martedì 4 dicembre 2007

Benjamin Britten

Edward Benjamin Britten (Lowestoft, 22 novembre 1913Aldeburgh, 4 dicembre 1976) è stato un compositore e pianista britannico. Britten nacque a Lowestoft, nel Suffolk, figlio di un dentista, musicista amatoriale ma dotato di un certo talento. Studiò al Gresham's School. Iniziò a comporre in modo alquanto prolifico già da bambino e nel 1927 iniziò delle lezioni private con Frank Bridge. Studiò anche, con minor entusiasmo, al Royal College of Music con John Ireland ed altri. La sua prima composizione che attirò l'attenzione generale fu la variazione corale A Boy was Born, scritta nel 1934 per i BBC Singers. L'anno successivo incontrò W. H. Auden col quale collaborò al ciclo di canzoni Our Hunting Fathers e anche in altri lavori, ambedue radicali sia per la visione politica, sia per le interpretazioni musicali. Ancor più importante fu l'incontro nel 1936 con il tenore Peter Pears, che divenne un fedele collaboratore e compagno di vita. All'inizio del 1939 i due seguirono Auden in America, dove Britten compose la sua prima opera su libretto di Auden e la prima delle sue numerose canzoni per Pears. Lo stesso periodo è memorabile per il numero di opere per orchestra, tra cui numerosi concerti per pianoforte e violino e la Sinfonia da Requiem. Britten e Pears fecero ritorno in Inghilterra nel 1942 e Britten completò l'opera corale Inno a Santa Cecilia (la sua ultima collaborazione con Auden) e A Ceremony of Carols durante il lungo viaggio in mare. Aveva già cominciato a lavorare alla sua opera Peter Grimes, e la première al Sadler's Wells nel 1945 fu il suo, fino ad allora, maggior successo. Britten, comunque, stava incontrando una certa opposizione in settori del mondo musicale inglese e, gradualmente, si ritirò dalla scena londinese fondando l'English Opera Group nel 1947 ed l' Aldeburgh Festival l'anno successivo, parzialmente anche se non solo per rappresentare i suoi stessi lavori. Grimes segnò l'inizio della serie delle opere inglesi, fra le quali furono particolarmente ammirate Billy Budd 1951 e The Turn of the Screw 1954. In quest'ultima, il ruolo di Miles fu creato per il dodicenne David Hemmings del quale Britten, sempre attratto dai ragazzi, si era infatuato. La voce di ragazzo come simbolo di innocenza e di tentazione allo stesso tempo, è un motivo ricorrente nella musica di Britten. Un'altra influenza fu la musica dell'Est, un interesse promosso dal viaggio con Pears nel 1957. Britten fu molto colpito dalla musica di Bali e del Giappone. I frutti di questo viaggio comprendono il balletto The Prince of the Pagodas (1957) e la serie di semi-opere "Parables for Church Performance": Curlew River (1964), The Burning Fiery Furnace (1966) e The Prodigal Son (1968). Il maggiore successo nella carriera di Britten fu il - musicalmente più convenzionale - War Requiem, scritto per la riapertura della Cattedrale di Coventry nel 1962 con Dietrich Fischer-Dieskau, Peter Pears e Galina Višnevskaja come solisti e con lo stesso Britten alla direzione d'orchestra (che era la London Symphony Orchestra). Di quest'opera esiste un'incisione della Decca Records registrata nel gennaio del 1963, in cui sono immortalate le prove e alcuni colloqui che Britten ebbe con il coro e l'orchestra. Ci sono anche alcune istruzioni che Britten diede alla Višnevskaja (che aveva l'interprete). La più interessante è quella in cui Britten si lamenta con il soprano russo della difficoltà dell'esecuzione della partitura. Allora la Višnevskaja, ridendo, si stupisce che lo stesso autore trovi la sua opere "difficile": se è difficile perché scriverla così?... E Britten le rispose: "Non l'ho scritta per dirigerla io!" Nell'ultima decade della sua vita Britten soffrì di sempre più gravi malattie e i suoi ultimi lavori divennero sempre più inconsistenti. Comprendono: l'opera Death in Venice (1973), la Suite on English Folk Tunes "A Time There Was" (1975) e la cantata drammatica Phaedra (1976), scritta per Janet Baker. Britten morì per un attacco cardiaco a Aldeburgh, poco dopo essere stato nominato baronetto, nel 1976. Una delle opere più note di Britten è Young Person's Guide to the Orchestra (1946), che venne composta per accompagnare Instruments of the Orchestra, un film educativo prodotto dal governo britannico. L'opera ha come sottotitolo Variations and Fugue on a Theme of Purcell, ed usa come tema centrale una melodia tratta dall'Abdelazar di Henry Purcell. Britten crea variazioni individuali per ognuno degli strumenti dell'orchestra, partendo dai legni, quindi gli archi, gli ottoni e infine le percussioni. Britten riunisce quindi l'intera orchestra per una fuga, prima di riprendere il tema e concludere l'opera. Nel film originale era presente un commento parlato, ma questo viene spesso omesso nelle esibizioni concertistiche e nelle registrazioni. Britten fu anche un affermato pianista, e talvolta si esibì con questo strumento nella musica da camera o accompagnando dei lieder. Comunque, ad eccezione del Piano Concerto (1938) e delle Diversioni per pianoforte e orchestra (scritte per Paul Wittgenstein nel 1940), scrisse poca musica per tale strumento, e in un intervista del 1963 per la BBC disse che lo considerava come "uno strumento secondario". Lo status di Britten come uno dei più grandi compositori britannici del XX secolo è consolidato tra i critici professionisti. Negli anni '30 egli compì uno sforzo cosciente per distaccarsi dalla corrente principale della scena musicale inglese, che considerava compiacente, isolana e dilettantesca. Molti critici dell'epoca, in compenso, diffidavano della sua abilità, cosmopolitanismo e ammirazione per compositori quali Mahler, Berg e Stravinsky, non considerandoli modelli appropriati per un giovane musicista inglese. Ancor oggi, la critica alla sua musica si adatta a venire coinvolta in considerazioni sulla sua personalità, opinioni politiche e sessualità. La pubblicazione nel 1992 della biografia di Humphrey Carpenter, con le rivelazioni sulle spesso tese relazioni personali, professionali e sessuali di Britten, ha assicurato che la sua rimarrà una figura controversa. Per molti musicisti comunque, la sua tecnica impeccabile, la grande simpatia musicale e umana, e l'abilità a trattare le forme musicali più tradizionali con freschezza ed originalità, lo pongono a fianco dei principali compositori della sua generazione. Fiori di Maurice Boitel 1954.

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