giovedì 28 febbraio 2008

Giovanna la Beltraneja

Dama/discepolo MoroGiovanna di Trastamara o Giovanna di Castiglia, detta la Beltraneja e anche (in portoghese: la excelente señora, in castigliano Juana de Trastámara, apodada la Beltraneja, poi la religiosa de Coimbra e in catalano Joana de Castella la Beltraneja; Madrid, 28 febbraio 1462Lisbona, 1530) è stata una sovrana spagnola. Regina di Castiglia e León dal 1474 al 1479 e regina consorte del Portogallo dal 1475 al 1479. Figlia del re di Castiglia e León, Enrico IV (figlio del re di Castiglia e León Giovanni II e di Maria d'Aragona, figlia di Ferdinando I e di Eleonora d'Alburquerque) e della principessa portoghese, Giovanna del Portogallo figlia postuma del re del Portogallo Edoardo (figlio del re del Portogallo João I o Giovanni I d'Aviz e di sua moglie, Filippa di Lancaster) e di Eleonora (1402-1445), figlia del re della corona d'Aragona e di Sicilia, Ferdinando e di Eleonora d'Alburquerque (1374 - 1435).Suo padre era fratellastro di Isabella I di Castiglia, la Cattolica, che gli contestò la successione sul trono di Castiglia, mentre sua madre era sorella del re del Portogallo, Alfonso V, e di Eleonora del Portogallo (1434-1467), che sposò l'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico III. Al momento della sua nascita, nel 1462, suo padre, Enrico, era già chiacchierato e dai suoi avversari politici era già definito, l'Impotente, per il fatto che, nel 1453, era stato constatato, che, dopo tredici anni, il suo primo matrimonio con Bianca di Aragona, non aveva generato alcuna discendenza e sopratutto che non era stato ancora consumato, e quindi papa Niccolò V aveva sciolto il legame per consanguineità (Enrico e Bianca erano cugini primi, il padre di Bianca, Giovanni era fratello di Maria, la madre di Enrico).Quando nel 1454, Enrico era divenuto re di Castiglia il titolo di principe delle Asturie era passato al suo fratellastro, Alfonso (1453 - 1468), che, da una delle fazioni di nobili di corte, già veniva chiamato Alfonso XII; ora questa fazione, molto abilmente, sfruttando la voce che Enrico IV fosse impotente, aveva messo in giro la diceria, molto probabilmente inventata, che la figlia di Giovanna del Portogallo fosse figlia non di Enrico IV, ma di uno dei migliori amici di Enrico, Beltrán de la Cueva, che in quegli anni aveva fatto una rapida carriera alla corte castigliana. E fin dalla nascita, le fazioni contrarie al re cominciarono a denominare Giovanna, a cui il padre aveva dato il titolo di principessa della Asturie, col soprannome Beltraneja. Le due fazioni della nobiltà castigliana cercarono di far nominare erede al trono ciascuna il proprio candidato e le cortes, nel 1464, si pronunciarono a favore di Giovanna, riconoscendola figlia legittima, ma la fazione avversa, nel 1465, tenne una assemblea ad Ávila (Farsa de Ávila), dove Alfonso (Alfonso XII) fu proclamato re. Enrico riuscì a raccoglire un esercito per opporsi al sopruso subito e lo scontro avvenne nelle vicinanze di Olmedo, dove Alfonso si era acquartierato, il 20 agosto del 1467; Enrico riportò la vittoria, non molto netta, ma non entro in Olmedo, permettendo agli avversari di sostenere di aver vinto. Nel frattempo, sua madre, Giovanna del Portogallo fu inviata a Coca (50km. da Segovia), nel castello del vescovo Fonseca un sostenitore del re Enrico; e sembra che qui abbia incontrato il nipote del vescovo, Pedro de Castilla y Fonseca, con cui allacciò una relazione. Dopo la regina Giovanna fu trasferita nel convento di san Francesco a Segovia. Suo padre, Enrico, di carattere debole, non seppe reprimere la ribellione, e, dopo la morte di Alfonso (1468), la nobiltà gli impose di firmare un trattato (Tratado de los Toros de Guisando) nel quale riconosceva di fatto l'illegittimità di Giovanna, designando come erede la propria sorellastra, la sorella di Alfonso, Isabella di Castiglia, con la clausola che Isabella avrebbe sposato, il re del Portogallo, Alfonso V, mentre Giovanna avrebbe sposato il figlio di Alfonso, Giovanni II e che se Isabella non avesse avuto eredi, Giovanna gli sarebbe succeduta sul trono di Castiglia. Nel 1469, però, dopo che la sorellastra si era sposata, contro la sua volontà, con l'erede al trono di Aragona, Ferdinando, Enrico ritrattò il precedente accordo, giurò pubblicamente, assieme alla moglie, che Giovanna era sua figlia legittima e la proclamò erede al trono, con la Cerimonia de la Val de Lozoya, un prato vicino a Buitrago. Nello stesso tempo Enrico cercò di maritare la figlia con un eventuale marito che potesse proteggerla, ed il miglior candidato sembrò essere il conte di Guienna, Carlo di Valois, Duca di Berry, fratello del re di Francia, Luigi XI. Il compromesso di matrimonio fu firmato a Medina del Campo, nel 1470, ma purtroppo due anni dopo, Carlo di Valois morì non ancora trentenne. Nel 1474, sua madre, Giovanna del Portogallo, per via delle relazioni extramatrimoniali fu ripudiata dal marito che dichiarò che il matrimonio non era mai stato valido e fu costretta a rientrare in Portogallo. Però quando Enrico IV morì, l'11 dicembre del 1474, Giovanna rientrò in Castiglia per sostenere la figlia, Giovanna detta la Beltraneja, legittima erede del trono, contro Isabella, i cui sostenitori non avevano cambiato idea e ritenevano legittima la successione di Isabella, per il Tratado de los Toros de Guisando. I nobili castigliani si erano divisi in due partiti, uno a favore di Giovanna ed uno a favore di Isabella (in questo partito militò, sino alla morte, avvenuta nel 1492, il vecchio amico di Enrico IV e presunto padre di Giovanna, Beltrán de la Cueva). Giovanna cercò inutilmente di evitare la guerra, proponendo di affidarsi all'arbitrato di una commissione composta dai membri delle Cortes. Non se ne fece nulla e puntualmente tra i due partiti scoppiò una guerra civile. Giovanna del Portogallo non poté vedere la vittoria di Isabella perchè morì nei primi mesi di guerra, e prima di morire combinò il matrimonio, che fu celebrato il 30 maggio del 1475, di sua figlia, Giovanna detta la Beltraneja, con suo fratello il re del Portogallo, Alfonso V. Giovanna del Portogallo morì il 13 giugno del 1475. Immediatamente il re del Portogallo, Alfonso V, dichiarato re di Castiglia e León, dai partigiani della moglie, nonostante che Isabella fosse già stata incoronata regina col marito Ferdinando, invase la Castiglia (estate del 1475), per difendere i diritti di sua moglie; nel frattempo aveva stretto un'alleanza col re di Francia, Luigi XI, che pretendeva di rientrare in possesso della provincia del Rossiglione, che era stato occupato dal re di Aragona, Giovanni II, suocero di Isabella. Luigi XI attaccò in Biscaglia, mentre in Castiglia lo scontro decisivo avvenne nei pressi di Toro, la città in cui si era insediata e dove teneva la corte Giovanna; il 1° marzo 1476, nella battaglia di Toro, mentre Alfonso fu messo in fuga da Ferdinando, marito di Isabella e comandante dell'esercito castigliano, il figlio, Giovanni, tenne le posizioni sconfiggendo le forze che gli erano contrapposte; la battaglia non era stata decisiva, ma vedendo che i loro sostenitori in Castiglia diminuivano e sopratutto diverse città e contee che prima li sostenevano, tra cui Madrid, passarono dalla parte di Isabella, Giovanna, scortata dal figliastro Giovanni e Alfonso si ritirarono in Portogallo, avendo lasciato, a Toro, una guarnigione portoghese che si sarebbe arresa ai castigliani, nel mese di ottobre. Nel 1477, Alfonso si recò in Francia per richiedere l'aiuto del re, Luigi XI, ma dopo aver intavolato delle trattative si accorse di non approdare ad alcun risultato e rientrò mestamente in Portogallo. Mentre Alfonso delegava i compiti di governo al figlio, Giovanni, sua cognata, Beatrice, la moglie di suo fratello, Ferdinando del Portogallo, si attivava per incontrare la nipote, Isabella di Castiglia, per trovare una soluzione e porre fine alla guerra, che si trascinò sino al 1479. Finalmente Beatrice, coadiuvata dal nipote il luogotenente Giovanni, trovò l'accordo che Alfonso V e Giovanna firmarono ad Alcáçovas (Viana do Alentejo), il 4 settembre del 1479, dove il re del Portogallo, Alfonso V e la moglie Giovanna rinunciavano ad ogni pretesa sul regno di Castiglia, sulle isole Baleari e sulle isole Canarie mentre i reali di Castiglia e Aragona (Isabella e Ferdinando, che nel frattempo aveva ereditato la corona d'Aragona) rinunciavano a Madeira, alle Azzorre e alle isole di Capo Verde ed inoltre lasciavano al Portogallo tutte le terre a sud del Capo Bojador; il trattato venne poi controfirmato dai re Cattolici a Toledo nel marzo del 1480. Alfonso V si era già ritirato nel convento di Varatojo a Torres Vedras, lasciando il governo (abdicando) nelle mani del figlio. Visse in monastero, senza più interessarsi di politica, sino alla morte che lo raggiunse il 28 agosto del 1481. Giovanna comprese che i suoi interessi erano stati traditi, quindi ferita nell'onore e nell'orgoglio si ritirò nel monastero di Santa Clara di Coimbra, dove, nel 1480, prese i voti. I re cattolici inviarono due loro rappresentanti a sincerarsi che Giovanna si fosse votata veramente a Dio, facendole sapere che era la decisione migliore. Nonostante i voti pronunciati, nel 1482, fu richiesta in moglie dal re Francesco Febo di Navarra, che dal 1481, governava direttamente il suo regno. Molto probabilmente questa richiesta era stata suggerita dal re di Francia, Luigi XI, con la speranza di creare dei problemi ai re Cattolici di Castiglia e Aragona. Le trattative non poterono essere concluse perché Francesco Febo, dopo alcuni mesi morì, avvelenato. Nel 1504, essendo rimasto vedovo di Isabella, Ferdinando II di Aragona, la chiese in moglie, con lo scopo di rimetterla sul trono di Castiglia e non dovere cedere il regno al marito di sua figlia, Giovanna detta la Pazza, Filippo d'Asburgo detto il Bello, che avrebbe governato per conto della moglie. Però Giovanna non prese in considerazione la proposta di quell'uomo che, circa trent'anni prima l'aveva definita: la figlia adulterina di Giovanna del Portogallo e di Beltrán de la Cueva. L'eccellente signora o la religiosa di Coimbra, come ora veniva chiamata Giovanna, lasciava spesso il convento per vivere a Lisbona sotto la protezione dei vari re portoghesi e, il 20 luglio del 1530, poco prima di morire, lei che per tutta la vita si firmò Yo la reina (io la regina) lasciò i suoi diritti sul regno di Castiglio al re del Portogallo, Giovanni III. Morì nel corso del 1530. Dato che i suoi resti mortali non sono stati trovati non si è potuto stabilire, attraverso il test del DNA, la vera paternità di Giovanna. Giovanna ad Alfonso V non diede discendenza. Pettegolezzi di corte: una visita ufficiale accertò che Bianca era ancora vergine, ma sembra che una indagine condotta a Segovia accertasse che l'erede al trono di Castiglia, Enrico, con le altre donne, fosse sessualmente abile-la regina era chiacchierata e si diceva che avesse delle relazioni extraconiugali-Isabella di Castiglia era la figlia di Isabella del Portogallo, la sorella di Beatrice-a Giovanna, come contropartita, le fu promesso il matrimonio con il primogenito dei re Cattolici, Giovanni d'Aragona e Castiglia, di circa un anno, quando avrebbe avuto l'età e la convenienza a farlo, se la cosa non fosse andata in porto Giovanna avrebbe avuto diritto ad un indenizzo di 100.000 ducati. Se Giovanna non avesse accettato la clausola, avrebbe dovuto ritirarsi in convento. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanna_la_Beltraneja

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