mercoledì 19 dicembre 2007

Isa Pola

Maria Luisa Betti di Montesano Nata il: 19 Dicembre 1909 a Bologna Morta il: 15 Dicembre 1984, a Milano. Alternò brillantemente impegni teatrali e cinematografici, risultando sempre interprete duttile e di grande fascino. Esordì sullo schermo nel 1926, in piena epoca del muto. Fu lei ad avere l'onore di comparire nel primo film sonoro distribuito in Italia: La canzone dell'amore (1930), di Gennaro Righelli. Sempre nel 1930 esordì in teatro con la compagnia Merlini-Cimara, insieme ai quali apparve anche in alcune riviste. Bella, bionda, raffinata, elegante, fascino da maliarda, ottenne il primo grande successo interpretando la vivace e fantasiosa protagonista de La telefonista (1932) di Nunzio Malasomma. Subito dopo s'impose come una delle dive più popolari del cinema italiano degli anni '30, dividendosi le simpatie del pubblico con altre dive dai nomi esotici, come Isa Miranda, Dria Paola, Doris Duranti e Assia Noris. Diretta da Raffaello Matarazzo ( Sono stato io, 1937), Goffredo Alessandrini ( La vedova, 1939) e Amleto Palermi ( Cavalleria rusticana, 1939), inaugurò gli anni '40 da moglie infedele ( Il ponte di vetro, 1940, di Goffredo Alessandrini). Nel 1938 tornò sulle scene con la compagnia del Teatro Veneziano diretta da Alberto Colantuoni e nella stagione seguente fu in ditta con Giuseppe Porelli e Enrico Viarisio, insieme ai quali recitò nella rivista di Falconi e Biancoli La città delle lucciole. Nel 1943 interpretò il ruolo che la immortalò nella storia del cinema italiano: I bambini ci guardano (1943), di Vittorio De Sica, dove interpretava Nina, una donna che per seguire il suo amante abbandona il marito e il figlio. Nel dopoguerra continuò ad incarnare il prototipo della donna fatale ( Furia, 1947, di Goffredo Alessandrini,) oppure vestì gli abiti di signore ciniche e senza cuore ( Tre storie probite, 1952, di Augusto Genina). Nel 1948 tornò in teatro insieme a Nino Besozzi e Franco Scandurra, affrontando testi contemporanei come Gli indifferenti di Luigi Squarzina, tratto da Moravia, e Giorni che rinasceranno di Francesco Jovine, dimostrandosi perfettamente a suo agio. Nel 1951 sotto la direzione di Guido Salvini fu Leonora in Intrighi d'amore di Torquato Tasso e l'anno dopo interpretò Gigliola nella Fiaccola sotto il moggio di D'Annunzio, con la regia di Corrado Pavolini. In seguito forma insieme a Franco Volpi, Ernesto Calindri e Giulio Stival una compagnia capace di spaziare da Rattigan ( Il cadetto Winslow) alla rivista. Tra i suoi lavori ricordiamo anche la commedia musicale Valentina (1955) di Terzoli e Metz, e I diari di Pier Benedetto Bertoli (1958). Tornò sullo schermo per l'ultima volta in Amore e chiacchiere (1957), di Alessandro Blasetti. Dopo più di dieci anni di assenza dalle scene, figura nell'originale televisivo Come un uomo e una donna (1970), di Domenico Campana. Dipinto di Levy Durhmer.

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