In memoriam/PatoFrancesca Mambro (Chieti, 25 aprile 1959) ex terrorista italiana di estrema destra, moglie di Giuseppe Valerio Fioravanti. Hanno preso parte alla commissione dei seguenti delitti ed eventi: Il 7 marzo 1979, alla vigilia della ricorrenza della Festa della Donna (8 marzo), un gruppo di estremiste di destra, tra le quali Francesca Mambro, piazzò una rudimentale bomba davanti alle finestre del Circolo culturale femminista nel quartiere Prati, a Roma. A pochi metri di distanza, Giuseppe Valerio Fioravanti ed altri estremisti armati, restavano a copertura, pronti eventualmente ad intervenire. Il 28 maggio 1980 partecipò all'attentato compiuto davanti al liceo romano Giulio Cesare in cui fu assalita la pattuglia di vigilanza e fu ucciso l'appuntato di polizia Francesco Evangelista (detto "Serpico"), e fu ferito il suo collega Giuseppe Manfreda. Il 23 giugno 1980 Fioravanti, Mambro e Cavallini uccidono a Roma il sostituto procuratore Mario Amato. Il magistrato, 42 anni, è appena uscito di casa; da due anni conduce le principali inchieste sui movimenti eversivi di destra. Ha ereditato i fascicoli d’indagine dal giudice Vittorio Occorsio. Poco prima di essere assassinato aveva chiesto l’uso di un auto blindata. Gli fu negato. All’indomani dell’omicidio, i Nar telefonano ad un quotidiano e fanno ritrovare un volantino di rivendicazione che dice: «Oggi 23 giugno 1980 alle ore 8:05, abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati. Oggi egli ha chiuso la sua squallida esistenza imbottito di piombo. Altri, ancora, pagheranno». Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando «alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi». Il 2 agosto 1980 (Strage di Bologna) una bomba nella sala di aspetto di seconda classe della stazione di Bologna uccise 85 persone. Per questo attentato furono condannati all'ergastolo, quali esecutori materiali dell'attentato, i terroristi Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (sentenza resa definitiva in Cassazione il 23 novembre 1995). Di questa strage la Mambro ed il Fioravanti in seguito si sono sempre proclamati innocenti adducendo di non avere particolari ragioni (anche a causa del numero di ergastoli rispettivamente già accumulati in precedenza) per eventualmente negarne la paternità nel caso l'avessero compiuta. Il 9 settembre 1980 Francesca Mambro, Soderini, Valerio e Cristiano Fioravanti, uccisero Francesco Mangiameli, dirigente del movimento di estrema destra Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna, accusandolo di essersi trattenuto fondi del movimento. Il 5 febbraio 1981, mentre tentava insieme a complici di recuperare delle armi gettate nel canale scaricatore di Padova, fu sorpresa da una "gazzella" dei carabinieri. Ne seguì uno scontro a fuoco nel quale perirono i due carabinieri (Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni). Dagli atti del processo è emerso che durante l’imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un’auto, «Spara, spara!». Nello scontro Valerio Fioravanti fu ferito gravemente e arrestato poco dopo, gli altri componenti del gruppo (tra cui la Mambro) sfuggirono invece all'arresto. Il 31 luglio 1981, nell'ambito di un regolamento di conti all'interno della destra eversiva, fu ucciso Giuseppe De Luca. All'omicidio partecipò Francesca Mambro. Il 30 settembre 1981 fu ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore". Del commando omicida faceva parte Francesca Mambro. Il 21 ottobre 1981 alcuni membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), tra cui Mambro, tesero un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma, uccidendoli entrambi. Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i membri dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni. Il 5 marzo 1982 durante una rapina a Roma uccise Alessandro Caravillani, in seguito, ferita, fu arrestata. Nel febbraio 1985, ha sposato in carcere Valerio Fioravanti. Nel 1998 è stata ammessa al regime di semi-libertà. Attualmente collabora all'associazione Nessuno tocchi Caino Ergastolo per l'omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980) Ergastolo per l'omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980) ( non partecipa all'omicidio ma viene considerata mandante. ) Ergastolo per la strage alla Stazione di Bologna (2 agosto 1980) ( Non ha mai confessato, continua a dichiararsi innocente, ha chiesto l'intercessione del papa. ) Ergastolo per l'omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980) Ergastolo per l'omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981) Ergastolo per l'omicidio di Giuseppe De Luca (31 luglio 1981) Ergastolo per l'omicidio di Marco Pizzari (30 settembre 1981) Ergastolo per l'omicidio di F. Straullu e Ciriaco di Roma (21 ottobre 1981) Ergastolo per l'omicidio di Alessandro Caravillani (5 marzo 1982) La Mambro ha inoltre accumulato complessivamente 84 anni e 8 mesi di reclusione per reati quali: furto e rapina (una ventina in tutto), detenzione illegale di armi, violazione di domicilio, sequestro di persona, ricettazione, falso, associazione sovversiva, violenza privata, resistenza e oltraggio, attentato per finalità terroristiche, occultamento di atti, danneggiamento, contraffazione impronte. Persone uccise da Francesca Mambro: 96. Anni effettivamente scontati in carcere: 16 Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Francesca_Mambro
venerdì 25 aprile 2008
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