mercoledì 11 febbraio 2009

L'ultima carezza

Edelfelt 1877Da Lecco a Udine in macchina con la moglie, ma ha voluto che lei restasse fuori: "Non doveva vederla così"
L'ultima carezza di Beppino alla figlia "Voglio sparire, non andrò alla sepoltura"
dal nostro inviato PIERO COLAPRICO
UDINE - Cammina tra i poliziotti della Digos. Sotto la giacca a quadri, una polo blu, i pantaloni scuri, calza scarpe nere. La tomaia è allargata. Sono le classiche scarpe di chi ci ha camminato dentro a lungo. In effetti, ha percorso tanta strada, anche quella che sua figlia Eluana non poteva più fare. Adesso questa corsa non si ferma, rallenta, rallentano anche i battiti del cuore di papà Beppino: "Vederla è stato un impatto violentissimo, più di quanto potessi immaginare", dice, con il tono di voce basso, quasi un sussurro, all'uscita dalla cappella dell'ospedale civile di Udine. C'è rimasto dieci minuti, per vedere quel volto che conosceva a memoria e che non scorderà mai. Viene voglia di lasciarlo in pace solo a vederlo. Ma, in fin dei conti, sono tanti anni che ci si vede tra tribunali e cliniche, due chiacchiere si possono fare. "Mi fermo in Friuli - continua - lo stretto necessario, poi vado via. No, non vorrei nemmeno parlare del funerale di Eluana. Ne abbiamo ragionato in famiglia, alla fine mio fratello Armando, che con Eluana aveva un rapporto speciale, mi ha detto di seppellirla accanto a nostro padre. Massì, in ogni caso non penso proprio di andare alla cerimonia". La decisione è antica, presa sin da quando, dopo la sentenza della corte d'appello milanese, questo papà ha intravisto la possibilità di "liberare" sua figlia. E di uscire di scena. "E' anche una questione di coerenza, ma ne devo parlare con mia moglie, se sta un po' meglio lo faccio, forse lei vorrà andare". Guarda con gli occhi scuri, appuntiti: "Per un uomo - continua - le condanne più dure sono due. Dover dar voce a chi non ce l'ha, e lo faccio da tanti anni per Eluana, e ci hanno ascoltato. E dover decidere per chi non può, e nella notte ho deciso di non portare mia moglie in obitorio, non doveva vederla così. Quando Eluana non se n'era ancora andata sì, se fosse stato possibile. Ma ora no, non si poteva. Non sono due condanne tremende quelle che mi sono toccate. Perciò l'unico modo per ritrovare una dimensione umana, se potrò, è restare solo".
Solo con la moglie, solo con una montagna di giornali vecchi da leggere, solo con qualche orizzonte da guardare, sentendo accanto la sua Eluanina, questo sì, se lo deve concedere. Ce la farà? Sua moglie Sati stava ieri così male di salute da essere portata direttamente a Paluzza, solo Beppino è stato accompagnato a Udine. Con la polizia. Perché a forza di dargli dell'assassino, del padre crudele, a forza di parlare di figli ammazzati e condanne a morte, le forze dell'ordine si sono convinte che l'agguato di un pazzo, di un esaltato con la croce come una spada, non è da escludere. Una lettera anonima è stata trovata in clinica. Alla Procura sono arrivati quasi cinquecento esposti, che vengono valutati con attenzione, anche perché potrebbero trasformarsi in calunnie, faccende che causano anni di condanna. Questo padre che è il ritratto non del dolore, ma della resistenza al dolore, è stato infastidito dal dispiego di attacchi micidiali e fasulli: "Dentro ai deliri non mi ci tirano, ma ho bisogno di chiudere il rubinetto delle parole. Ho parlato tanto in questi anni per Eluana, che era il primo pensiero mio e di mia moglie. Ora mi piacerebbe il silenzio". Sarà difficile, lo sa per primo anche lui. E anche se non vuole più polemiche, "Non perdono la mancanza di rispetto verso mia figlia e noi", dice. Nei giorni scorsi, papà Beppino era stato "vivamente consigliato" dagli avvocati di far causa, lui non aveva detto né sì, né no. Ma ieri pomeriggio gli hanno accennato a un idea. Trasformare l'associazione "Per Eluana", dei medici e degli infermieri, in una fondazione senza fini di lucro. Le diffamazioni, le calunnie, i risarcimenti civili potrebbero far parte dell'attivo del bilancio sotto forma di donazione da parte delle vittime (lui, sua moglie Sati, il medico Da Monte). Per esempio, qualcuno ricorderà l'avvocato Giuseppe Lucibello. Gliene hanno dette di tutte, sinora ha ottenuto un risarcimento dell'onore pari a un milione e mezzo di euro. Non poco. Qua a Udine, nessuno vuole toccare il denaro di chi sarà condannato. Ma l'idea è offrire borse di studio nel nome di Eluana per chi vorrà diventare neurologo, provare a far crescere anche in Friuli Venezia Giulia una cattedra di medicina palliativa (in Italia non c'è), sostenere la ricerca sul cervello. Potrebbe funzionare: "Dal male che questa famiglia ha ricevuto gratis, dai sospetti lanciati sulla professionalità del primario, può scaturire qualche cosa di positivo" dice l'avvocato Massimiliano Campeis. Appena gli hanno accennato quest'ipotesi, papà Beppino ha per una volta allargato la bocca in un sorriso e gli si sono finalmente inumiditi gli occhi: sì, questo è forse un modo per ricordare sua figlia, per non scordare una morte accompagnata dalle polemiche. "Ora lei riposa in pace e io posso tacere", dice il papà. Ma oggi arriverà a Paluzza il feretro, poi ci sarà questa cerimonia, poi chissà, ma il tempo della battaglia è finito, è il tempo della quiete che non arriva per un padre e una madre, ma è arrivato solo per la loro figlia amata. E difesa.
(11 febbraio 2009) Repubblica

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