DAL NOSTRO CORRISPONDENTEWASHINGTON – Christine Ross portava spesso il suo cane Ruca a passeggiare nella West Mesa, l'area semi-desertica alla periferia di Albuquerque, in New Mexico, una volta sacra agli indiani Navajo. Ma il 2 febbraio scorso, la passeggiata prese una piega strana.Nel terreno, spianato di recente per una lottizzazione, Ruca fiutò qualcosa. Gli bastarono poche zampate per tirarne fuori un osso, piuttosto largo. A Christine sembrò un femore. Ma ebbe un sospetto: «Non era una cosa normale, istintivamente pensai che non doveva essere lì». Così fece una foto col cellulare e la mandò subito alla sorella infermiera, per una conferma. Ci vollero pochi minuti, poi il verdetto apparve sul display: «Oh my God, it's human», è umano. La telefonata successiva fu quella alla polizia. Gli scavi cominciarono lo stesso giorno.FOSSA - Tre mesi e 50 mila metri cubi di terra rimossa dopo, quell'angolo della West Mesa è diventato la più grande "scena del delitto" mai vista negli Stati Uniti. Una fossa profonda 8 metri, ribattezzata the bowl, la scodella, al centro di un'area vasta una cinquantina di ettari. L'ultimo giorno ufficiale delle ricerche è stato il 25 aprile. Mucchi di ossa alla volta, settimana dopo settimana, hanno tirato fuori e i resti dei corpi di 12 giovani donne. Una era incinta. Finora ne hanno identificate solo sette: Monica Candelaira, 21 anni; Veronica Romero, 26; Cinnamon Elks, 31; Jiulie Neto, 23; Victoria Chavez, 28; Doreen Marquez, 27 e Michelle Valdez, 22, a quattro mesi di gravidanza.MASSACRATE - Tutte erano sparite tra il 2001 e il 2006. Tutte erano ispaniche. Tutte facevano la vita nella War Zone di Albuquerque, il quartiere dove prostitute, tossicodipendenti e spacciatori di droga dominano il paesaggio urbano. Tutte si conoscevano fra di loro. Alcune erano madri. Alcune informatrici degli agenti. Tutte avevano detto di temere per la propria vita. E tutte sono state massacrate, con modalità che la polizia si rifiuta di rivelare, ma che il tam-tam delle indiscrezioni e la vox populi raccontano ferine, selvagge, raccapriccianti.RABBIA - Le famiglie sono devastate. Gonfie di una rabbia alimentata da anni di frustrazioni, di fronte al muro del silenzio eretto da agenti e investigatori. Mai una telefonata restituita. Mai una pista, offerta dai parenti, verificata e men che meno seguita: «Non ci hanno mai ascoltato», dice Lori Gallegos, amica del cuore di Doreen Marquez. Il sospetto di un pregiudizio razzista grava su polizia e media: «Una come Michelle Valdez non faceva notizia, non era una giovane studentessa bionda e dagli occhi azzurri, sparita da uno dei quartieri bene della città. Né lei, ne le altre sono mai state cercate veramente in questi anni», dice Joline Gutierrez-Kruger, la reporter dell'Albuquerque Journal che da mesi lavora al mistero della West Mesa. È stata lei a raccogliere la testimonianza degli amici di Cinnamon Elks, che nell'agosto del 2004, poco prima di svanire, disse loro: «Un poliziotto corrotto taglia la testa di molte prostitute e le seppellisce nella Mesa». Solo suggestioni di una ragazza terrorizzata?LE PISTE - Una cosa sembra certa: i delitti di Albuquerque sono opera della stessa persona o gruppo di persone. Eppure nessuno parla di serial killer. La teoria più accreditata è che West Mesa sia da anni il cimitero preferito da bande criminali, spacciatori e magnaccia. E comunque, come ha spiegato il capo della polizia locale, la lista dei sospetti e dei possibili moventi è lunga. Ma purtroppo anche piena di morti e di chiacchiere. Include un uomo che nel 2006 strangolò una prostituta ma poi venne ucciso; un prosseneta morto quest’anno di cause naturali; i membri di una delle bande della droga di Albuquerque, che avrebbero usato le ragazze come corrieri e poi le avrebbero eliminate per timore che parlassero; qualche squilibrato che avrebbe ucciso perché convinto di "fare il volere di Dio". Teorie addizionali: l'assassinio di una giovane donna come rito d’iniziazione e, dulcis in fundo, l’omicidio su commissione, ordinato da potenti figure politiche locali, legate al mondo della prostituzione e della droga.I PRECEDENTI - Dietro la facciata della terra d’incanto, il New Mexico mostra così nuovamente il suo lato oscuro, quello che spesso ha visto decine di giovani donne pagare con la vita il peccato di averlo guardato troppo da vicino. Delitti a catena al femminile vennero consumati già negli Anni Settanta e poi nei Novanta a Santa Fè. E già allora le inchieste rivelarono torbidi intrecci tra le bande della droga, la polizia, alcuni politici. Il mistero della New Mesa forse è solo una replica.
Paolo Valentino 18 maggio 2009 Corriere della Sera
Paolo Valentino 18 maggio 2009 Corriere della Sera
1 commento:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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