mercoledì 25 febbraio 2009

Il commento di Bocca

Mucha/ZodiacTestimoni per sempre
Il negazionismo dell'Olocausto del vescovo lefebvriano William Richardson è preoccupante non solo per lui ma per il genere umano
Il vescovo William RichardsonNuntio vobis gaudium magnum: il negazionismo non c'è. Papa Ratzinger lo ha condannato. Che cosa non può un sommo pontefice! Anche negare il nulla! Che altro è, se non il nulla, ripetere come il vescovo lefebvriano che le camere a gas non sono mai esistite, che non c'è la prova storica della loro esistenza? Ma questo accade al mondo. Chi può impedire al prossimo di affermare che è il sole che gira intorno alla terra e non viceversa? Reverendo Richardson, non ci sono le prove storiche delle camere a gas? Neanche i milioni di persone che ci morirono? Neanche le fosse comuni riempite con le migliaia di cadaveri trovate dai soldati alleati o sovietici? Ha mai sentito parlare di un certo Eichmann, il capostazione della morte, l'ufficiale delle SS che dirigeva il traffico delle tradotte dirette ad Auschwitz o a Mauthausen? Ebbene, quel signor Eichmann, mi creda, è esistito per davvero, e io, inviato da un giornale a Gerusalemme, l'ho visto, l'ho sentito parlare, ho visto la gabbia di vetro in cui stava durante il processo, con i suoi quaderni di diverso colore in cui annotava ciò che dicevano il presidente e gli avvocati. Ho ascoltato per mesi le migliaia di testimoni, di sopravvissuti arrivati da ogni parte del mondo a raccontare come uscisse il fumo dal camino di quelli bruciati nei forni. Sa perché gli aviatori alleati o russi non bombardarono mai i campi di sterminio (mistero storico ancora da risolvere)? Non certo perché quei campi non ci fossero, ma, è una delle ipotesi, perché si sarebbe fatta strage dei deportati. Lei reverendo dice che forse qualche ebreo è stato fucilato o strozzato o squartato negli anni della 'soluzione finale' decisa nella riunione nazista al lago di Wannsee, diretta da Heydrich. Ma lo sterminio era allo studio anche prima, proprio con le camere a gas che secondo lei non sono mai state in funzione.
Fu un geniale capitano delle SS nella Francia occupata a fare l'invenzione, a intuire che si potevano risparmiare le pallottole di fucile collegando il tubo di scappamento del gas all'interno dei camion. Uscì dalla prigione con uno dei camion genialmente adattati con un carico di deportati, e tornò senza aver sprecato neppure il colpo di grazia. Uno dei lati misteriosi, diciamo pure demenziali, dell'Olocausto era il segreto da cui era circondato dai suoi autori, i capi del Terzo Reich, ma anche dai comuni cittadini, donne e bambini. Mauthausen non è in Siberia, Auschwitz non è al Polo nord, vicino ai campi di sterminio c'erano dei villaggi, delle città tedesche o polacche dove la gente viveva, parlava, sapeva quello che accadeva nei campi. Mi colpì durante una visita a Mauthausen che il mondo dei liberi, dei padroni tedeschi, fosse visibile dalle finestre delle baracche, in alto su un colle, che a vista fosse possibile, anzi certo, che i liberi e padroni si chiedessero che cosa stesse accadendo lassù nel lager. Il negazionismo del reverendo Richardson è preoccupante non solo per lui, ma per il genere umano. Che cosa può spingere un essere normale dotato di buona salute mentale, di buona cultura, di normale sentimento dell'umano e del divino, del vero e del falso, dell'evidenza, a negare ciò che è certificato dalla più innegabile delle testimonianze: la morte. Il fatto che in milioni sono partiti sulle tradotte del capostazione Eichmann e non sono tornati, che all'anagrafe su intere famiglie è stato tracciato il segno nero della scomparsa, che ci siano le fotografie delle vittime, le loro ultime parole e scritti, come si fa reverendo a dire che non ci sono le prove storiche?
(20 febbraio 2009) L'Espresso

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