lunedì 15 dicembre 2008

La forza dei carboidrati

Senza pane e pasta a rischio la memoria
Le donne a dieta sono avvertite: eliminare i carboidrati, il più comune metodo per perdere peso, può avere gravi effetti collaterali. Dire addio a pane e pasta, infatti, riduce anche di molto la memoria e la capacità di concentrazione. È la conclusione di uno studio condotto dagli scienziati della «Tufts University» di Boston e pubblicato sulla rivista «Appetite». La ricerca mette sul banco degli imputati la dieta che «vieta» farina, zucchero e patate, ma consente proteine e grassi. Il risultato è a breve termine, ed è inquietante: una perdita di lucidità, un rallentamento delle capacità cognitive e la perdita parziale della memoria.Lo conferma il dottor Holly Taylor, che ha guidato la ricerca: «Lo studio dimostra che il cibo che si mangia può avere un impatto immediato sul comportamento cognitivo. Le popolari diete a basso contenuto di carboidrati o addirittura prive di carboidrati hanno un grande impatto negativo sul pensiero e la memoria». Lo studio ha testato 19 donne comprese tra i 22 e i 55 anni, divise in due gruppi: uno sottoposto a una dieta equilibrata, l’altra povera di carboidrati. Dopo una settimana, le dieci donne del secondo gruppo dimostravano uno stato mentale ben peggiore rispetto a quelle del primo gruppo. Scarsa attenzione sia a breve che a lungo termine, poca memoria, ridotta attenzione visiva e spaziale. E ancora, un tempo di reazione più lento, e più difficoltà a riconoscere oggetti e volti. Secondo i ricercatori, la spiegazione è semplice: il basso contenuto di carboidrati riduce la quantità di glucosio, cioè di zucchero, nel sangue, che viene trasportato al cervello e utilizzato dalle cellule nervose per l’energia. Privarsi di pane e pasta, in pratica, sottrae al cervello «carburante» indispensabile per alimentare i neuroni. Una ricerca, sostengono gli scienziati, che dovrebbe far riflettere chi si priva di carboidrati a cuor leggero. Senza contare che, ironia della sorte, le donne dei due gruppi hanno perso esattamente lo stesso peso. da La Stampa

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