venerdì 21 novembre 2008

Progressi in campo medico

DulacLA RICERCA
Un gene che ferma il cancro?Il segreto dei nani dell'Ecuador
Per la prima volta è possibile analizzare uomini che non hanno mai contratto tumori o diabete. Negli Usa si studiano cento abitanti di una remota zona tropicale affetti dalla sindrome di Laron di JEFFREY KOFMAN (ABC NEWS)
BALSAS - Con la sinistra mi abbarbico al sedile, la mano destra saldata alla maniglia sopra la portiera della 4x4 a noleggio. Procediamo a balzelloni su una strada tutta solchi tra banani e asini al pascolo. Siamo nel profondo sud rurale dell'Equador, un'area depressa tropicale fino a poco tempo fa tagliata fuori dal resto del mondo. All'apparenza è il luogo più improbabile per andare in cerca della causa del cancro, e di una possibile cura. Al volante della 4x4 siede il Dr. Jaime Guevara, endocrinologo di Quito, la capitale dell'Ecuador. Circa 25 anni fa iniziò a studiare un gruppo di abitanti di quest'area affetti da una rara patologia, detta nanismo di Laron o sindrome di Laron, che ne arresta la crescita. In termini medici in questi soggetti i recettori dell'ormone della crescita sono inibiti. "Nel mondo si contano circa 300 casi di questa patologia. 100 sono in Ecuador", spiega Guevara mentre affronta le insidie della strada tortuosa. "In Ecuador si trova quindi un terzo della popolazione mondiale affetta da questa sindrome". L'anomalia di Laron. Vent'anni fa il dott. Guevara iniziò a studiare i nani dell'Ecuador meridionale a scopo terapeutico. Ma dalle sue indagini emerse un dato strano e interessante: tra di loro non si era mai registrato neppure un caso di cancro o di diabete. "Mi colpì che in una zona nota in Ecuador per l'alta incidenza di neoplasie nessuno di questi pazienti fosse mai morto di cancro", racconta. "Mi riferisco a circa 135 persone di cui ho memoria. Nessuno di loro è mai morto di cancro. A mio avviso è pressoché impossibile che si tratti di una coincidenza, perché nelle loro famiglie si contano almeno uno, due o tre componenti morti di tumore".
I cosiddetti nani di Laron sono storicamente molto longevi. Non si concentrano in un'unica comunità, sono sparsi nelle cittadine e nei villaggi sperduti nell'arco di 100 miglia dalla città principale Piñas. Da queste parti li chiamano affettuosamente Viejitos - vecchietti - per via dell'aspetto precocemente invecchiato. Ci fermiamo in una casa modesta ma ben curata fuori dalla cittadina di Balsas. Ne esce Norman Apolo, un uomo normale in tutti i sensi, solo che è alto circa un metro e venti. Racconta di aver scoperto di essere affetto da un disturbo della crescita verso i 6 7 anni, alle elementari. Sposato e padre di tre figli, Norman Apolo conduce una vita molto normale. E' uno stimato insegnante e autore e manda avanti una piccola fattoria. La sua statura non gli impedisce di guidare l'auto con l'ausilio di prolunghe sui pedali. A trecento miglia di distanza, dal suo studio presso l'Istituto ecuadoregno di endocrinologia nella capitale, Guevara segue i suoi particolarissimi pazienti. "Il protocollo prevede che i pazienti siano periodicamente fotografati o ripresi in video registrando le variazioni di statura nel tempo", spiega. "Ho documentato la loro crescita da quando erano bambini fino ad oggi, è molto importante". Questa forma di nanismo fu identificata per la prima volta 40 anni fa dal Dr. Zvi Laron , studioso israeliano, che ne osservò dodici casi in Israele e in Europa. Un unico antenato. Incredibile a dirsi, pare che i nani di Laron ecuadoregni abbiano una discendenza comune, i loro antenati sarebbero ebrei fuggiti dal sud della Spagna secoli fa ai tempi dell'Inquisizione. Convertiti da generazioni al cattolicesimo, hanno da tempo dimenticato la discendenza ebraica. Ma i test genetici hanno rivelato che in Israele vive un nano di Laron che è con quasi assoluta certezza un loro lontano cugino. Probabilmente i suoi antenati fuggiti dalla Spagna meridionale si diressero in Europa orientale e quindi nell'attuale Israele.
"Uno di loro evidentemente arrivò qui portando con sé la malattia genetica per via delle unioni tra consanguinei", dice Guevara. "In quest'area esiste un alta incidenza di unioni tra consanguinei perché si tratta di zone isolate, la patologia ha avuto quindi opportunità di emergere". Assieme al fratello Marco, anch'egli medico, il Dr. Guevara studia l'incidenza del cancro tra i familiari dei nani di Laron di statura normale. Marco preleva campioni di saliva per i test genetici. Jaime invece raccoglie anamnesi e dati relativi ai casi di cancro verificatisi nelle famiglie. Tutti i risultati vengono inviati alla University of Southern California di Los Angeles, per essere analizzati. La ricerca in California. Ben prima di occuparsi dei nani di Laron ecuadoregni i ricercatori della USC realizzarono su cavie di laboratorio una simulazione della mutazione genetica provocata dalla malattia. Secondo la loro tesi inibendo il recettore dell'ormone della crescita si potrebbe fermare l'avanzata del cancro bloccando il fattore di crescita insulino-simile o IGF-1. Valter Longo, docente presso l'Andrus Gerontology Center, lavora su questo progetto da più di 15 anni. Longo ha scoperto che i topi in cui viene inibito il recettore dell'ormone della crescita "non solo hanno una longevità superiore del 50% ma registrano anche meno del 50% di episodi di cancro. Se fosse confermato che l'incidenza di neoplasie tra i nani di Laron in Equador è scarsa o nulla avremmo la prova che inibire il recettore della crescita è uno strumento efficace per prevenire il cancro e potremmo sviluppare farmaci, come già stiamo facendo, per mimare queste mutazioni genetiche". Grazie ai fondi milionari stanziati per la ricerca dai National Institutes of Health, Longo e altri ricercatori sono all'opera per creare un farmaco in grado di replicare la mutazione genetica del nanismo di Laron e arrestare la crescita dei tumori. Il farmaco potrebbe essere sul mercato da qui a dieci anni. I tempi sarebbero stati molto più lunghi se Longo non avesse incontrato Guevara nel 2002 apprendendo dell'esistenza dei nani di Laron ecuadoregni. Farmaci tra dieci anni. "Gli studi sui Laron potrebbero accelerare la nostra ricerca forse di vent'anni", dice Longo. "Molti dei dati clinici relativi ai topi si rivelano inapplicabili ai soggetti umani. La maggioranza dei farmaci testati su topi non risultano efficaci nella sperimentazione umana. Ma se esiste una popolazione umana che dimostra l'efficacia di questa strategia si è già a buon punto". In Ecuador, il Dr. Jaime Guevara e i suoi pazienti collaborano con i ricercatori della USC. "Qui abbiamo un meraviglioso esperimento della natura", dice il Dr. Guevara. "E' una condizione tragica per i pazienti ma una splendida opportunità per noi ricercatori di comprendere cosa accade nel corpo umano quando si abbassa l'IGF-1". Quanto alla possibilità che grazie a questi studi si giunga ad una cura per il cancro Guevara esprime cautela . "Posso solo dire che tutto questo porterà a conoscere un po' meglio il fenomeno del cancro". Una cura contro il nanismo. Ma Guevara e i suoi pazienti hanno anche altre aspettative. L'arresto della crescita nei pazienti affetti da sindrome di Laron potrebbe essere evitato con regolari iniezioni di ormone della crescita prima dell'adolescenza. La cura però viene a costare decine di migliaia di dollari, ben oltre le disponibilità economiche della maggioranza della popolazione di un paese in via di sviluppo come l'Ecuador. Le case farmaceutiche hanno promesso farmaci gratuiti ma non sono mai arrivati. Norman Apolo ribadisce che la ricerca non deve limitarsi ad una possibile cura per il cancro, vuole che i giovani affetti da sindrome di Laron ricevano le cure di cui hanno bisogno. "Sono disponibile a collaborare se può essere d'aiuto alla ricerca", dice, "Ma non voglio essere usato. Non vogliamo essere usati". (
Copyright ABC News Internet Ventures. Traduzione di Emilia Benghi)
(20 novembre 2008) da Repubblica

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