venerdì 7 dicembre 2007

Pietro Mascagni



Pietro Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863Roma, 2 agosto 1945) è stato un compositore e direttore d'orchestra italiano. Visse a cavallo tra Ottocento e Novecento e il successo formidabile ottenuto nel 1890 col suo primo capolavoro - la Cavalleria rusticana - non fu tuttavia eguagliato dalle opere seguenti, seppure di fattura sempre pregevole e molte delle quali entrate stabilmente nel repertorio, come ad esempio Iris. Mascagni compose la musica di quindici opere, d'un'operetta e di molti brani sia per orchestra che vocali, canzoni, romanze e musica per solo pianoforte. Nacque a Livorno in Piazza delle Erbe. Dopo aver ultimato gli studi ginnasiali, ai quali aveva affiancato anche lo studio del pianoforte e del canto, dal 1876 in poi Mascagni decise di dedicarsi completamente agli studi musicali, seguendo gli insegnamenti di Alfredo Soffredini, fondatore dell'"Istituto Musicale Livornese". Al 1880 risalgono le sue prime composizioni di musica sinfonica e sacra, tra le quali la Sinfonia in fa maggiore, Elegia per soprano, violino e pianoforte, Ave Maria per soprano e pianoforte, Pater Noster per soprano e quintetto d'archi. Nel 1881 compose la cantata In filanda a quattro voci soliste e la cantata Alla gioia, sul testo di Friedrich Schiller. Nel 1882 partí per Milano, superò l'esame d'ammissione al Conservatorio e cominciò a frequentare l'ambiente artistico milanese. Qui conobbe Giacomo Puccini e Amilcare Ponchielli. Il suo rapporto coll'ambiente del conservatorio, però, non tardò a farsi critico. Dopo un diverbio col direttore, Mascagni si risolse d'abbandonare sia l'Istituto che gli studi di musica. Per qualche anno sbarcò il lunario come direttore d'orchestra in compagnie d'operetta. Nel luglio del 1888 s'iscrisse ad un concorso indetto dalla casa editrice Sonzogno, per un opera in un singolo atto. Mascagni scelse come argomento Cavalleria rusticana di Giovanni Verga. Come librettisti il livornese, ed amico personale, Giovanni Targioni-Tozzetti (1863-1934) e Guido Menasci (1867-1925). Nel 1890 la Cavalleria rusticana venne proclamata vincitrice del concorso (su 73 partecipanti) ed il 17 maggio debuttò al Teatro Costanzi di Roma, ottenendo un successo clamoroso di pubblico. Il successo si ripeté in ogni teatro, in ogni località, nella quale venne da allora rappresentata. L'anno seguente, il 1891, vide il debutto di un'altra opera al Costanzi di Roma, "L'amico Fritz". Negli anni successivi iniziò a collaborare con Luigi Illica per la stesura dell'"Iris", commissionata dall'editore Ricordi. Gli stessi autori lavorarono insieme ad un altro progetto, "Le maschere", per un'altra casa editrice, la Sonzogno. Nel frattempo continuò col suo lavoro di direttore d' orchestra, dirigendo, tra l'altro, sei concerti alla Scala (dove, per la prima volta in Italia, eseguí la Patetica di Piotr Ilič Čaikovskij) e una sua composizione, per orchestra e soprano, il poema sinfonico, "A Giacomo Leopardi" (in occasione della celebrazione del centenario della nascita del poeta). Nel novembre del 1898, di nuovo al Teatro Costanzi di Roma, la prima d'"Iris", diretta dallo stesso Mascagni. Dal 1899 al 1900 le sue tournée in qualità di direttore d'orchestra lo portarono a Pietroburgo, Vienna e negli Stati Uniti. Dopo il debutto poco lusinghiero de "Le maschere", che aveva debuttato in contemporanea in sei città diverse (Roma, Milano, Venezia, Torino, Genova, Verona), andò a Vienna su invito di Gustav Mahler, dove, al Teatro Imperiale, diresse il "Requiem" di Giuseppe Verdi, per ricordare la scomparsa del musicista. Seguirono altre tournées in Europa e negli Stati Uniti, fino a che, nel 1903, assunse la carica di Direttore della Scuola Nazionale di Musica di Roma, alla quale affiancò, a partire dal 1909, anche la direzione artistica del Teatro Costanzi. Questo doppio incarico non impedì a Mascagni di continuare i suoi viaggi di lavoro pel mondo, comprese due tournée in Sud America, durate diversi mesi. Nel 1927 Mascagni ricevé la delega dal Governo in qualità di rappresentante dell'Italia in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte di Ludwig Van Beethoven, che avranno luogo a Vienna. Due anni dopo, nel 1929, fu inaugurata la Reale Accademia d'Italia e Mascagni venne insignito del premio prestigioso, insieme a Luigi Pirandello, Guglielmo Marconi, Gabriele D'Annunzio ed Enrico Fermi. Il 16 gennaio 1935 venne rappresentata alla Scala "Nerone", l'ultima opera di Mascagni, col libretto di Targioni-Tozzetti. In occasione del cinquantenario di Cavalleria rusticana l'opera fu incisa su disco. L'anno successivo, il 1941, diresse le celebrazioni per il cinquantenario dell' Amico Fritz, col tenore mascagnano Ferruccio Tagliavini. Tra il 1943 e il 1944 Mascagni terminò la sua carriera di direttore al Teatro Costanzi di Roma. Pietro Mascagni morì nella camera del suo appartamento all'Hotel Plaza di Roma (sua residenza stabile dal 1927). Ancora oggi si può visitare il suo sepolcro al Cimiteri della Misericordia dell'Ardenza (quartiere di Livorno). Dal punto di vista stilistico la musica di Mascagni è spesso definita esasperata per la propensione verso gli acuti e per il largo uso ch'egli fa del declamato nelle sue opere. In realtà ciò riguarda una parte della sua produzione operistica ( specialmente l'ultima fatica, il Nerone ), quella finale, quando si era già in pieno clima espressionistico. Nei primi lavori ( Cavalleria, Amico Fritz, Ratcliff, Iris, Maschere e Rantzau ) è invece vivo uno stile fine ma decadente, che riaffiora similmente nella poesia e nella pittura di quel tempo. L'unica vera e propria opera verista di Mascagni fu Cavalleria, il cui successo venne emulato poi da Leoncavallo coi Pagliacci. Quanto a Giordano, che spesso viene definito compositore verista ( e giustamente, per opere minori come Mala vita ) il suo stile è assai più vicino a Puccini che a Mascagni. L'opera italiana a cavallo fra i due secoli scorsi non fu infatti tutta verista: vi fu infatti il boom del verismo dopo Cavalleria, ma ben presto, già dal 1896, quest'ultimo cedette il posto all'opera decadentista e, più tardi, a quella espressionista, e di tutti e tre questi stili Mascagni si fece grande ambasciatore, anche se spesso mal compreso. Fiori di Ken Dale

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