sabato 1 novembre 2008

Il raffreddore si attacca al telecomando

George InnessIl virus che lo provoca si deposita spesso sugli oggetti domestici, dove resiste anche due giorni
Se tra uno starnuto e l'altro cercate di ricordare dove avreste potuto prendere il raffreddore, potreste non dover cercare troppo lontano. Secondo quanto riportato da una recente ricerca realizzata dall'Università della Virginia tra i principali veicoli che disseminano il Rhinovirus, il virus che provoca il raffreddore, ci sarebbero gli oggetti domestici più utilizzati. Il telecomando, lo sportello del frigo, il rubinetto del bagno, sono questi i posti in cui sono state trovate con frequenza (42 per cento) le tracce del virus del raffreddore da parte del team di ricerca guidato dalla dottoressa Birgit Winther. Lo studio è stato condotto su un campione statistico di trenta famiglie.
DEPOSITI - Il Rhinovirus, propagato attraverso colpi di tosse e starnuti, si deposita quindi sulle superfici, dove sopravvive e mantiene – soprattutto entro il tepore delle mura di casa – per circa due giorni. Il consiglio che gli esperti conseguentemente danno è – ancora una volta – analogo a quello delle massaie: abbiate cura dell'igiene domestica e pulite bene suppellettili e le mani. Il passaggio tra gli oggetti domestici e l'organismo umano avviene infatti generalmente tramite le mani. Sembra invece che sia quasi inutile diffondere disinfettanti nell'aria, «alcune persone – ha commentato Winther - pensano di igienizzare la casa spruzzando spray disinfettanti e antisettici ma il rinovirus non rimane in sospensione aerea» e si deposita cadendo sull'ambiente circostante.
COME SI TRASMETTE - La domanda potrebbe essere: come fa il virus del raffreddore a passare dalle mani all'apparto respiratorio? Non è mecessario avere «cattive abitudini», basta, per esempio, passarsi una mano sugli occhi. Il virus ci metterà poco a passare nell'organismo attraverso la congiuntiva. E comunque non c'è solo a casa il rischio-oggetti.
Altri «mezzi» di contagio molto diffusi sono le penne usate da altri, oppure, per esempio, il mouse del computer.
Gabriele De Palma 31 ottobre 2008 Corriere della Sera

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