mercoledì 16 gennaio 2008

Elena di Baviera

Alberi in inverno di CarbonettiElena Wittelsbach (183416 gennaio 1890) (detta Nenè n.d.F.)è stata una nobile austriaca. Duchessa in Baviera, era la terza figlia di Ludovica di Baviera e di Massimiliano duca in Baviera. Era sorella maggiore di Elisabetta imperatrice d'Austria ( la famosa Sissi n.d.F.) e di Maria Sofia regina delle Due Sicilie. Come i suoi fratelli, crebbe in una condizione di notevole libertà, soprattutto quando la famiglia si trasferiva in estate a Possenhofen. Spesso seguiva il padre e la vivace Elisabetta nelle loro escursioni sui monti e passeggiate nei boschi. Elena, al contrario dei famigliari, era cattolica praticante, si recava spesso dai malati e si dava ad opere di carità. Era quindi molto amata in tutto il circondario. Nel cercare un buon partito da far sposare a suo figlio Francesco Giuseppe d'Austria, Sofia di Wittelsbach scelse la seria e umile Elena, benchè rimproverasse la sorella Ludovica dell'educazione poco aristocratica impartita ai suoi figli. Pur di vedere la figlia sul trono austriaco, Ludovica impose alla figlia maggiore di imparare il francese (lingua ufficiale delle corti europee) e di imparare tutto il complicato cerimoniale della corte imperiale. Le madri avevano pensato di fare incontrare i due giovani, che si erano visti soltanto una volta a Innsbruck da bambini, a Bad Ischl. Per l'occasione, Ludovica portò con sé anche Elisabetta: appena vide l'incantevole fanciulla, Francesco Giuseppe se ne innamorò subito e a nulla valsero le critiche di Sofia. Il ballo della vigilia del compleanno di Francesco Giuseppe doveva essere la serata di Elena: il fidanzamento sarebbe stato ufficializzato con la consegna di un bouquet da parte dello sposo alla futura consorte. Francesco Giuseppe però diede i fiori a Elisabetta e ballò con lei tutti i balli che erano stati invece previsti con Elena. Il giorno dopo infatti chiese la mano di Elisabetta alla zia. Ludovica ne fu sorpresa ma, a conti fatti, le era indifferente quale figlia salisse al trono. Delusa e afflitta era invece Elena, che si sentiva rifiutata dall'uno e tradita dall'altra. Arrivata a 22 anni, Elena era quasi considerata una vecchia zitella e le speranze di trovarle marito si riducevano con il passare del tempo. Ludovica però si mise in azione per cercarle un buon partito prima che fosse troppo tardi. Puntò su Massimiliano Antonio principe ereditario di Thurn und Taxis. Il casato proveniva da una famiglia nobile lombarda e aveva trovato la sua fortuna quando Massimiliano I d'Asburgo li ammise nella nobiltà di diritto ereditario dell'impero. Nel 1615 un Taxis venne nominato maestro della posta imperiale; un incarico che dopo divenne ereditario. I Thurn und Taxis si considerano, non a caso, i fondatori della posta. Ludovica, ancora una volta, progettò di far incontrare i due giovani a Possenhofen e stavolta il suo piano riuscì. Massimiliano non era bello ma colto e apprezzò le virtù interiori della ragazza. I genitori di Massimiliano, allettati dalla prospettiva di imparentarsi con l'imperatore, furono d'accordo per il matrimonio. Il re Massimiliano II di Baviera però, zio di Elena, dissentì in quanto la famiglia Thurn und Taxis, sebbene ricca e di origini antiche, non era all'altezza dei Wittelsbach, di cui i duchi in Baviera erano un ramo collaterale. Elisabetta allora si sentì in dovere, dopo il tradimento fatto alla sorella, di intercedere in suo favore. Le due sorelle, in realtà, erano molto affezionate e già da tempo il loro rapporto era tornato sereno. L'imperatrice trovava in lei anche un'amica fidata con cui sfogare il proprio malcontento nei confronti della corte di Vienna e della suocera Sofia. Tra di loro parlavano sempre in inglese, una lingua incomprensibile per molti. Per opera di Elisabetta, venne dato il consenso reale: Elena avrebbe mantenuto il rango di principessa di Thurn und Taxis e duchessa in Baviera anche dopo il matrimonio. A Possenhofen vennero celebrate le nozze il 24 agosto 1858. Il 22 dicembre gli sposi fecero il loro ingresso a Regensburg, dove la popolazione accolse Elena con calore. Dopo aver dato alla luce due bambine, Elena dovette lasciarle alla madre per andare in aiuto di Elisabetta che aveva raggiunto Corfù per motivi di salute dovuti alla sua continua depressione e insofferenza alla vita di corte e al cerimoniale. Il consiglio che le dava era sempre lo stesso: cercare un compromesso e pazientare con la zia Sofia. Nacque nel 1862 il primo figlio maschio ma la gioia di Elena e Massimiliano era offuscata dalla salute cagionevole dei bambini. Già da tempo Massimiliano Antonio appariva gonfio e invecchiato senza che i medici riuscissero a stabilire una diagnosi. Quando gli fu diagnosticata una grave patologia nervosa, era ormai troppo tardi e neppure i migliori specialisti accorsi a Regensburg riuscirono a salvarlo. Morì a 36 anni. Elena si disperò per il dolore. Il suo era stato il matrimonio più felice tra le sorelle. Tutti a Regensburg piangevano la morte del loro principe, il quale si era dato insieme alla moglie a numerose opere di carità. La vedova assisteva ogni giorno ad una messa celebrata davanti la tomba del marito. Passò molto tempo prima che riuscisse a ritrovare la serenità. Elena e Massimiliano ebbero quattro figli; Luisa Matilde (1 giugno 1859-1948), che sposò il 21 giugno 1879 a Regensburg Federico di Hohenzollern-Sigmaringen; Elisabetta Maria (28 maggio 1860-Odenburg, 7 febbraio 1881), sposa di Michele di Braganza; Massimiliano Mario(24 giugno 1862-2 giugno 1885); Alberto (9 maggio 1867-22 gennaio 1952), che sposò Margherita d'Ungheria, dalla quale ebbe sette figli. Acquistò il castello Tutzing, sulle rive del lago Starnberg, per poter stare vicino alla famiglia. Con la morte del marito e del suocero subito dopo, la famiglia Thurn und Taxis era in balia degli eventi: Bismarck aveva privato la famiglia del monopolio del servizio postale in Germania. Elena doveva quindi riuscire a gestire gli affari economici della famiglia almeno fino alla maggiore età dei figli. Viaggiava spesso per l'Europa, come del resto facevano Elisabetta e Maria Sofia, ma facendo sempre ritorno a casa per dover badare agli affari. Arrivò poi anche il momento di dover maritare le figlie. I figli maschi erano invece sotto la la tutela dei precettori perché studiassero. Il ruolo di capofamiglia venne meno con la maggiore età di Massimiliano, che a 21 anni divenne il settimo principe di Thurn und Taxis assumendo il governo. Alla morte di questi, assunse il governo il fratello Alberto quando, due anni dopo, divenne maggiorenne. La figlia Elisabetta rese Elena nonna per la prima volta. Tuttavia il parto danneggiò ulteriormente la sua salute malferma e morì a soli 21 anni. Elena cercò conforto, ancora una volta, nella fede ma quando pochi anni dopo morì anche il figlio Massimiliano, la disperazione si tramutò quasi in pazzia e in un allontanamento dal resto del mondo. La depressione cronica sembra essere ereditaria nella famiglia reale di Baviera: tutti i figli di Ludovica e altri esponenti della famiglia ne soffrivano e i numerosi matrimoni tra consanguinei aumentarono l'incidenza della malattia. Alberto, nonostante la giovane età, diede impressione alla madre di essere un buon principe pertanto ritrovò maggiore serenità. Tempo dopo però Elena si ammalò gravemente per un'infiammazione alla gola che le impedì di nutrirsi. Le forze l'abbandonarono in più fu colta da febbre alta e da delirio. L'imperatrice Elisabetta rimase accanto alla sorella fino alla fine. I funerali si svolsero in un clima di profondo dolore per gli abitanti di Regensburg: Elena era infatti la loro amata benefattrice. Venne seppellita nella cripta della famiglia Thurn und Taxis. FONTE: http://it.wikipedia.org/wiki/Elena_di_Baviera

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bello leggere che qcn ha deditato una pagina ad Elena di Baviera. Penso che sarebbe molto bello che un giorno si facesse una fiction tutta dedicata a lei, sempre cosi' messa in ombra da Sissi, che mettesse in luce la sua bonta' d'animo che nn le ha portato nessun risentimento verso la sorella e l'amore sincero (cosa rara tra i nobili di quel tempo) tra lei e Massimiliano. Chissa' ...