mercoledì 22 ottobre 2008

Anche le Bond girl invecchiano

Bocklin Va a pezzi il corpo della Bond girl
Ursula Andress in bikini bianco nel '62 divenne un'icona.
Ursula Andress: "Rischio l'invalidità"
VITTORIO SABADIN
CORRISPONDENTE DA LONDRA Il suo ingresso in scena nel 1962 nel primo film di Bond, Dr. No, fa parte della storia del cinema: una meravigliosa Venere bionda che esce dalle acque della Giamaica con un bikini bianco che, rivisto ora, sembra quello della nonna, ma che all’epoca fece scalpore. Ursula Andress per tutto il resto della vita non ha mai smesso di comportarsi da Bond girl, sempre attiva dalla mattina alla sera, quando finalmente riposava con il meglio di Hollywood, da Marlon Brando a James Dean. Ma ora, a 72 anni, l'attrice è devastata da una malattia tra le più crudeli, un’osteoporosi che ha trasformato le sue ossa in vetro e che minaccia di renderla invalida. Lo ha confessato lei stessa al Daily Mail, annunciando che non intende affatto arrendersi adottando uno stile di vita più tranquillo. Combatterà anzi perché le donne siano maggiormente informate dei rischi che corrono dopo i 50 anni e non commettano i suoi stessi errori. «Non ho mai fumato e ho sempre mangiato bene - dice l’attrice -. Mi sono tenuta in forma e non ero per nulla una candidata naturale all’osteoporosi. Stavo bene, non avevo alcun dolore e non immaginavo che mi sarebbe accaduta una cosa del genere. Ma, se avessi dato ascolto ai medici, ora starei meglio». La Andress ha scoperto la fragilità delle proprie ossa per caso, durante un controllo di routine otto anni fa. I medici le prescrissero la cura abituale, una pillola per fermare il deterioramento dei tessuti e una dieta ricca di calcio. Ma la pillola venne presto dimenticata. «Correvo, nuotavo, facevo lunghe passeggiate, mi sentivo in forma come sempre. Non ho mai amato le medicine e mi dicevo che la pillola l’avrei presa più tardi, e a forza di più tardi passavano i giorni. Pensavo che mangiare un po’ più di formaggio e bere più latte sarebbe stato sufficiente. Credevo davvero impossibile che una come me potesse essere vittima di qualcosa del genere». Ora, per ridurre il rischio di fratture all’anca o alle vertebre, le più comuni in questa condizione, la Andress si sottopone una volta l’anno all’infusione di acido zoledronico, una terapia relativamente nuova. «Non voglio - ha detto - diventare una vecchia signora piegata in due. Se non posso essere attiva e autosufficiente preferisco morire. Amo la mia casa in Italia, il mio giardino, i miei animali, gli amici. Non sopporterei l'idea di di non trarre più piacere da queste cose perché il mio corpo mi ha abbandonato». Una donna su due e un uomo su cinque sono vittime dell'osteoporosi dopo i 50 anni e la malattia è difficile da individuare proprio perché è asintomatica: la si scopre solo con una radiografia o dopo la prima frattura. Il deterioramento comincia già a 35 anni, ma è dopo la menopausa che colpisce duramente le donne. Da La Stampa

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