Corneille De Lyon/Dama
Vittoria Accoramboni (Gubbio, 15 febbraio 1557 – Padova, 22 dicembre 1585) è stata una nobildonna italiana. Appartenente a una famiglia della piccola nobiltà di origine marchigiana che si era trasferita a Gubbio nel XIV secolo, all'età di 16 anni era stata data in sposa a Francesco Peretti, nipote del cardinale Felice Peretti, il futuro papa Sisto V. I giovani coniugi si trasferirono a Roma nella speranza di migliorare la condizione sociale; tuttavia, a causa del tenore di vita molto al di sopra dei modesti mezzi finanziari, ben presto lei e il marito furono sommersi dai debiti. A causa della sua avvenenza Vittoria era ammirata e corteggiata, Fra i più ferventi ammiratori di Vittoria vi era Paolo Giordano I Orsini, primo duca di Bracciano, uno degli uomini più potenti di Roma. Un fratello di Vittoria, Marcello, nella speranza che la sorella potesse diventare moglie del duca, assassinò il cognato Francesco Peretti (1581). Il duca fu sospettato complice del delitto, poiché si credeva fosse responsabile anche dell'assassinio della prima moglie, Isabella de' Medici, avvenuto nel 1578. Una volta che Vittoria fu libera, Paolo Giordano la sposò, dapprima clandestinamernte (1581) e in seguito, superata l'opposizione del Papa Gregorio XIII, anche pubblicamente (1583). Furono fatti numerosi tentativi per annullare il matrimonio: Vittoria fu anche imprigionata e rimessa in libertà solo per l'intervento del cardinale Borromeo. Alla morte di Gregorio XIII, il 24 aprile 1585 fu eletto papa, col nome di Sisto V, il cardinal Peretti, zio del primo marito di Vittoria. I due sposi fuggirono dapprima a Venezia e successivamente a Salò, in territorio Veneziano. Qui il il duca morì (novembre 1585), lasciando in eredità il ducato al figlio del primo letto Virginio e i rimanenti beni alla vedova Vittoria. Vittoria si recò a Padova, dove fu seguita da Lodovico Orsini, un parente del defunto marito e funzionario della Repubblica di Venezia, per procedere a una nuova divisione dell'eredità. Ma Lodovico fece trucidare Vittoria da alcuni sicari alla fine del 1585 e venne a sua volta giustiziato, assieme a quasi tutti i suoi complici, per ordine della Repubblica Veneta. Vittoria Accoramboni fu anche poetessa, secondo la testimonianza di Filippo Vecchietti (1735-1798) e Tommaso Moro nel XVIII secolo, e di Enrico Castreca Brunetti a metà del XIX secolo. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Vittoria_Accoramboni

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