
Nati a Roma: Carlo nel 1899, Nello l'anno successivo, da famiglia della borghesia benestante e illuminista. Carlo, ufficiale degli alpini, ferito al fronte del primo conflitto mondiale, professore universitario; Nello, allievo a Firenze di Gaetano Salvemini, storico e docente universitario. Il primo orientato verso idee socialiste, il secondo simpatizzante liberale, vicino a Giovanni Amendola. Entrambi antifascisti attivi, subiscono numerosi arresti, aggressioni, devastazioni dell'abitazione fiorentina, ammonizioni di polizia. Carlo, nel 1926, fonda e dirige il settimanale di ispirazione socialista Quarto Stato; arrestato nuovamente è assegnato al confino nell'isola di Ustica - assieme al fratello Nello - e successivamente a Lipari. Nel 1929, unitamente a Fausto Nitti ed Emilio Lussu, Carlo fugge da Lipari e, via mare, si rifugia in Francia. Fondatore e dirigente del movimento "Giustizia e libertà", nel '36 accorre in Spagna, combatte nelle Brigate internazionali, resta ferito a Monte Pelato. Nel frattempo Nello è di nuovo arrestato e confinato a Ponza; qualche tempo dopo riesce ad espatriare raggiungendo in Francia il fratello Carlo rientrato dalla Spagna per curarsi a Bagnoles de l'Orne. Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli cadono nell'agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e sono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del SIM (Servizio informazioni militari), come ha provato l'istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-4
Nel dopoguerra Carlo completò gli studi, laureandosi in scienze politiche a Firenze e in giurisprudenza a Siena, interessandosi nelle due tesi del sindacalismo. Per l'occasione strinse di più l'amicizia con Gaetano Salvemini, docente di storia all'Università di Firenze. Animò il Circolo di Cultura di Firenze, incominciò a pubblicare alcuni scritti su 'Critica sociale' di Turati e Kuliscioff e su 'Rivoluzione liberale' di Gobetti. Divenne assistente di economia politica con Luigi Einaudi alla Bocconi di Milano. Ottenne per due anni l'incarico universitario all'Università di Genova. Quando il fascismo mostrò in modo irreversibile il suo carattere liberticida e assassino, ponendosi fuori della civiltà liberale e risorgimentale, per la quale si era battuta tutta la famiglia Rosselli, Carlo passò sul piano dell'azione, iscrivendosi dopo il delitto Matteotti del 1924 al Partito Socialista Unitario di Turati, Kuliscioff, Treves, pubblicando a Firenze con Salvemini ed Ernesto Rossi il periodico 'Non mollare' nel 1925 e a Milano con Nenni 'Quarto stato' nel 1926. Essendo stati sciolti tutti i partiti, attuò con Parri e Pertini la fuga di Turati dall'Italia, per la quale fu incarcerato a Como e Savona e condannato poi al confino di Lipari. Nel frattempo si era sposato con l'inglese Marion Cave ed aveva avuto un figlio, Giovanni, nel ricordo di Giovanni Amendola, altro martire antifascista. A Lipari scrisse in segreto la sua più famosa opera teorica 'Socialismo liberale' (edita poi a Parigi nel 1930) e preparò la fuga leggendaria in motoscafo con Emilio Lussu e Fausto Nitti dell'agosto 1929. A Parigi fondò immediatamente con Salvemini, Tarchiani, Lussu ed altri il movimento rivoluzionario antifascista 'Giustizia e Libertà', su basi repubblicane, democratiche, liberalsocialiste, fortemente critico e distinto dai comunisti, per passare nella lotta antifascista sul piano dell'azione e del volontarismo, senza attesismi, fatalismi, scetticismi, pessimismi. Oltre la propaganda pubblica in Francia e clandestina in Italia, Carlo, con grandi impegni finanziari personali, preparò voli di propaganda, come quello su Milano del 1930, con un aereo di ‘Giustizia e Libertà’, guidato dall'aostano Giovanni Bassanesi e dal romano Gioacchino Dolci. Avendo una rara esperienza internazionale, che gli veniva dalla conoscenza profonda, anche personale, che aveva dell'Inghilterra, della Francia, della Svizzera, della Germania, della Spagna, previde come pochi il cancro totalitario, che si era annidato ed esteso in Europa, dall'Italia alla Russia, alla Germania. Intuì subito il carattere aggressivo e foriero di tragedia del nazismo con l'avvento di Hitler 'La guerra che torna' ed additò profeticamente come unica via di salvezza gli Stati Uniti d'Europa. Quando si ebbe il primo assalto totalitario in Spagna con il nazifascismo sceso in campo nell'appoggio al colpo di stato militare di Franco, Carlo Rosselli, di fronte alla colpevole inerzia delle democrazie occidentali, fu il primo a scendere in campo nell'appoggio alla Repubblica spagnola, promuovendo una colonna di volontari, che si fece onore sul fronte di Aragona, tra Huesca e Saragozza, tra il 1936 e il 1937. Sperava e sognava che la vittoria repubblicana potesse permettere una controffensiva democratica in tutta Europa e quindi anche in Italia 'Oggi in Spagna domani in Italia'. Per questo carattere deciso, combattente, intransigente contro il fascismo, divenne il nemico principale del regime, che, edotto dei rischi avuti con il delitto Matteotti, affidò l'assassinio all'associazione terroristica francese di destra 'La Cagoule', che ne ebbe in cambio armi. Carlo e Nello (che si era recato alla stazione termale di Bagnoles de l'Orne in Normandia, a trovare il fratello che si curava per il riacutizzarsi della flebite, che si era aggravata in Spagna, dove era stato anche ferito) furono barbaramente assassinati coi pugnali il 9 giugno 1937. Carlo e Marion, oltre Giovanni, ebbero altri due figli: Andrea e Amelia, una delle più grandi, tormentate voci poetiche del nostro secolo tragico, morta nel 1996 a Roma.
Sabatino (Nello) Rosselli è nato a Roma il 29 novembre 1900 sempre in via delle Convertite 21, e non a Firenze, come si è sempre pensato e scritto. A differenza del fratello, più portato all'impegno politico e all'azione, Nello aveva una natura più di studioso, divenendo uno dei più grandi storici del Risorgimento, il periodo storico che più lo attraeva e sentiva vicino alla sua sensibilità etico-politica. Ma fu sempre capace di affrontare con dignità e forza le prove che dovettero attraversare i membri della Famiglia Rosselli per il loro patriottismo e il loro antifascismo. Si laureò a Firenze in storia su un argomento che divenne poi la prima sua grande opera storica 'Mazzini e Bakunin'(1927), sotto la guida di Gaetano Salvemini.
Proseguì i suoi studi sulla figura di 'Carlo Pisacane' (1932), su Montanelli, sulla Destra storica.
Di sensibilità più liberaldemocratica che liberalsocialista, aderì, dopo il delitto Matteotti all'Unione Democratica Nazionale di Giovanni Amendola, ma collaborò strettamente con il fratello sia nel lavoro al Circolo di Cultura di Firenze che per il 'Non mollare', il cui nome fu da lui proposto. Per questo i Rosselli dovettero subire l'assalto e il saccheggio da parte dei fascisti della loro casa a Firenze. Quando il fratello Carlo fu arrestato per l'espatrio di Turati nel 1926, il fascismo si vendicò ingiustamente e ciecamente su Nello, mandandolo al confino a Ustica. Così si comportò anche dopo la fuga da Lipari di Carlo, condannando Nello al confino di Ponza. Nel frattempo si era sposato con Maria Todesco, ebrea padovana, che fu la indimenticabile compagna fedele e tenace al marito, ai suoi ideali, alla sua memoria, fino alla morte nel 1998, incarnando in modo commovente e indimenticabile il lato femminile della famiglia Rosselli (che è incomprensibile senza le figure femminili di Amelia, Marion e Maria). Nello ebbe quattro figli: Aldo (scrittore ed editore che vive a Roma), Silvia (nata a Roma), Paola, Alberto. Pur facendo vita ritirata di studioso, consultando archivi in varie parti d'Italia, in Inghilterra, in Germania, preparando una rivista storica di respiro europeo, che non potè vedere la luce per i timori della collaborazione di tanti, seguiva e confortava l'azione aperta e frontale antitotalitaria a Parigi del fratello Carlo. Amico di Carlo Levi, divenne anche pittore, lasciando una significativa testimonianza in questo settore. Non fu un tragico caso il coinvolgimento di Nello nell'assassinio del fratello, giacchè Nello fu sempre intransigentemente antifascista. Il misterioso destino storico li ha congiunti nel martirio, stringendoli eternamente ancora di più in quella fraternità che seppero vivere con commovente, quotidiano scambio di affetti, di idee, di riflessioni, come emerge dallo straordinario, indimenticabile epistolario familiare.
5-6 dicembre 2002
a cura di Nicola Terracciano http://www.liberalsocialisti.org/eventibio/bio/amelia_carlo_e_nello_rosselli.htm
(i papaveri sono di Giuseppina Tartagni)
Proseguì i suoi studi sulla figura di 'Carlo Pisacane' (1932), su Montanelli, sulla Destra storica.
Di sensibilità più liberaldemocratica che liberalsocialista, aderì, dopo il delitto Matteotti all'Unione Democratica Nazionale di Giovanni Amendola, ma collaborò strettamente con il fratello sia nel lavoro al Circolo di Cultura di Firenze che per il 'Non mollare', il cui nome fu da lui proposto. Per questo i Rosselli dovettero subire l'assalto e il saccheggio da parte dei fascisti della loro casa a Firenze. Quando il fratello Carlo fu arrestato per l'espatrio di Turati nel 1926, il fascismo si vendicò ingiustamente e ciecamente su Nello, mandandolo al confino a Ustica. Così si comportò anche dopo la fuga da Lipari di Carlo, condannando Nello al confino di Ponza. Nel frattempo si era sposato con Maria Todesco, ebrea padovana, che fu la indimenticabile compagna fedele e tenace al marito, ai suoi ideali, alla sua memoria, fino alla morte nel 1998, incarnando in modo commovente e indimenticabile il lato femminile della famiglia Rosselli (che è incomprensibile senza le figure femminili di Amelia, Marion e Maria). Nello ebbe quattro figli: Aldo (scrittore ed editore che vive a Roma), Silvia (nata a Roma), Paola, Alberto. Pur facendo vita ritirata di studioso, consultando archivi in varie parti d'Italia, in Inghilterra, in Germania, preparando una rivista storica di respiro europeo, che non potè vedere la luce per i timori della collaborazione di tanti, seguiva e confortava l'azione aperta e frontale antitotalitaria a Parigi del fratello Carlo. Amico di Carlo Levi, divenne anche pittore, lasciando una significativa testimonianza in questo settore. Non fu un tragico caso il coinvolgimento di Nello nell'assassinio del fratello, giacchè Nello fu sempre intransigentemente antifascista. Il misterioso destino storico li ha congiunti nel martirio, stringendoli eternamente ancora di più in quella fraternità che seppero vivere con commovente, quotidiano scambio di affetti, di idee, di riflessioni, come emerge dallo straordinario, indimenticabile epistolario familiare.
5-6 dicembre 2002
a cura di Nicola Terracciano http://www.liberalsocialisti.org/eventibio/bio/amelia_carlo_e_nello_rosselli.htm
(i papaveri sono di Giuseppina Tartagni)
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