lunedì 5 gennaio 2009

Così parlò Alemanno

Clara Rilke/ZwintscherDopo le polemiche per l'invito a Morucci. «Ospitano i br e impediscono al Papa di parlare»
«Sapienza in mano a 300 criminali»
Il sindaco Alemanno: università in ostaggio, bisogna cambiare
ROMA — «L'università La Sapienza è in ostaggio di 300 piccoli criminali». Un'affermazione dura, che suona come un attacco. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha scelto il dibattito di «Cortina Incontra » per fare il punto sulla situazione e sulle tensioni nel più grande ateneo d'Europa. Ma più che un commento, l'intervento è stato interpretato come l'annuncio di imminenti novità. «Dobbiamo essere consapevoli che ci sono dei cambiamenti culturali da fare », ha sottolineato Alemanno nel corso dell'appuntamento, al quale hanno partecipato Enrico Cisnetto, Beppe Severgnini, Antonio Caprarica e Giovanni Veronesi. «La Sapienza è tenuta in ostaggio da gente di cui ci dobbiamo liberare: vengono invitati i terroristi rossi e al Papa è impedito di parlare. Bene ha fatto il nuovo Rettore Luigi Frati a prendere di petto la questione». La presa di posizione di Alemanno è arrivata all'indomani dell'annullamento della lezione dell'ex brigatista rosso Valerio Morucci proprio alla Sapienza, prevista per il prossimo 12 gennaio. Lo stop del rettorato alla presenza nell'ateneo di uno dei capi storici delle Br, che fece parte del commando che 31 anni fa rapì Aldo Moro e massacrò la sua scorta, ha sollevato roventi polemiche fra maggioranza e opposizione. «Parli, stesso giorno e stessa ora, ma in via Fani dove furono massacrati degli innocenti », era stato l'invito, l'altro ieri, proprio di Frati (che nei giorni scorsi ha rinvitato Ratzinger alla Sapienza), eletto all'inizio di ottobre alla guida della Sapienza.
Ma Alemanno ha anche fatto riferimento a quello che è successo poco meno di un anno fa quando Papa Ratzinger annullò la visita all'università per l'apertura dell'anno accademico in seguito alle proteste dei collettivi studenteschi e di alcuni professori. E' stato, quello, solo il primo di una serie di episodi che nel 2008 hanno portato La Sapienza al centro delle cronache. Proprio in previsione della mancata visita del Santo Padre l'ateneo venne blindato dalle forze dell'ordine nel timore di incidenti durante la cerimonia ufficiale e di contestazioni a Walter Veltroni e Fabio Mussi, all'epoca sindaco e ministro dell'Università. Un clima da anni Settanta, sfociato a maggio in risse e aggressioni in strada fra estremisti di sinistra e destra. Anche allora Alemanno sottolineò come «dentro l'università il problema principale sia dato da un fortissimo estremismo di sinistra, che crea problemi a tutti coloro che vogliono parlare». Negli stessi giorni il preside della facoltà di Lettere Guido Pescosolido denunciò di essere stato minacciato e assediato da studenti dei Collettivi per alcuni minuti in presidenza insieme con sette collaboratori e di «temere» per i suoi figli. Era il periodo del convegno sulle foibe organizzato da Forza Nuova e successivamente annullato sempre da Luigi Frati, allora prorettore, per il clima incandescente che aveva creato. E poi, dopo l'estate l'Onda degli studenti di sinistra che con le sue proteste ha bloccato l'attività didattica.
Rinaldo Frignani 05 gennaio 2009 Corriere della Sera

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