sabato 1 novembre 2008

Ricerca americana sull'odore

Hans MakartOgnuno ha il suo odore, inattaccabile dai profumi
L'«impronta olfattiva» non è modificabile neanche dai cibi. E può servire per diagnosticare malattie
(http://artsuppliesonline.com) A ciascuno il suo odore, unico e inconfondibile: non può essere lavato via con i saponi, mascherato con i profumi e nemmeno alterato da quello che si mangia. L’odore personale rimane come una firma inimitabile, paragonabile all’impronta digitale o a quella genetica. E c’è chi pensa di intercettarlo con qualche naso artificiale e addirittura usarlo per diagnosticare malattie. Non è fantascienza, ma semmai un ritorno alle antiche medicine, come quella cinese o tibetana, che sfruttavano l’odore emanato da una persona come elemento per valutarne lo stato di salute.
«TIPI ODOROSI» - Tutti i mammiferi, dai topi agli uomini, hanno un’impronta odorosa geneticamente determinata che serve per distinguere un individuo da un altro (gli inglesi lo chiamano odortype, forse traducibile con odor-tipo o tipo olfattivo): i geni che determinano il particolare odore di un individuo appartengono a un sistema (chiamato Hla) che ha a che fare anche con l’immunità. L’odore personale viene di solito trasmesso attraverso i fluidi corporei, come il sudore e le urine, che contengono numerose molecole volatili, chiamati Voc, molte delle quali odorose.
NONOSTANTE L’AGLIO - Una nuova ricerca conferma ora che l’impronta olfattiva di una persona non può essere alterata nemmeno da una scorpacciata di aglio. I ricercatori del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia hanno studiato, negli animali, le variazioni dell’odore corporeo in rapporto all’alimentazione per valutare se in qualche modo poteva essere mascherato dall’assunzione di particolari cibi. Hanno così addestrato alcuni topi a usare il loro olfatto per identificare altri topi che differivano fra loro in base al sistema Hla, alla dieta che seguivano o a entrambi. I risultati indicano che gli odor-tipi geneticamente determinati persistono a prescindere dalla dieta, anche quando particolari alimenti (come appunto aglio o cipolla) influenzano il profilo olfattivo immediatamente percepibile di un soggetto. Queste scie odorose personali possono essere identificate con metodi comportamentali (nel caso della ricerca, attraverso topi addestrati a riconoscerli) o anche attraverso sistemi chimici.
PROSPETTIVE FUTURE – «Queste osservazioni – ha commentato il chimico Jae Kwak, principale autore dello studio – indicano che l’odorprint, cioè l’impronta odorosa, può rappresentare un metodo affidabile per identificare gli individui e può permettere la costruzione di strumenti in grado di identificare il profilo odoroso umano». Strumenti che potrebbero essere utili per analizzare i diversi odori corporei associati a malattie come per esempio malattie cutanee, tumori polmonari e certe infezioni virali».
Adriana Bazzi 31 ottobre 2008 dal Corriere della Sera

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