
Si troverà al fianco di un genio del male, dell'uomo che forse più di ogni altro è incarnazione e simbolo del dispiegarsi della malvagità nella storia. Eppure Eva Braun, nata a Simbach il 6 febbraio 1912, è una ragazza semplice, che proviene da una famiglia semplice. E' la seconda figlia di Fritz Braun, un rispettabile maestro di Monaco, e Franziska. Fritz Braun è uno studioso, astemio e protestante non praticante. Franziska, cresciuta come cattolica devota, è vitale, socievole e atletica. Da bambine, le tre figlie dei coniugi Braun prendono lezione di musica, d'arte e di danza. Il padre Fritz spera che Eva diventi un'artista; la madre Franziska vuole per lei un futuro da sarta. Lei, refrattaria alla disciplina che i genitori cercano di imporle, pensa solo a truccarsi, alla dieta, ai vestiti e ai ragazzi. Nel 1928, nel tentativo di imporle una rigida educazione, i genitori di Eva la iscrivono in un istituto cattolico femminile. Il tentativo fallisce: Eva lascia il convento nell'autunno successivo, confidando a una compagna: "Non è vita per me". Tornata a casa, Eva trova che la sorella maggiore, Ilse, lavora per un dottore di nome Marx. Vedendo nel lavoro la possibilità di ottenere l'indipendenza economica dai genitori, Eva trova un impiego rispondendo all'annuncio appeso alla porta del piccolo negozio del fotografo Heinrich Hoffmann. Hoffmann lavora molto per un partito politico che sta acquistando rapidamente importanza: il Partito Nazionalsocialista. Le vetrine del suo negozio sono piene delle fotografie del fiero leader del partito, un austriaco di quarant'anni: Adolf Hitler. Hoffmann, consapevole della crescente popolarità del partito nazista, vuole compiacere il suo cliente. Sa che Hitler ha una passione per le ragazze giovani e belle. Così, lo invita nel proprio negozio e gli presenta Eva. Lei non si interessa affatto di politica, e non lo riconosce. Tra Eva Braun e Adolf Hitler nasce una relazione. Eva la tiene segreta alla famiglia, che sa ostile all'astro nascente della politica tedesca. Il padre, infatti, pensa che Hitler sia un estremista, e lo considera un imbecille. La sorella Ilse lavora ancora per il dottor Marx, un ebreo, e detesta Hitler per la sua veemente retorica antisemita. Eva Braun pensa già di trascorrere il resto della vita insieme a Hitler, ma le attenzioni che ha per lei sono solo temporanee: quando il partito accresce il proprio potere, lui inizia a trascurarla. Eva si sente abbandonata, e giunge a tentare il suicidio, sparandosi con la pistola del padre. La salva l'imperizia: il proiettile le colpisce il collo. La sorella Ilse la trova in un lago di sangue, ma cosciente. Eva le chiede di chiamare il dottor Marx, e di dirgli che si è trattato di un incidente. Alcuni mesi dopo il tentato suicidio, avviene l'incontro tra i coniugi Braun e l'amante della figlia. Mentre stanno viaggiando nella campagna tedesca, Fritz e Franziska si fermano per pranzare nel villaggio di Lambach. Poco dopo, un'auto del Partito Nazista si ferma nello stesso luogo: dalla macchina scende Hitler e, con lui, la loro figlia ventenne. Fritz Braun, che in seguito saprà trarre vantaggio dalla relazione della figlia con il Fuhrer, è per ora preda di scrupoli morali. Scrive nel 1935 ad Adolf Hitler: "La mia famiglia sta vivendo un periodo doloroso, perché le mie due figlie, Eva e Gretel, hanno lasciato la nostra casa per andare a vivere in un appartamento che lei ha messo a loro disposizione. Io, come capo famiglia, mi sono trovato di fronte al fatto compiuto. Resto dell'opinione, se vuole un po' antiquata, che si debba rispettare la morale. I figli non dovrebbero allontanarsi da casa e dalle cure dei genitori prima del matrimonio". Fritz affida la lettera al fotografo Hoffmann, il quale, ovviamente, la consegna a Eva, che la distrugge. Eva continua a sentirsi trascurata, abbandonata. Il 28 maggio 1935 scrive sul suo diario: "Mio Dio aiutami, devo parlare con lui oggi. Domani sarà troppo tardi. Ho deciso di prendere 35 pastiglie: questa volta devo essere sicura di morire. Se solo dicesse a qualcuno di telefonarmi...". Attua il suo proposito, ma ancora una volta la sorella la trova, e anche questo tentativo fallisce. Dopo il secondo tentativo di suicidio di Eva, Hitler decide di trasferirla al Berghof, la sua residenza nell'Obersalzburg. La presenta ai membri del partito e addirittura alla sua segretaria privata. Per Eva comincia una nuova vita: ci sono 12 impiegati ai suoi ordini, compra vestiti e accessori costosi, una pelliccia di volpe argentata, una sofisticata macchina fotografica e pratica tutti gli sport possibili. Hitler le mette a disposizione una Mercedes con autista e molto denaro per i suoi acquisti. Lei trascorre il tempo prendendo il sole, facendo ginnastica e guardando film americani proibiti. Fa costruire nella cantina una sala da bowling, compra i migliori profumi e cosmetici, a volte cambia vestito ogni ora, e va tutti i giorni dal parrucchiere. Intanto, Hitler continua a cercare altre relazioni. Mostra di prediligere donne intellettuali e sofisticate: l'esatto contrario di Eva Braun. Quando l'Inghilterra e la Francia dichiarano guerra alla Germania, Eva ne è contenta: con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il Fuhrer non avrà tempo per altre donne. I pochi anni successivi saranno i più felici della sua vita. Tuttavia, la sua influenza su Hitler continua a essere nulla: quando il convento dove ha studiato da ragazza è requisito dai nazisti per farne un campo di addestramento, le suore pregano Eva di aiutarle. Ma Eva sa di non poter ottenere alcuna concessione, e neppure chiede a Hitler di intervenire. Nel 1942 le sorti della Germania nella guerra iniziano a cambiare. Eva non può che esserne seccata. L'anno successivo, la trentenne Eva Braun esprime il suo sdegno per il fatto che, a causa della guerra, tra breve in Germania non saranno più reperibili cosmetici e prodotti per la cura dei capelli. Nel giugno del 1944, mentre gli alleati sbarcano sulle coste della Normandia, la sorella minore di Eva, Gretel, sposa un ufficiale delle SS: sono le nozze che Eva desidera da sempre. Un mese dopo, un gruppo di ufficiali dell'esercito ordisce un complotto per assassinare Hitler. Il Fuhrer scampa all'attentato, ma è gravemente ferito e il giorno seguente scrive ad Eva: "Mia cara, sto abbastanza bene, non ti preoccupare per me. Forse sono un po' stanco. Spero di ritornare a casa presto e di riposare fra le tue braccia. Ne ho un gran bisogno, ma il mio impegno con il popolo tedesco supera ogni altra cosa". La risposta di Eva è immediata e senza riserve: "Caro, ti sono accanto. In questo momento mi sento morire sapendo che tu sei in pericolo. Torna il più presto possibile. Sto diventando pazza. Il tempo qui è bello. Tutto sembra tranquillo e io sono così confusa. Sai che preferirei morire se dovesse accaderti qualcosa. Fin dal nostro primo incontro promisi a me stessa che ti avrei seguito ovunque, fino alla morte. Io vivo solo per il tuo amore. Tua, Eva". Di fronte all'avanzata delle forze alleate in Germania, Hitler decide di compiere il suo ultimo viaggio dal Berghof alla cancelleria del Reich a Berlino. Eva lo segue di sua spontanea volontà. Nel marzo del 1945, le truppe sovietiche entrano a Berlino. Hitler ed Eva Braun si nascondono nel bunker sotto la cancelleria del Reich. Hitler detta una lettera alla sua segretaria: "I generali mi hanno tradito. Il popolo tedesco non crede più a nulla. Ma, nonostante ciò, io continuo a combattere per loro. Il nazionalsocialismo è giunto alla fine. Gli ebrei ne sono i responsabili". Dopo avere ordinato l'esecuzione di alcuni presunti traditori antinazisti, tra cui il marito di Gretel, che è incinta, Hitler esaudisce il desiderio più grande di Eva: alle prime ore del 29 aprile, sono in piedi davanti a un ufficiale dello stato civile per sbrigare le formalità del matrimonio. Nel pomeriggio del 30 aprile 1945, Adolf Hitler e sua moglie si suicidano insieme. Hitler ingoia una capsula di cianuro e si spara. Eva prende soltanto il veleno. Una settimana dopo il suicidio di Eva Braun, Gretel, la sorella rimasta vedova, dà alla luce una bambina. La chiamerà Eva. Testo originale a cura di Marco Boria Fonte:http://biografie.studenti.it/biografia.htm?BioID=1231&biografia=Eva+Braun
Eva Braun,
l'amante di Hitler
l'amante di Hitler
Eva Anna Paula Braun nasce a Monaco il 6 febbraio 1912 nella Isabellastraße 45, secondogenita dell’insegnante Friedrich Braun e di Franziska Kronberger. Quattro anni prima era nata Ilse, tre anni dopo nascerà Margarete, detta Gretl. La speranza del padre di avere un figlio maschio non si concretizza. Le tre figlie vengono educate secondo i principi del cattolicesimo come promesso da Friedrich, di fede evangelica, alla moglie Franziska, cattolica. Nel 1925, anche in virtù di una eredità ricevuta, la famiglia Braun si trasferisce in un appartamento più grande ed elegante nella Hohenzollernstraße 93, all’angolo con la Tengststraße, dove hanno una cameriera e il privilegio di possedere un’automobile. Eva frequenta con buoni risultati gli studi liceali, anche se gli insegnanti la dipingono come pigra e ribelle. Eva è una ragazza carina, bionda, occhi azzurri, si veste con eleganza, sogna una carriera nel mondo dello spettacolo come ballerina o attrice: le sue letture preferite sono le riviste di cinema e i romanzi rosa, con la classica eroina che si dedica anima e corpo all'amato. Il suo primo lavoro è presso l’atelier fotografico di Heinrich Hoffmann, nella Schellingstraße 50, dove nel settembre 1929 viene assunta come apprendista fotografa e commessa. Hoffmann era diventato il fotografo ufficiale del partito nazionalsocialista, che dal 1925 aveva la sede nello stesso palazzo. Nell’ottobre 1929 Eva incontra per la prima volta Hitler nel negozio e nasce poco a poco un’amicizia galante e cortese, fatta soprattutto di regali, baciamani, complimenti galanti. Così Eva descrive l’incontro: “Ero rimasta in negozio dopo la chiusura per sistemare alcune carte, ero su una scala. […] Improvvisamente entrò il capo con un signore di una certa età, con dei buffi baffetti, un impermeabile chiaro di stile inglese e in mano un gran cappello di feltro. […] Cercai di gettare loro un’occhiata senza girarmi e mi accorsi che quell’uomo mi stava guardando le gambe. […] Scesi e Hoffmann fece le presentazioni: «Signor Wolf (lo pseudonimo di Hitler), la nostra brava piccola signorina Braun»”. Inizialmente solo le sorelle sono a conoscenza della relazione mentre i genitori ne sono all'oscuro: le numerose gite nella campagna bavarese di Eva e Adolf nonchè i pranzi all’Osteria Bavaria (oggi Osteria Italiana, Schellingstr. 62) vengono spacciati per lunghi straordinari presso lo studio fotografico, che nel frattempo si era trasferito in una sede più grande all’angolo tra la Theresienstr. e la Amalienstr. Il rapporto rimane platonico fino all’inizio del 1932, periodo in cui Eva diventa a pieno titolo la sua amante e inizia a frequentare l’appartamento di Hitler nella Prinzregentenplatz 16. Per capire quale fosse il tipo di relazione, riportiamo le parole dello stesso Hitler: “Gli uomini molto intelligenti devono prendersi una donna primitiva e stupida. Provi a immaginare se dovessi avere una moglie che mettesse il naso nel mio lavoro! Nel tempo libero voglio avere la mia tranquillità… non posso sposarmi!”. Nell’estate e nell’autunno del 1932 Hitler è occupato con la campagna elettorale e Eva non lo vede praticamente mai: Eva accetta tutto, è paziente, quasi annulla la sua personalità e teme di veder finire questa relazione. Il 1 novembre tenta di suicidarsi sparandosi un colpo in gola, forse per gelosia verso lo stuolo di ammiratrici di Hitler, ma si salva. Per Eva la politica è qualcosa di lontano, di poco interessante, anzi una nemica, in quanto le sottrae le attenzioni e la compagnia del suo Adolf. Basti pensare che lei non si è mai iscritta al partito e negli ultimi anni, esaurito l'iniziale entusiasmo, maggiormente rivolto all'arte oratoria che non ai contenuti, definisce noiosi i suoi discorsi. Il 28 maggio 1935 tenta nuovamente di togliersi la vita, ingerendo del sonnifero, ma viene salvata in tempo dalla sorella Ilse. Nell’autunno dello stesso anno Eva smette di lavorare presso lo studio fotografico e Hitler la inserisce nello staff della sua segreteria e, con la copertura di Hoffmann, le regala una villetta a Monaco nella Delpstr. 12, all’interno dell’elegante quartiere residenziale di Bogenhausen e vicino all’appartamento di Hitler nella Prinzregentenplatz. Eva vi abita con la sorella Gretl e i due cani Stasi e Negus. La casa era ben arredata, parecchi quadri adornavano le pareti e tra tutti Eva preferiva gli acquerelli dipinti dal suo Adolf, che da giovane e per ben due volte non venne ammesso all'Accademia delle Belle Arti di Vienna. Era inoltre dotata di un televisore, un lusso che all’epoca era riservato a pochissimi. Eva amava il mondo del cinema e lei stessa si improvvisò spesso regista, in occasione di gite in Baviera e all’estero, specie in Italia, dove filmò gran parte dei suoi soggiorni a Venezia e a Roma. Dopo Monaco, era la zona alpina di Berchtesgaden il luogo più amato e frequentato dall’amante segreta di Hitler, che da alcuni anni viene presentata come “segretaria privata” del Führer. A partire dal 1933 vengono costruite nell’Obersalzberg, nel sud-est della Baviera vicino al confine con l’Austria, una serie di chalet alpini, destinati a Hitler e agli alti gerarchi del partito. Qui Eva trascorre gran parte della bella stagione nel Berghof, la residenza di Hitler, e in seguito anche nella Kehlsteinhaus, il “Nido dell’aquila”, lo chalet super protetto che il partito regalò al Führer in occasione del suo 50° compleanno. Le giornate trascorrono allo stesso modo, tra colazioni, pranzi, visite di Hitler nei week-end, passeggiate e naturalmente fotografando e filmando senza sosta, anche per ingannare la noia: le riprese a colori effettuate al Berghof da Eva Braun sono tra le prime effettuate in Germania e rappresentano un documento storico di indubbio valore. Nel 1944 la guerra da chiari segnali: la Germania e i folli progetti di Hitler sono in frantumi, da tutti i confini arrivano notizie disastrose, le città devastate dai bombardamenti, la popolazione ridotta alla fame. Il 9 febbraio 1945 Eva festeggia nella casa di Monaco il suo 33° compleanno, a marzo si mette in viaggio per Berlino: tutti la pregano di rimanere in Baviera, di cercare rifugio nei bunker alpini ma lei vuole rimanere accanto a Hitler fino alla fine, qualsiasi cosa succeda. La notte del 28 aprile 1945 Hitler sposa nel bunker sotto la Cancelleria di Berlino Eva Braun, che diventa così la signora Eva Hitler. La notizia in poche ore fa il giro della Germania. Il 30 aprile, nel primo pomeriggio, si suicidano nel bunker. I corpi, cosparsi di benzina da Erich Kempka, l’autista del Führer, vengono bruciati. Eva, della cui esistenza la maggioranza dei tedeschi era fino a quel momento ignara, rimane così fedele a quanto in precedenza detto all’adorato Adolf - “Ho promesso a me stessa di seguirti ovunque, anche nella morte” - e con il coraggio di questo sacrificio supremo riscatta con dignità la sua breve e insignificante esistenza. Fabio Zeggio Fonte: http://www.tuttobaviera.it/eva-braun.html
Eva Braun
Eva Anna Paula Braun (Monaco di Baviera, 6 febbraio 1912 - Berlino, 30 aprile 1945) fu la compagna e, nell’ultimo giorno della sua vita, la moglie di Adolf Hitler. Eva Braun nasce a Monaco di Baviera nella Isabellastraße 45, secondogenita del luterano Fritz Braun e della cattolica Franziska Kronberger, ma sia lei sia le sue sorelle (Ilse e Gretl) vengono educate secondo la religione della madre. Dopo aver frequentato il liceo trova un impiego come commessa nello studio del fotografo Heinrich Hoffmann, amico personale di Hitler; l'incontro tra la giovane ragazza e il futuro Führer avviene nell'ottobre del 1929, ma inizialmente Eva non rimane particolarmente impressionata da quel signore di una certa età con dei buffi baffetti. La loro relazione diventa seria intorno al 1932: l'amante di Hitler, sua nipote Geli Raubal, si è suicidata l'anno precedente ed Eva incomincia a frequentare assiduamente l'appartamento dell'uomo, all'insaputa dei suoi genitori. In vista delle importanti elezioni del 1932, Hitler e il suo entourage girano la Germania in lungo e in largo, occupati con la campagna elettorale. Eva rimane sola per lungo tempo fino a che il 1 novembre si spara un colpo in gola. Miracolosamente salva, il suo gesto attira però l'attenzione di Hitler, che aveva ancora in mente sua nipote Geli e la sua tragica fine. Il 28 maggio 1935 tenta nuovamente il suicidio ingerendo sonniferi ma anche stavolta riesce a salvarsi. Nell'autunno del 1935 abbandona lo studio di Hoffmann e si trasferisce in una villetta nel quartiere residenziale di Monaco, dono personale del Führer, insieme a sua sorella minore Gretl e ai suoi due Scottish terriers Negus e Stasi. Le vacanze ama invece trascorrerle al Berghof, la residenza personale di Hitler, dove può comportarsi da padrona di casa e intrattenere numerose feste per gli ospiti illustri. È libera di fare ciò che vuole, compreso bere e fumare, ma viene descritta come "la donna più infelice del Terzo Reich". Il 3 giugno del 1944 sua sorella Gretl sposa l'Obergruppenführer Hermann Fegelein, che verrà fucilato negli ultimi drammatici atti del Terzo Reich a causa delle negoziazioni che lui e Himmler stavano attuando con gli Alleati per mezzo del Conte Folke Bernadotte. Nel febbraio del 1945 Eva torna a Monaco per festeggiare con la famiglia i suoi 33 anni, ma riparte subito per Berlino per restare accanto al suo uomo, in un estremo atto di coraggio e di amore. I due si sposano il 29 aprile, alla presenza di Joseph Goebbels e Martin Bormann; la sposa indossa un vestito nero di seta ed è orgogliosa di poter scrivere sul documento ufficiale il nome "Eva Hitler". Eva Braun e Adolf Hitler si suicidano nel pomeriggio di lunedì 30 aprile 1945, intorno alle 15.30. Lui si spara un colpo di pistola mentre lei si avvelena con il cianuro. I corpi vengono bruciati e seppelliti nel giardino della Cancelleria, in una solenne cerimonia presieduta da Goebbels, che era appena succeduto a Hitler come Cancelliere del Reich. I resti dei due coniugi vengono trovati dai Russi e dopo varie peripezie vengono cremati e dispersi nell'Elba. Il resto della famiglia Braun sopravvisse alla guerra; suo padre Fritz morì nel 1964, sua madre nel 1976, all'età di 96 anni e la sorella maggiore Ilse si spense nel 1979. Gretl il 5 maggio del 1945 mise al mondo una bambina che chiamò Eva in onore dell'amata sorella e proprio come la zia Eva Fegelein si toglierà la vita a causa di un uomo, nel 1975. Gretl, che nel 1954 si era sposata in seconde nozze, morì invece nel 1987. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Eva_Braun
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