KlimtClinton: «I diritti delle AFGHANE motivo di preoccupazione». FRATTINI: «KABUL CHIARISCA»
«Afghanistan, pronta la legge che obbliga le donne a concedersi ai loro mariti»
Polemiche sulla norma che secondo fonti Onu legalizza lo stupro nel matrimonio
KABUL - Mentre all'Aja la comunità internazionale discute del futuro dell'Afghanistan, scoppia la polemica, a Kabul e non solo, per una legge recentemente approvata dal parlamento afghano che, secondo l'interpretazione di fonti delle Nazioni Unite e di diverse associazioni per i diritti delle donne, obbliga le mogli ad avere rapporti sessuali con il marito e vieta loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. «I diritti delle donne in Afghanistan sono un motivo di «assoluta preoccupazione» per gli Stati Uniti, ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un incontro stampa all'Aja. «Non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso», ha aggiunto la Clinton, senza citare la legge al centro delle polemiche.
IL NO DELL'ITALIA- La legge ha causato una levata di scudi anche in Italia: «Non possiamo girare lo sguardo dall'altra parte ed essere indifferenti a quanto sta accadendo in Afghanistan, un Paese che, anche se lontano, ha di fatto legalizzato la barbarie nei confronti delle donne»: ha detto il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna. «Siamo sdegnati» ha aggiunto la parlamentare del Pdl, Souad Sbai. Il governo afghano deve «smentire o chiarire» la questione della legge sulle donne che, secondo fonti di stampa britanniche, sarebbe stata recentemente firmata dal presidente Hamid Karzai, ha osservato il ministro degli Esteri, Franco Frattini.
POLEMICHE - Il provvedimento, bollato dalla parlamentare afghana Humairi Namati come «peggiore di quelli dei talebani», è stato votato alla fine del mese di marzo, ed è stato reso noto dal Guardian. Duro il commento del «Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le Donne», che mette in guardia da questa legge, non ancora pubblicata ufficialmente, ma confermata dal ministro dell'interno afghano, che affida al padre e, in seconda battuta al nonno, la custodia dei figli in caso di separazione dei consorti. Un altro aspetto fortemente criticato da chi si oppone al provvedimento è la velocità con la quale si è giunti all'approvazione, limitando al minimo la discussione in parlamento. Shinkai Zahine Karokhail, un'altra parlamentare che si è opposta al provvedimento, non ha esitato a denunciare che il presidente Hamid Karzai ha approvato questa legge per garantirsi il sostegno della minoranza hazara (sciiti), che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione, in previsione delle elezioni presidenziali che si terranno ad agosto. La costituzione afghana, infatti, riconosce agli sciiti concessioni in materia di diritto di famiglia molto simili a quelle che sono state adottate dal Parlamamento.
IL CONSENSO DEGLI SCIITI - Grande soddisfazione è emersa tra i politici di etnia hazara alla notizia dell'approvazione della legge. «Gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti in base all'Islam, ma ci sono differenze nel modo in cui sono stati creati», ha affermato il leader del partito politico hazara, Ustad Mohammad Akbar, il quale ha poi aggiunto che la donna può rifiutare di avere rapporti sessuali con il marito se è indisposta o ha un'altra ragionevole "scusa". Secondo quanto scrive il quotidiano inglese, Karzai è diventato assai impopolare tra la popolazione afghana e starebbe cercando di riguadagnare il consenso degli sciiti in vista della scadenza elettorale che si preannuncia molto combattuta. Gli hazara, infatti, sono considerati dagli analisti politici l'ago della bilancia nella corsa alla Presidenza. Il portavoce di Karzai, interrogato in merito al nuovo provvedimento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
31 marzo 2009 Corriere della sera
«Afghanistan, pronta la legge che obbliga le donne a concedersi ai loro mariti»
Polemiche sulla norma che secondo fonti Onu legalizza lo stupro nel matrimonio
KABUL - Mentre all'Aja la comunità internazionale discute del futuro dell'Afghanistan, scoppia la polemica, a Kabul e non solo, per una legge recentemente approvata dal parlamento afghano che, secondo l'interpretazione di fonti delle Nazioni Unite e di diverse associazioni per i diritti delle donne, obbliga le mogli ad avere rapporti sessuali con il marito e vieta loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. «I diritti delle donne in Afghanistan sono un motivo di «assoluta preoccupazione» per gli Stati Uniti, ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un incontro stampa all'Aja. «Non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso», ha aggiunto la Clinton, senza citare la legge al centro delle polemiche.
IL NO DELL'ITALIA- La legge ha causato una levata di scudi anche in Italia: «Non possiamo girare lo sguardo dall'altra parte ed essere indifferenti a quanto sta accadendo in Afghanistan, un Paese che, anche se lontano, ha di fatto legalizzato la barbarie nei confronti delle donne»: ha detto il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna. «Siamo sdegnati» ha aggiunto la parlamentare del Pdl, Souad Sbai. Il governo afghano deve «smentire o chiarire» la questione della legge sulle donne che, secondo fonti di stampa britanniche, sarebbe stata recentemente firmata dal presidente Hamid Karzai, ha osservato il ministro degli Esteri, Franco Frattini.
POLEMICHE - Il provvedimento, bollato dalla parlamentare afghana Humairi Namati come «peggiore di quelli dei talebani», è stato votato alla fine del mese di marzo, ed è stato reso noto dal Guardian. Duro il commento del «Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le Donne», che mette in guardia da questa legge, non ancora pubblicata ufficialmente, ma confermata dal ministro dell'interno afghano, che affida al padre e, in seconda battuta al nonno, la custodia dei figli in caso di separazione dei consorti. Un altro aspetto fortemente criticato da chi si oppone al provvedimento è la velocità con la quale si è giunti all'approvazione, limitando al minimo la discussione in parlamento. Shinkai Zahine Karokhail, un'altra parlamentare che si è opposta al provvedimento, non ha esitato a denunciare che il presidente Hamid Karzai ha approvato questa legge per garantirsi il sostegno della minoranza hazara (sciiti), che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione, in previsione delle elezioni presidenziali che si terranno ad agosto. La costituzione afghana, infatti, riconosce agli sciiti concessioni in materia di diritto di famiglia molto simili a quelle che sono state adottate dal Parlamamento.
IL CONSENSO DEGLI SCIITI - Grande soddisfazione è emersa tra i politici di etnia hazara alla notizia dell'approvazione della legge. «Gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti in base all'Islam, ma ci sono differenze nel modo in cui sono stati creati», ha affermato il leader del partito politico hazara, Ustad Mohammad Akbar, il quale ha poi aggiunto che la donna può rifiutare di avere rapporti sessuali con il marito se è indisposta o ha un'altra ragionevole "scusa". Secondo quanto scrive il quotidiano inglese, Karzai è diventato assai impopolare tra la popolazione afghana e starebbe cercando di riguadagnare il consenso degli sciiti in vista della scadenza elettorale che si preannuncia molto combattuta. Gli hazara, infatti, sono considerati dagli analisti politici l'ago della bilancia nella corsa alla Presidenza. Il portavoce di Karzai, interrogato in merito al nuovo provvedimento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
31 marzo 2009 Corriere della sera
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