sabato 9 febbraio 2008

Carla Del Ponte

Cinque uomini famosi di Paolo UccelloCarla Del Ponte (Lugano, 9 febbraio 1947) è una magistrata svizzera. Attualmente è ambasciatrice svizzera in Argentina. È stata procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale delle Nazioni Unite dal 1999 al 2007. Parla fluentemente italiano, francese, inglese e tedesco. È divorziata, con un figlio. Dopo aver trascorso la sua infanzia e l'adolescenza a Bignasco, dove il padre gestisce un albergo con ristorante, studia legge a Berna e a Ginevra, ottenendo nel 1972 la patente di avvocato e notaio. Una volta finiti gli studi, esercita la professione di avvocato dapprima in uno studio d'avvocatura a Lugano, in seguito, dal 1975, in uno studio proprio. L'attività svolta, pur essendo proficua dal profilo dell'esperienza, non corrisponde alle sue ambizioni. Nel 1981 è nominata giudice istruttore, funzione che eserciterà per tre anni, prima di essere nominata alla carica di procuratrice pubblica per il Sottoceneri a Lugano. Istruisce in particolare cause di criminalità economica, di traffico internazionale di droga e di crimine organizzato. Grazie ad una buona dose di caparbietà e alle consistenti competenze progressivamente acquisite, attorno a Carla Del Ponte si crea presto una fama di giudice temibile e scomodo, tanto da essere soprannominata Carlita la peste. L'attività su questo tipo di reati richiede di ampliare le indagini fuori dai confini svizzeri, per questo avvia diverse collaborazioni con gli organi giudiziari di altri paesi; in particolare è da menzionare la proficua collaborazione con Giovanni Falcone, che consente tra l'altro di provare il legame tra il riciclaggio di denaro effettuato in Svizzera e la mafia siciliana nel quadro dell'indagine, avviata già nel 1979, sul traffico di droga tra Italia e Stati Uniti denominata "pizza connection". Nel 1988, mentre queste indagini sono in corso, sfugge - grazie a una provvidenziale serie di circostanze - a un attentato nella casa di Palermo di Giovanni Falcone, nelle cui vicinanze era stato nascosto dell'esplosivo. Il giudice Falcone sarà assassinato dalla mafia nel 1992, insieme alla moglie e alla scorta, nella cosiddetta Strage di Capaci. Il 1° aprile 1994 Carla Del Ponte è nominata Procuratrice generale della Confederazione elvetica e diventa membro della commissione federale "criminalità economica". Nel suo nuovo mandato federale si fissa come priorità di combattere contro il crimine organizzato e contro le mafie di qualsiasi origine, che trovano complicità in Svizzera. La piazza svizzera, così come altre piazze finanziarie, è utilizzata infatti da associazioni criminali desiderose di mettere al sicuro il denaro proveniente dalle loro attività illecite: quali essenzialmente e principalmente il traffico di droga, armi, corruzione, ma anche la frode fiscale. Questo programma causa la resistenza di certi ambienti finanziari, dove l'azione della Procuratrice generale suscita preoccupazioni, sfiducia e persino una certa ostilità, visto che gli intermediari finanziari e bancari svizzeri temono di perdere i privilegi di cui beneficiano all'epoca con una legislazione protettiva nei loro confronti. Per permettere una migliore trasparenza nella ricerca e nella persecuzione del riciclaggio di denaro, fa pressione sugli esponenti del Parlamento e del Governo perorando una modifica della legislazione. Grazie anche a questa opera, il 1° aprile 1998 entra in vigore in Svizzera la Legge sul riciclaggio di denaro, la quale introduce delle norme di diligenza molto severe che riguardano gli intermediari finanziari, e pertanto anche le banche. Dopo aver lavorato per cinque anni nella magistratura svizzera, nel 1999 Carla Del Ponte diventa procuratore del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY), sostituendo Louise Arbour e viene contemporaneamente incaricata di seguire il dossier sul genocidio in Ruanda nel Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda, ma nel 2003 deve rinunciare al mandato per le pressioni del governo ruandese che la accusa di rallentare l'iter giudiziario. A questa carica viene sostituita con Hassan Bubacar Jallow. Il mandato di procuratore per l'ICTY scade nel dicembre 2007; il suo successore è il giudice belga Serge Brammertz, già presidente della commissione d'inchiesta sull'assassinio di Rafiq al-Hariri. Dal gennaio 2008 ricopre la carica di ambasciatore svizzero in Argentina. Si tratta di una nomina a sorpresa; è piuttosto inusuale per la Svizzera conferire un mandato di ambasciatore ad una persona non cresciuta nei ranghi diplomatici. Nella sua carriera Carla Del Ponte non ha mancato di suscitare un gran numero di critiche - positive ma anche negative - e polemiche, prima per i suoi interventi in ambito finanziario e poi per quelli in ambito internazionale. La critica maggiore che le viene mossa è quella che indagini importanti, condotte con consistente utilizzo di risorse sia politiche che economiche, abbiano portato tutto sommato a risultati limitati e forse deludenti. Sul piano interno, Carla Del Ponte ha ottenuto che venisse modificata la legislazione svizzera in materia economica, ma le numerose inchieste avviate non hanno portato di fatto alle incriminazioni eccellenti che molti si sarebbero aspettati, il che ha alimentato i sospetti di una sua certa qual connivenza con gli ambienti finanziari internazionali, che ne avrebbero favorito l'ascesa. Sul piano internazionale, le viene addebitato il fatto che nessuna delle grandi inchieste da lei condotte abbia portato i risultati attesi: in particolare, il fallimento di ogni tentativo di arrestare e processare i più famosi accusati dei crimini nella ex-Jugoslavia, come Ratko Mladić e Radovan Karadžić, contro i quali è stato emesso un mandato d'arresto internazionale mai eseguito. Accanto a questo, la già citata accusa di avere rallentato le indagini in Ruanda e quella di avere pilotato la propria ascesa grazie ad una collaborazione non sempre trasparente con le autorità americane, in particolare con l'amministrazione Clinton e soprattutto con l'allora Segretario di Stato Madeleine Albright, che avrebbe anche avuto un ruolo nella caduta del Presidente Russo Boris Eltsin. Un particolare intreccio di tutte queste vicende (la presunta protezione delle lobbies svizzere, i problemi nel portare a conclusione le inchieste sui crimini nella ex-Jugoslavia e il ruolo nella caduta di Eltsin) venne svelato in un'intervista del dicembre 2002 alla rivista tedesca Konkret da Felipe Turover, uno spagnolo fuggito in Unione Sovietica con i genitori ai tempi del franchismo, tornato in Spagna dopo la caduta del dittatore e tornato a Mosca con il ruolo di consulente finanziario a livello governativo. Turover è uno dei principali testimoni dell'affare che coinvolse la società Mabetex, azienda di Lugano di proprietà di un kossovaro con passaporto svizzero, ditta operante nell'edilizia e accusata di avere ricevuto appalti miliardari da Mosca in cambio di grosse tangenti per i dirigenti russi, scandalo conosciuto a livello mediatico come Russiagate. Egli dichiara che, per motivi non meglio precisati, Carla Del Ponte avrebbe insabbiato gran parte dell'inchiesta, mettendone anche a repentaglio la vita rivelando la sua identità al Corriere della Sera; le rivelazioni ai giornali avrebbero poi di fatto portato alla caduta di Eltsin, coinvolto nello scandalo, e anche allo scatenarsi della guerra in Cecenia, a causa di attentati terroristici a Mosca attribuiti ai ceceni ed invece, secondo Turover, effettuati ad arte per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica, sia interna che internazionale, dall'affare Russiagate; l'operazione sarebbe stata orchestrata anche dal governo americano, preoccupato di limitare l'influenza di Eltsin dopo l'occupazione da parte delle truppe russe dell'aeroporto di Pristina. Sempre secondo Turover, una sua denuncia contro Carla Del Ponte sarebbe stata rapidamente archiviata dal suo successore Valentin Roschacher e, dopo che egli aveva denunciato anche quest'ultimo, il Consiglio Confederale svizzero avrebbe aperto un'inchiesta particolare sulla vicenda. Tutte queste accuse e questi sospetti non sono stati provati finora. Secondo alcuni la recente nomina ad Ambasciatore in Argentina sarebbe una mossa intesa ad allontanare dai fronti caldi internazionali un personaggio che sarebbe diventato scomodo e difficile da gestire anche per coloro che ne avrebbero favorito l'ascesa. In un'intervista del dicembre 2007 al quotidiano bosniaco Dnevni Avaz, l'ex primo vice procuratore capo del TPI per la ex Jugoslavia Geoffrey Nice attacca Carla Del Ponte affermando che ha agito come un politico dilettante più che come un magistrato, che la sua implicazione nella politica è stata inappropriata e inaccettabile e fa allusioni - non specificate - sul fatto che la procuratrice avrebbe ricevuto istruzioni sulle persone da incriminare. Il 13 gennaio 2001 riceve il premio Zolfanello d'oro del Comune di Dogliani «in considerazione del ruolo attivo che sta svolgendo per l'affermazione dei diritti fondamentali della persona umana nel mondo intero» e per «aver saputo accendere la speranza nella giustizia». Nel 2002 le viene conferita una laurea honoris causa all'Università Cattolica di Lovanio per il suo impegno nella difesa dei diritti fondamentali dell'uomo. Nel 2002 le viene attribuito il "premio della pace di Westfalia" per il suo coraggio esemplare nella messa in luce dei delitti della ex Jugoslavia. Il 23 marzo 2006 le viene attribuito, con motivazioni identiche a quelle già espresse per il premio Westfalia, il premio della fondazione Wartburg di Eisenach riservato a personalità distintesi a favore dell'unità europea. Il 20 settembre 2007 la Hochschule für Wirtschaft HSW Luzern (Scuola universitaria di economia Lucerna) le conferisce il premio "Corporate Women Award Switzerland 2007". Il 21 settembre 2007 Soroptimist, organizzazione mondiale di donne attive professionalmente, le conferisce il premio per la pace 2007 "per il suo grande impegno in favore dei diritti umani, della pace e della giustizia sociale". Il 12 gennaio 2008, al sesto gala "Swiss Award", una giuria di cento personalità la designa personaggio svizzero dell'anno nel settore della politica per il suo lavoro alla testa del Tribunale penale internazionale sulla ex Jugoslavia. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Carla_Del_Ponte

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