lunedì 24 marzo 2008

Amelia Rosselli

John William Hill/Ramo di pescoAmelia Rosselli (Parigi, 24 marzo 1930Roma, 11 febbraio 1996) è stata una poetessa italiana. Amelia Rosselli nacque a Parigi, figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale, e di Marion Cave, un'attivista cattolica irlandese. Nel 1940, dopo l’assassinio del padre e dello zio ad opera delle milizie fasciste in Francia (1937), esiliò con la famiglia, esperienza che determinò il carattere apolide ed insieme personalistico della sua opera. La Rosselli si trasferì dapprima in Svizzera e quindi negli Stati Uniti. Compì all’estero senza regolarità studi letterari, filosofici e musicali, ultimandoli in Inghilterra poiché in Italia, dove era tornata nel 1946, non le poterono essere riconosciuti. Negli anni ’40 e ’50 si occupò di teoria musicale, etnomusicologia e composizione, trasponendo le sue ricerche in una numerosa serie di saggi. Nel 1948 cominciò a lavorare come traduttrice dall’inglese per alcune case editrici di Firenze e Roma e per la Rai; nel frattempo continuò a dedicarsi a studi letterari e filosofici. In questi anni cominciò a frequentare gli ambienti letterari romani (nel 1950 conobbe lo scrittore Rocco Scotellaro, che le presentò poi Carlo Levi) e gli artisti che avrebbero successivamente dato vita all'avanguardia del gruppo 63. Negli anni Sessanta, si iscrisse al PCI nel 1958 e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l'attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. Nel 1963 pubblicò su Il Menabò ventiquattro poesie. L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche, edita da Garzanti. Nel 1981 uscì Impromptu, un lungo poema diviso in tredici sezioni e nel 1983 Appunti sparsi e persi, scritti tra il 1952 e il 1963. Molti dei suoi racconti in prosa furono pubblicati nel 1968, con il titolo Diario ottuso. La protratta malattia e la conseguente morte della madre le causò un esaurimento nervoso. L'apprendere di essere affetta dal morbo di Parkinson, nel 1969, non le impedì di proseguire gli studi di musicologia. È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilingusimo. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida nel 1996 per cause connesse ad una grave depressione. La data del suicidio segna forse volontariamente un nesso indelebile con quella di Sylvia Plath, autrice che la Rosselli tradusse ed amò anche sul piano dell'indagine biografica. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Amelia_Rosselli

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