giovedì 27 marzo 2008

Santa Augusta

HarrisonSanta Augusta è venerata coma santa dalla Chiesa cattolica e, insieme a san Tiziano è il patrono della città di Vittorio Veneto. La festa liturgica ricorre il 22 agosto. La storia di Santa Augusta è tutt'ora avvolta dal mistero, tuttavia una sembra essere l'unica ipotesi credibile, la quale coincide, almeno in parte, con la tradizione popolare e con il "Vita di Santa Augusta" edito nel 1550 (ma basato su un testo precedente, oggi scomparso) da Minuccio Minucci, allora vescovo di Ceneda, poi ripresa nel 1754 da un certo Andrea dell'omonima casata. Entrambi sostengono che ella fosse figlia di un capo goto, Matrucco, giunto nei pressi dell'attuale Vittorio Veneto, al seguito di Alarico nel 410 (solo secondo Andrea, perché Minuccio, invece, colloca vagamente nel tempo il martirio di Augusta nel periodo della fine dell'impero). Matrucco si stabilì su un colle, il Marcantone, sul quale fece costruire un castello (del quale ora non ci sono neppure pervenuti i resti) e, stando a quel che dice il Minucci, perseguitava i cristiani della vicina Ceneda. Sapendo dunque che sua figlia era stata iniziata al cristianesimo dalla sua balia Cita e frequentava assiduamente la chiesa, la interrogò a riguardo, ma visto che lei si ostinava a difendere la sua fede, la fece imprigionare per un certo periodo. In seguito le chiese se aveva cambiato idea, ma avendo lei negato le fece strappare due denti e la rinchiuse di nuovo, aspettando che si arrendesse e tornasse alla religione dei suoi antenati. Dopo diverso tempo Matrucco, vista la sua ostinazione e tenacia, decise che fosse bruciata viva, ma, secondo la tradizione, ella ne uscì illesa, cosicché si narra che venne legata ad una ruota e fatta rotolare da una collina. Minucci afferma che, non avendo ricevuta ferita alcuna, fu barbaramente decapitata. Si dice che il suo corpo fu rinvenuto in seguito sul colle Marcantone. Il culto di santa Augusta è stato ufficializzato solo nel 1754. Non si conosce la data della morte, e anche l'anno, il 410 secondo Andrea Minucci, non pare affatto attendibile, infatti fa riferimento ad una pietra seicentesca posta sul santuario della santa e quindi poco attendibile. Quello che però fa più dubitare sull'autenticità di questa vicenda è che prima del tredicesimo secolo non si hanno notizie né scritti riguardanti la santa. La prima citazione è, infatti, in un manoscritto del 1234 dove viene citato il Mons Sanctae Augustae (il che fa pensare che questo toponimo fosse già in uso da diverso tempo tra le popolazioni locali), nello statuto serravallese del 1360 si dice che il santuario di santa Augusta e il suo culto vantano origini antichissime e nello stesso periodo fu rinvenuta un arca lapidea con le ossa della martire. Secondo lo storico Graziani il Matrucco a cui si riferiscono i Minucci, non sarebbe altro che Manducco (da Mand-Huk, che significa capo popolo), probabilmente il padre di Totila, venuto al seguito dell'ostrogoto Teodorico, e non di Alarico re dei Visigoti. Infatti, l'invasione visigota aveva come obbiettivo il saccheggio di Roma e di altre città, non la conquista di un territorio, quindi risulta impossibile che Matrucco abbia fatto costruire il suo castello nel 410, ma è più credibile che sia stato costruito tra il quinto ed il sesto secolo, sotto il regno di Teodorico. A riprova di ciò, le persecuzioni nei confronti dei cristiani, di cui scrive Minucci, possono essere interpretate come quelle ostilità che si vennero a formare tra gli abitanti del posto e i dominatori goti di fede ariana, i quali non si integrarono mai, dal momento che Teodorico voleva mantenere divisi i due popoli. In quel periodo, inoltre, è noto che nel Cenedese esistevano alcune chiese cattoliche, di cui sono stati trovati dei resti, che furono probabilmente frequentate, come dice Minucci, da Augusta. Ella sarebbe stata quindi figlia di un Manducco, perseguitata dal padre, il quale non voleva (come tutti i capi Ostrogoti) che una donna della sua stirpe abbracciasse la fede degli abitanti del posto (che alla fine non erano altro che romani, e quindi nemici proprio come i Bizantini). Il nome Augusta sarebbe quello successivo alla conversione, dal momento che non si usava tra i goti. Infine, secondo un'altra ipotesi, sostenuta da alcuni storici vittoriesi, sarebbe stata la figlia di re Teodorico, Amalasunta, che alla morte del padre, avendo preso in mano il destino del suo popolo contro gli attacchi dei bizantini, fu uccisa da alcuni nobili, invidiosi del suo potere. La sua salma sarebbe poi stata trasportata dalle sue damigelle e i suoi fedelissimi sino a Serravalle (Vittorio Veneto), dove venne poi sepolta. Il nome attribuitole, cioè Augusta, in realtà non esisteva, e potrebbe perciò star a significare, intendendo Augusta come femminile di Augusto, l'origine "imperiale" della giovane. Esiste un'altra santa Augusta, venerata il 28 agosto (e non il 22), ma è di origine Frigia. Il santuario di santa Augusta, nel quale si conservano le sue reliquie, si trova su una collina a nord-est di Vittorio Veneto, in una posizione arroccata, dominante rispetto al resto della città. L'anno della costruzione della chiesa, o perlomeno del nucleo iniziale, è a noi sconosciuto. Si sa che fu restaurata nel 1450 e le cappellette che si trovano sulla via che collega Serravalle ad essa furono costruite nel seicento come voto alla santa per aver protetto, secondo le credenze, i serravallesi dalla peste. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Augusta_di_Serravalle

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