giovedì 20 dicembre 2007

Walter Chiari

Walter Chiari - pseudonimo di Walter Annichiarico - (Verona, 2 marzo 1924Milano, 20 dicembre 1991) è stato un attore, comico e conduttore televisivo italiano. Nato da una famiglia originaria di Andria, si trasferisce a Milano dove inizia a praticare il pugilato, diventando nel 1939 campione lombardo della categoria pesi piuma. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene inquadrato nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana. In quel periodo collabora come autore di vignette umoristiche al settimanale L'Orizzonte della Decima Mas. Conclusa la guerra, viene imprigionato dalle truppe alleate nel famigerato campo di concentramento americano di Coltano, in provincia di Pisa (lo stesso in cui venne rinchiuso il poeta Ezra Pound). Decide quindi di abbandonare il pugilato e avviarsi, forte anche delle sue doti comiche, alla carriera di attore. Nel 1946 ottiene la sua prima parte di rilevo in teatro grazie a Marisa Maresca, che lo inserisce in Se ti bacia Lola. Di qui ha inizio una lunga carriera nel teatro di rivista dove, oltre che per la bella presenza, si fa notare per le innate capacità d'improvvisazione. Partecipa quindi a Gildo (1950), Sogno di un Walter (1951) Tutto fa Broadway (1952) con ottimo successo personale. Nel frattempo esordisce nel cinema con Vanità (La Gibigianna), diretto da Giorgio Pàstina nel 1947, in cui è calato in un personaggio drammatico curiosamente doppiato da Alberto Sordi. Molto più noti sono i successivi ruoli in film-commedia come Totò al giro d'Italia (1948) e I cadetti di Guascogna (1950), in cui lavora con l'esordiente Ugo Tognazzi. Nel 1951 Luchino Visconti gli offre il ruolo del giovanotto cialtrone, modesto dongiovanni di borgata, in Bellissima; questo ruolo, citatissimo dalla critica, è fonte di grandi soddisfazioni artistiche, ma Walter continua nel teatro leggero, nella commedia musicale (Un mandarino per Teo e Buonanotte Bettina, entrambi di Garinei e Giovannini) e nel cinema di genere, al quale continua infaticabilmente a lavorare prendendo parte, tra gli altri, ai film del filone comico-giudiziario Un giorno in pretura (1953), Accadde al commissariato (1954), Accadde al penitenziario (1955); film dai quali, qualche anno più tardi, prenderà origine la cosiddetta commedia all'italiana. Nel 1957 viene scritturato in una produzione americana girata a Cinecittà da Mark Robson. In questo film, intitolato La capannina, Walter Chiari ha l'opportunità di lavorare con Ava Gardner. (Lui stava con Lucia Bosè, Ava con il torero Dominguin, hanno fatto semplicemente uno scambio di coppia!)Con lei intreccerà un chiacchierato e tumultuoso flirt, che lo fa balzare nelle pagine di cronaca mondana su tutte le riviste del mondo. Questa inaspettata pubblicità gli fa ottenere anche un ingaggio a Broadway, dove nel 1961 interpreta ben 113 repliche della commedia musicale The Gay Life, tratta da Schnitzler. Dotato di grandi capacità parodistiche, parlatore infaticabile (sarà poi uno dei migliori attori alle prese con il monologo), negli anni '60 Walter Chiari trova finalmente nella televisione il mezzo più congeniale alla sua comicità, tanto da diventare in pochi anni il più noto e apprezzato comico televisivo italiano, con la sua voce un po' roca ed il gesticolare a scatti. Sul piccolo schermo ripropone numerosi sketch tratti dalle sue riviste, il più celebre dei quali rimane quello del Sarchiapone, recitato con la fedele spalla Carlo Campanini; partecipa come ospite fisso a numerose trasmissioni, su tutte Studio Uno, con la regia di Antonello Falqui. Al cinema interpreta ancora alcuni ruoli degni di nota: ne La rimpatriata (1962) di Damiano Damiani è il ragazzone un po' strafottente che rimette insieme un gruppo di vecchi amici per una serata di evasione, e che si conclude invece con amare riflessioni; ne Il giovedì (1963) di Dino Risi è invece un uomo profondamente immaturo, alle prese con il suo improbabile ruolo di padre. Nel 1968 conduce in televisione un'edizione di Canzonissima in trio con Mina e Paolo Panelli. Nel 1970, l'attore viene accusato di consumo e spaccio di cocaina; nel vortice di uno scandalo ingigantito dai media e dalla stampa dell'epoca, Walter Chiari sconterà una pena detentiva tra il maggio e l'agosto del 1970. Durante la carcerazione nasce il suo unico figlio, Simone, avuto dall'allora moglie Alida Chelli. L'accusa di spaccio cadrà, ma non quella di consumo personale. Al 1979 risale una delle sue ultime partecipazioni di rilievo in RAI dove, coadiuvato da Augusto Martelli, conduce la trasmissione Una valigia tutta blu. Soltanto nel 1986 verrà riabilitato dal mondo dello spettacolo, che lo vede tornare in RAI con le sette puntate di Storia di un altro italiano, biografia appassionata, con la regia di Tati Sanguinetti e al cinema con il film Romance di Massimo Mazzucco, per il quale ottiene una nomination come migliore interpretazione alla Mostra del Cinema di Venezia, non vincendo il premio per un soffio ( in tale occasione, dato già per sicuro vincitore, Chiari aveva offerto da bere champagne agli amici). Nel 1990 interpreta il suo ultimo film, Tracce di vita amorosa di Peter Del Monte. Muore a 67 anni nella sua abitazione di Milano, solo e quasi dimenticato, il 20 dicembre 1991 a causa di un infarto. Per ironia della sorte, poche ore prima di morire si era sottoposto ad un check-up completo, risultato perfettamente regolare. A lui, ed al celebre Sarchiapone, è dedicato il concorso che si svolge ogni anno a Cervia in primavera, riservato ai giovani comici emergenti. Il film del 1996 di Pupi Avati, Festival, è ispirato a Chiari e alla sua mancata vittoria, come miglior attore, alla Mostra del Cinema di Venezia. Filmografia scelta: Totò al giro d'Italia, I cadetti di Guascogna, Bellissima, L'ora della verità, Gli uomini che mascalzoni, Un giorno in pretura, Accadde al commissariato, Donatella, Buongiorno tristezza, La rimpatriata, Il giovedì, Made in Italy, Sono fotogenico, Romance, Tracce di vita amorosa. Dipinto dell' Angelico

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