giovedì 19 febbraio 2009

Undicietrenta di Roberto Cotroneo

StevensMina e la banalità
Per un mese è stato un tam tam abbastanza stucchevole. Mina torna a Sanremo ma in video, perché Mina, dal vivo non si mostra. E questo video è un evento, finalmente, dopo tanti anni. Canterà “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Giacomo Puccini. Sui giornali si leggevano articoli su articoli, su come, perché e in che modo Mina si sarebbe mostrata. Devo dire, ma credo che fosse un ragionamento troppo originale per un paese prevedibile e noioso, che fosse una strategia, un modo per sviare. Una romanza celebre, cantata da tutti, e soprattutto dai tenori che la sanno cantare, per nascondere qualcosa d’altro, una vera sorpresa, che non è Puccini, ma è una canzone di Mina che nessuno si aspetta, che può emozionare il pubblico. Ho pensato persino che Mina alla fine non avrebbe cantato “Nessun dorma”, ma forse un brano di Fabrizio De André, morto da dieci anni, e ormai diventato un cantautore di culto per molte generazioni.Ma ieri all’apertura del Festival mi sono accorto che al prevedibile e banale non c’è mai un limite, e non c’è mai un limite neppure agli spot pubblicitari e alle operazione commerciali. Il video di Mina era un video per il suo nuovo disco: il video prodotto con tutti i crismi, quello che serve a promuovere i dischi. La romanza era proprio “Nessun dorma”, e l’effetto non dava nessuna sorpresa e nessuna emozione, talmente evidente era che quel video serviva a promuovere il nuovo album della cantante. E c’è da chiedersi se non si poteva fare di meglio. Se, visto che c’erano, non si poteva convincere Mina a fare un video di quelli veri, di quelli che si girano per pubblicarli poi su YouTube: senza fronzoli, senza registi di clip che lavorano a un montaggio costruito. Ma un video semplice, pochi strumenti acustici, una canzone ben scelta, e la sua voce e la sua fisicità. Qualcosa di autentico, girato senza stacchi, come se Mina fosse là all’Ariston, come tutti, anche se soltanto attraverso un video. Persino una registrazione fatta in casa e imperfetta. Ma proprio per questo vera. E invece abbiamo visto un grande spot e basta girato per il disco di Mina che sta per uscire, e come se non bastasse anche un grande lancio dello sceneggiato Rai sulla vita di Giacomo Puccini con Alessio Boni, che andrà in onda a breve, pubblicizzato proprio negli intervalli del Festival. È stata un’occasione persa, ma anche lo spirito di questi tempi dove non si fan niente per niente, e contano le promozioni e non certo le emozioni. Neppure quelle musicali, perché “Nessun dorma” non è proprio una romanza adatta alla voce di Mina. L'Unità

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