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Judi Dench ovvero M

Judi Dench, 9 Dicembre 1934, York, Gran Bretagna. Judi Dench, questa illustre sconosciuta al pubblico italiano, non è solo un'anziana attrice teatrale inglese qualsiasi che si è trovata catapultata a Hollywood con un Oscar in mano, solo grazie a 5 minuti scarsi di apparizione sul grande schermo nei panni della Regina Elisabetta che ha messo fine al matrimonio nientemeno che fra William Shakespeare e il suo primo vero amore, Lady Viola. Fortunatamente, non è solo questo. Diciamo che se fosse un cartello sarebbe work in progress. Lavori in corso, e non per via di qualche ritocco estetico, ma perché questa attrice, dall'alto della sua età cronologica, è una fucina di continuo lavoro. Un'attrice che sfrutta il linguaggio della recitazione per arrivare al cuore degli spettatori e, a volte, far riflettere sui problemi dell'anima. Figlia del medico ufficiale del Theatre Royal, fu proprio questo legame fra il medico e la compagnia teatrale a spingere la Dench (e suo fratello Jeffery) nello studio della recitazione presso la Central School (con Vanessa Redgrave come compagna di classe), facendo una lunghissima gavetta come attrice teatrale, a cominciare dal suo debutto nel ruolo della Vergine Maria nella Old Vic Company di Liverpool, seguito poi da un'altrettanto memorabile Ofelia in un "Amleto" del 1957, che le fece vincere numerosi riconoscimenti internazionali. Indimenticabile la sua Giulietta diretta dal nostro Franco Zeffirelli, ma non si può non citare anche le sue Titania, Lady Macbeth e un centinaio di altri ruoli che ha portato sul palcoscenico in numerose stagioni con la Royal Shakespeare Company, viaggiando fra Stratford e Londra, fra l'Australia e il Giappone, e ricevendo ben sei ambitissimi Olivier Award per: "Macbeth" (1977), "Giunone e il pavone" (1980), "Tessuto di menzogne" (1984), "Antonio e Cleopatra" (1987), "Absolute Hell" (1996) e infine "A Little Night Music" (1996). Il primo contatto con l'obiettivo avviene per il piccolo schermo nel film tv Hilda Lessways (1959), ma il teatro è ancora considerato la sua prima casa e così torna sul palco, a ballare e cantare, nel ruolo di Sally Bowles nel musical "Cabaret", senza dimenticare "Cats" che però ha dovuto abbandonare. Una delle sue più memorabili interpretazioni cinematografiche di quegli anni è la pellicola di Tony Richardson Il fantino deve morire (1974), poi parteciperà a numerose produzioni televisive fra cui la serie tv A Fine Romance (1981) dove apparirà con suo marito, l'attore Michael Williams (dal quale avrà l'attrice Finty Williams). Vincitrice di ben nove BAFTA (i corrispettivi dei nostri David di Donatello), nel 1970 riceve l'Order of the British Empire per il suo lavoro teatrale, seguito dal titolo di Dama dell'Impero Britannico. Ottima nelle pellicole The Angelic Conversation (1985) di Derek Jarman e ne Il matrimonio di Lady Brenda (1988) con Kristin Scott Thomas, Angelica Huston e Alec Guinness, sarà diretta da James Ivory in un piccolo ruolo in Camera con vista nel 1985. Anno in cui sarà nel cast della serie tv Mr and Mrs Edgehill, apparendo al cinema in un modesto ruolo nell'Enrico V di Kenneth Branagh, seguito dal suo Hamlet (1996). Solo alla fine degli anni Novanta, la Dench troverà i favori del pubblico italiano (e mondiale) ricevendo il suo primo Oscar come miglior attrice non protagonista per il ruolo della Regina Elisabetta I in Shakespeare in Love (1998) di John Madden. Lo aveva già sfiorato l'anno prima, con lo stesso regista, per il suo ruolo in La mia regina (1997) dove aveva recitato accanto alla figlia. Nonostante il successo di Hollywood, che sembra improvvisamente accorgersi di questa grande interprete, Judi Dench non avrà alcuna intenzione di lasciare il teatro per seguire completamente la settima arte, e lo dimostra il fatto di aver interpretato il dramma "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo, fra il 1998 e il 1999. Diretta, questa volta cinematograficamente, da Zeffirelli in Un tè con Mussolini (1999), entrerà di diritto nel mondo di 007 apparendo in ben tre degli ultimi film di James Bond: 007 – Il mondo non basta (2000), 007 – La morte può attendere (2003) e Casinò Royale (2006). Dopo aver ricevuto il Dottorato Onorario in Lettere dalla Oxford University e dal Trinity College nel nuovo millennio, e il Tony Award per "Amy's View", zia degli attori Rebekah e Sebastian Elmaloglou, riceve la sua terza e quarta nomination all'Oscar rispettivamente come attrice non protagonista per Chocolat (2002) di Hallstrom e per protagonista in Iris – Un amore vero (2002) di Richard Eyre. E dopo il fantascientifico The Chronicles of Riddick (2004), nel 2005, è ancora nella rosa delle candidate all'Oscar per Lady Henderson presenta (2005) di Stephen Frears. La stessa situazione si presenta nel 2006, quando recita in Diario di uno scandalo (2006) di Eyre nel ruolo di un'acida e ossessiva insegnante zitella.«Ciò che Dio ha unito, neanche la Regina può dividere». È questa la battuta di Shakespeare in Love che più di ogni altra ha sancito la sua vittoria di fronte all'Academy e non rimane molto da dire se non: lunga vita alla regina Dench! Fabio Secchi Trau da http://www.mymovies.it/ Filmografia scelta: Il fantino deve morire, Camera con vista, 84 Charing Cross Road, Il matrimonio di Lady Brenda, Jack e Sarah, Hamlet, La mia regina, Shakespeare in love, Un tè con Mussolini, 007, Il mondo non basta, Iris un amore vero, The shipping news, 007, La morte può attendere, L'importanza di chiamarsi Ernest, 007 Goldeneye, Ladies in lavender, Orgoglio e pregiudizio, Lady Henderson presenta, Il mistero di Wetherby, L'ultima delle Blonde Bombshells. Dipinto di Storie.
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