Marie ritratta da Claude LefevbreMarie de Rabutin-Chantal marchesa de Sévigné (Parigi, 5 febbraio 1626 – Grignan, 17 aprile 1696) è stata una scrittrice francese. Marie de Rabutin-Chantal nacque a Parigi da un’antica famiglia borgognona: il padre, Celse Bénigne de Rabutin, barone de Chantal, era figlio di santa Giovanna Francesca de Chantal, amica di san Francesco di Sales; la madre fu Marie de Coulanges. Suo padre fu ucciso nel giugno 1627 nell’isola di Ré durante la guerra contro gli inglesi. La moglie gli sopravvisse di poco, così che Marie, rimasta orfana nel 1633, fu affidata ai nonni materni. Quando anche il nonno, Philippe de Coulanges, morì nel 1636, lo zio, Christophe de Coulanges, abate di Livry, divenne suo tutore e le procurò una buona educazione. Marie sposò Henri, marchese de Sévigné, un nobile bretone benestante, il 4 agosto 1644, e risiedette con lui nel castello di Rochers, presso Vitré, luogo che ora deve a lei la sua rinomanza. Ebbe una figlia, Françoise Marguerite, il 10 ottobre 1646 e un figlio, Charles, il 12 marzo 1648. Il 4 febbraio 1651, Henri de Sévigné, a seguito di una questione con il cavaliere d'Albret su una certa signora di Gondran, si batté con lui rimanendo mortalmente ferito. Rimasta vedova a soli ventisei anni, Marie non si risposò più: a novembre si stabilì a Parigi, ma trascorrendo una parte dell'anno a Rochers. A Parigi frequentò i salotti dell'aristocrazia, specialmente quello di Nicolas Fouquet, ministro delle finanze di Luigi XIV. Una spiritosa corrispondenza, dopo il matrimonio della figlia, Madame de Sévigné intrattenne con l'amico cugino Roger de Bussy-Rabutin col quale però finì per litigare nel 1658. Françoise de Sévigné si sposò il 29 gennaio 1669 con François d'Adhémar, conte de Grignan, cittadina della Provenza, il quale era già rimasto vedovo due volte. Pur preferendo vivere a Parigi, la coppia dovette risiedere a Grignan, essendo stato il conte nominato governatore di Provenza. Madame de Sévigné, molto legata alla figlia, intrattenne con lei una corrispondenza, divenuta molto famosa, per tutta la vita: la prima lettera è datata 6 febbraio 1671. Dal 1673, quella corrispondenza, copiata e diffusa non si sa da chi, cominciò a circolare pubblicamente: madame de Sévigné affermò tuttavia che quelle lettere erano in sostanza dei documenti pubblici e concesse loro libera circolazione. Il 1676 fu un anno molto importante nella vita di Marie: per la prima volta si ammalò seriamente e non volle curarsi se non a Vichy. Le sue lettere da quella cittadina sono tra le sue migliori per l'insuperabile vivacità con la quale descrive la vita quotidiana del suo tempo; anche il processo e l'esecuzione di Madame de Brinvilliers, avvenuta in quell'anno, sono oggetto delle sue lettere. Nel 1677, nella sua fastosa residenza dell'Hôtel Carnavalet ricevette la famiglia de Grignan, che lì rimase a lungo. Marie ritornò in Provenza nell'ottobre 1678, e l'anno dopo subì il dolore della perdita di La Rochefoucauld, il più eminente dei suoi corrispondenti e uno dei suoi amici più intimi. Il figlio Charles si sposò nel febbraio 1684 con una giovane nobile bretone, Jeanne Marguerite de Mauron: in quest'occasione, Madame de Sévigné divise i suoi beni con i figli. Quello è anche l'anno in cui la Sévigné assistette a Saint-Cyr alla rappresentazione dell' Esther di Racine, circostanza da lei raccontata in alcune divertenti lettere. Nel 1693 morirono il cugino Roger e madame de la Fayette; l'anno dopo perdette un'altra intima amica, madame de Lavardin. Nel 1696, assistendo la figlia indisposta a Grignan, madame de Sévigné contrasse una malattia, forse una polmonite, che la portò alla tomba il 17 aprile. La seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVII segnarono un rovesciamento dell'identità nobiliare francese. Privati di una serie di privilegi politici e sociali e avendo subito una forte crisi finanziaria, la nobiltà cercò una forma di rivalsa nel far valere la superiorità del suo lignaggio, salvaguardando insieme la propria identità di fronte alla corte per sfuggire alle mire assolutistiche di Richelieu e di Mazzarino. Il privilegio delle "buone maniere" fu un valore per quell'aristocrazia in crisi d'identità: far mostra di spirito, di naturalezza - come di nonchalance - e la ricerca dello svago, costituì per essa l'acquisizione di una certa forma di libertà. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Madame_de_S%C3%A9vign%C3%A
giovedì 17 aprile 2008
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