venerdì 22 febbraio 2008

Pdl: non candidiamo i condannati. Ma per Berlusconi non vale

The wizard/Burne JonesVeltroni se l’era augurato. «Anche altri partiti dovrebbero inserire dei vincoli alle proprie candidature, analoghi a quelli che il Pd si è dato nel suo codice etico». La destra l’ha preso in parola. Ovviamente, a modo suo. Se il codice etico approvato dal coordinamento nazionale del partito Democratico prevede che non ci siano «candidati che abbiano avuto condanne di primo grado», il Pdl ha deciso invece di escludere dalle liste chiunque abbia «procedimenti penali in corso». Ma fanno un’eccezione. Saranno infatti «esclusi, naturalmente, quelli che, come sappiamo, hanno un origine di carattere politico».Chi valuterà l’esistenza o meno di una «matrice politica» nel procedimento penale, non è dato sapere. Fatto sta che la norma suona come l’ennesima “legge ad personam” sfornata dal centrodestra. Si immagina che si stabilirà la chiara matrice politica delle accuse imputate a Silvio Berlusconi o a Marcello Dell’Utri, giusto per fare un esempio.Certamente nel “codice etico” abbozzato dal Popolo delle Libertà, non c’è il requisito della coerenza. Torna infatti nelle fila del Pdl Domenico Fisichella che vanta tre legislature nella Cdl ed una sotto le insegne della Margherita: Fisichella, tra i fondatori di An, aveva abbandonato il partito nel novembre del 2005 in polemica con il federalismo previsto dalla riforma costituzionale varata dal centrodestra e poi respinta dal referendum. Eletto senatore con la Margherita nell'ultima legislatura, il 24 gennaio 2008, ha votato contro la fiducia al governo Prodi, contribuendo a farlo cadere. Ora torna all’ovile.
Pubblicato il: 21.02.08 Modificato il: 21.02.08 alle ore 18.25 Fonte:
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=73129

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