venerdì 9 gennaio 2009

Datemi un martello

Ellen Smith/BoyceEsperimento di un magazine hi-tech
L'hard disk non ti tradisce solo se lo distruggi
Cancellare i file dal computer non è sufficiente a nascondere le informazioni private
Lo consigliano gli esperti della rivista tecnolgica «Which?», e Fausto Tonna lo sapeva bene: l'unico modo per rendere definitivamente inaccessibili i dati archiviati in un hard disk è quello di distruggerlo fisicamente. Non a caso, infatti, l'uomo chiave del crack Parmalat aveva visto bene scegliendo di prendere a martellate il computer che conteneva i documenti comprovanti le famose falsificazioni in bilancio.
NON SI SA MAI - Infatti, anche se ci si preoccupa di ripulire il disco fisso del proprio computer prima di buttarlo o di rivenderlo, ciò che in esso era contenuto può comunque essere recuperato. E i criminali informatici – interessati a entrare in possesso di dati sensibili, che consentano per esempio di accedere a conti bancari online e affini – ne sono consapevoli e ovviamente approfittano dell'ingenuità (se non della sprovvedutezza) di chi in un modo o nell'altro si libera del vecchio computer. In pratica questi malintenzionati vanno a caccia di portatili o desktop Pc usati o non più funzionanti (messi in vendita su eBay o semplicemente abbandonati accanto ai cassonetti dell'immondizia), e cominciano il loro lavoro di recupero dati.
LA PROVA – È ciò che hanno fatto anche quelli di
«Which?», proprio con l'intento di dimostrare che se vogliamo che il vecchio hard disk non dica più niente di noi è sempre meglio farlo a pezzi prima di gettarlo alle ortiche. E che se invece ci fa piacere rivenderlo vale la pena di dotarsi di uno dei tanti software gratuiti che promettono di formattare la macchina e ripulirla completamente. La prova degli esperti hi-tech ha interessato 8 laptop di seconda mano appositamente acquistati su eBay, da cui sono stati recuperati 22 mila file che in teoria non avrebbero più dovuto essere rintracciabili. Parte di questi erano rappresentati da foto digitali (più o meno riservate), e altri contenevano informazioni per l'accesso ad account privati relativi a siti di social networking o a negozi online. Insomma, tutte cose che con tutta probabilità chiunque di noi preferirebbe rimanessero private. Quindi, anche se non dovete occultare esperimenti di finanza creativa ma semplicemente amate la vostra privacy e non volete cadere vittime di scaltri esperti di informatica animati da intenzioni tutt'altro che amichevoli, munitevi di martello e mettete a tacere per sempre il computer di cui vi volete liberare.
Alessandra Carboni 08 gennaio 2009 Corriere della Sera

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