Burne Jones
Iran, tutte stuprate in carcere le ragazze condannate a morte
Un membro della milizia iraniana dei Basiji, in un'intervista al Jerusalem Post, ha raccontato di aver «sposato» la notte prima delle esecuzioni giovani donne condannate a morte per aggirare il divieto islamico di portare al patibolo una vergine. La guardia ha anche detto che molte delle brutalità contro i manifestanti a Teheran sono state fatte da reclute di 14-15 anni venute da villaggi dell'interno. Il Basiji è stato punito dai suoi superiori con un periodo di detenzione, per il «crimine» di aver permesso a due giovanissimi manifestanti di 13 e 15 anni di sfuggire all'arresto durante una delle manifestazioni. L'«onore» di sposare le ragazze condannate è considerato un premio per le guardie. «La notte prima dell'esecuzione - ha spiegato - si tiene un matrimonio: la giovane donna è costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti è vittima di stupro. La maggior parte delle ragazze avevano più paura della loro “notte matrimoniale” che dell'esecuzione. Poiché facevano resistenza, dovevamo mettere un sonnifero nel loro cibo. La mattina dopo avevano uno sguardo vuoto, come se fossero pronte o volessero morire. Piangevano e gridavano. Non scorderò mai una giovane che dopo si era graffiata il volto e il collo con le sue unghia. Era piena di graffi profondi».
19 luglio 2009 L'Unità
Iran, tutte stuprate in carcere le ragazze condannate a morte
Un membro della milizia iraniana dei Basiji, in un'intervista al Jerusalem Post, ha raccontato di aver «sposato» la notte prima delle esecuzioni giovani donne condannate a morte per aggirare il divieto islamico di portare al patibolo una vergine. La guardia ha anche detto che molte delle brutalità contro i manifestanti a Teheran sono state fatte da reclute di 14-15 anni venute da villaggi dell'interno. Il Basiji è stato punito dai suoi superiori con un periodo di detenzione, per il «crimine» di aver permesso a due giovanissimi manifestanti di 13 e 15 anni di sfuggire all'arresto durante una delle manifestazioni. L'«onore» di sposare le ragazze condannate è considerato un premio per le guardie. «La notte prima dell'esecuzione - ha spiegato - si tiene un matrimonio: la giovane donna è costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti è vittima di stupro. La maggior parte delle ragazze avevano più paura della loro “notte matrimoniale” che dell'esecuzione. Poiché facevano resistenza, dovevamo mettere un sonnifero nel loro cibo. La mattina dopo avevano uno sguardo vuoto, come se fossero pronte o volessero morire. Piangevano e gridavano. Non scorderò mai una giovane che dopo si era graffiata il volto e il collo con le sue unghia. Era piena di graffi profondi».
19 luglio 2009 L'Unità
1 commento:
Hello. And Bye.
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