe tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta. Anche nei periodi di lontananza da Ciccio, Franco riuscì a rimanere sulla cresta dell'onda: interpretò alcune parodie di film famosi, tra cui Ultimo tango a Zagarolo di Nando Cicero e Ku-Fu? Dalla Sicilia con furore (entrambi del 1973). Si occupò anche di satira politico-militaresca nei film Il sergente Rompiglioni di Pier Giorgio Ferretti (sempre del 1973) e Il sergente Rompiglioni diventa... caporale di Mariano Laurenti (1975), nel quale Franco esegue una perfetta imitazione del dittatore tedesco Adolf Hitler. Fece anche il cantante ed incise un LP. Le sue canzoni, melodiche e romantiche, non avevano però nulla a che fare con la sua comicità. Il muro che si era creato tra lui e Ciccio cadde nel 1974, allorché Ingrassia lo scelse per interpretare il suo film Paolo il freddo. C'è infatti da dire che, a differenza di Ciccio, Franco non volle mai fare il regista, non sentendosi portato per questo ruolo. Nel breve periodo in cui fu solo, Franco letteralmente si scatenò, dando vita a giocate mimiche superbe e smorfie facciali che furono apprezzate soprattutto dai giovanissimi. In breve tempo, Franco divenne l'erede di Totò. Negli anni Ottanta Franco Franchi cambiò completamente registro: ridusse notevolmente la sua presenza al cinema e volle impegnarsi anche in film drammatici o "di alto livello intellettuale". Nel 1984 apparve in Kaos, dei Fratelli Taviani, e nel 1987 ebbe una parte in Tango blu di Alberto Bevilacqua, film tratto da un romanzo dello stesso regista parmense. In quegli anni iniziò a lavorare per la Fininvest con Ciccio. Si dice che i contatti tra il duo e la televisione privata furono propiziati dall'ammirazione che Silvio Berlusconi provava per loro. Il critico Tatti Sanguineti, alla presentazione di Come inguaiammo il cinema italiano, dichiarò che in quel periodo Franco e Berlusconi collaborarono nello scrivere i testi di alcune canzoni, che sarebbero state usate dalla coppia in alcuni spettacoli e successivamente dal futuro premier e Mariano Apicella. Nel 1989, Giovanni Falcone gli inviò un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta che avrebbe portato al cosiddetto maxiprocesso quater: Franco Franchi era accusato di associazione mafiosa. Tra gli imputati (poi condannati nel 1999), figurava anche Salvatore Lo Piccolo. In molti speravano che Franco potesse finalmente recitare in film "colti", prendendosi una bella rivincita nei confronti della critica. Non potremo mai sapere se questo progetto si sarebbe realizzato in futuro, perché le sue condizioni di salute iniziarono lentamente ma inesorabilmente a peggiorare. Nel luglio del 1992, a Napoli, durante le registrazioni di uno show di Raitre dedicato all'avanspettacolo, viene colto da un attacco cardiaco e ricoverato subito all'ospedale S.Paolo. Durante il programma Grand Hotel, a causa di un malore di Ciccio, Franco aveva dovuto lavorare per cinque puntate con Giampiero Ingrassia (figlio di Ciccio) che aveva sostituito il padre sino al suo rientro nelle ultime puntate. In Avanspettacolo, invece, è Ciccio che rimane da solo, anche se i due avevano già registrato diverse scenette usate poi per il programma. Franco, stanco e malato di cirrosi epatica, rientrerà solo nell'ultima puntata. Giustificherà questo ritardo dicendo: "Sono stato in paradiso ma non mi hanno voluto". La morte lo colse il 9 dicembre 1992 a Roma: la notizia fu accolta con grande tristezza e commozione da milioni di persone, cui egli aveva regalato la gioia di un sorriso. La sua naturale simpatia e la brillantezza del suo genio creativo lo avevano ormai reso familiare ad ogni famiglia italiana. Narrano i giornali che le genti del "Bel Paese" appresero la notizia della sua scomparsa come se fosse deceduto un parente. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, tutte unite nel ricordare quel gran genio di Franco. Alla sua memoria (e a quella di Ciccio Ingrassia, anch'egli scomparso nel 2003) è dedicato il film Come inguaiammo il cinema italiano, girato nel 2004 sotto la direzione di Daniele Ciprì e Franco Maresco. Adesso riposa nel cimitero "Ai rotoli" di Palermo. Presepio di Anonimo bizantino

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