martedì 2 dicembre 2008

A proposito del Mose

Van HornhostLA LETTERA
Il Mose «bloccato» per non disturbare gli uccelli selvatici
Caro direttore, solo una riflessione a caldo, di dolore e rabbia. Lo scenario che si è presentato ieri ai veneziani era quello tipico delle grandi acque alte: degrado, desolazione, impotenza e danni incalcolabili. Paura e amari ricordi. In questo momento difficile per l'economia, i commercianti, gli artigiani, gli albergatori, i cittadini tutti della mia Venezia si sono trovati i locali allagati, impregnati del cattivo odore tipico delle alte maree, l'umidità che aggrediva le pareti, la merce che galleggiava. Quello di ieri è stato il quarto evento di marea più alto negli ultimi trent'anni. Sarebbe interessante conoscere oggi, the day after, l'atteggiamento di quanti hanno ostacolato e continuano a ostacolare il completamento di un'opera, il Mose, già realizzata per il 50%, che porrà fine a questi disastri. Perché i veneziani devono continuare a vivere con le case periodicamente allagate? Non è con la manutenzione ordinaria che si risolve questo problema, ma bloccando alle bocche di porto l'onda di marea eccezionale.
Dobbiamo ringraziare il variegato fronte del No Mose se è stata aperta una procedura di infrazione nei confronti dello Stato da parte della Commissione Europea circa l'applicazione delle direttive sulla conservazione degli uccelli selvatici per i cantieri del «Sistema Mose»... Forse il rumore dei cantieri può disturbare la riproduzione dell'avifauna selvatica protetta dalla Ue, ma i veneziani da chi sono protetti? Chi deve garantire loro un buon livello di qualità della vita, il diritto a non rischiare di perdere i loro beni per l'ennesima acqua alta? C'è da dire, poi, che ai sensi dell'accordo quadro, firmato con il governo italiano l'8 novembre scorso, la Banca Europea degli Investimenti sta favorevolmente esaminando la possibilità di completare il finanziamento del Mose per accelerare la conclusione dei lavori e dotare, così, Venezia di un efficace sistema di difesa dalle maree: questa sarebbe una decisione importantissima per lo Stato italiano. La decisione finale favorevole potrà essere presa dalla Bei a dicembre, a patto che arrivi dalla Commissione Europea una comunicazione di prossima archiviazione del caso (quello degli uccelli selvatici). Non ci resta che invitare la Commissione Europea a considerare la realtà dei fatti, a guardare le foto di questo ultimo disastroso evento. Chi si può assumere la responsabilità di rallentare, in mancanza del finanziamento, il completamento del Mose per verificare ulteriormente se gli uccelli selvatici siano più o meno stressati per la presenza dei cantieri? Il governo farà la sua parte, a costo di andare personalmente a Bruxelles, tanto la strada la conosco... Ma l'amarezza, il dolore e la rabbia restano.
Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione 02 dicembre 2008 Corriere della Sera

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