lunedì 26 gennaio 2009

Adottate un pipistrello

Mabel Contessa di Airlie/De Laszlo L'animale simbolo dei vampiri è il migliore insetticida naturale RAFFAELLO MASCI FIRENZE Nel libro XI dell’Odissea, Ulisse scende agli Inferi e le anime gli si avvicinano emettendo un verso stridulo - dice Omero - come di pipistrelli. Animali sinistri, dunque, associati all’idea di morte. «Strani uccelli - dice Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179) scrivendo alle sue monache - che sono soliti volare nell’etere quando gli uomini dormono e gli spiriti vagano». Insomma, questi mammiferi che non superano i 15 grammi di peso e sono tutto ali e pelo, non godono di buona stampa, e non da ora. E quindi, francamente, il grido di dolore per la loro sopravvivenza minacciata, lanciato dal Gruppo di ricerca sui «chirotteri» (il nome scientifico dei pipistrelli) non ha toccato l’animo sensibile di chi - per dire - si è commosso per i rischi che corre il lupo o ha pianto per il panda. L’idea di adottare un pipistrello, se non addirittura una intera colonia di simili mammiferi, non ha sfiorato l’anticamera di nessun cervello. Eppure la tutela di questi piccoli draghi dell’aria è l’unica alternativa possibile tra il morire per i tormenti delle zanzare e l’avvelenarsi con insetticidi sempre più tossici, dannosi e inutili. Ciascuno pipistrello mangia duemila zanzare a notte risparmiando insetti più grandi che invece i pesticidi decimano senza criterio. E così dal 2006 il Museo di storia naturale dell’Università di Firenze «La Specola», si è fatto promotore di una campagna per salvaguardare il pipistrello e consentirne uno sviluppo conforme alla sua natura, sia nelle nostre campagne che in città. «Nel mondo esistono 1.100 specie diverse di chirotteri - dice il professor Paolo Agnelli, zoologo del Museo - di cui 35 presenti in Italia. Tuttavia negli ultimi 15 anni la popolazione di questi animali è fortemente diminuita. A causa soprattutto di tre fattori: sono venuti meno i rifugi naturali, come grotte, cavità di alberi ed edifici monumentali. Molte di queste strutture, inoltre, sono state invase dall’azione umana (esplorazione di cavità, ristrutturazione di vecchi casolari eccetera). Infine c’è stato il grande avvelenamento chimico determinato da pesticidi e insetticidi, un avvelenamento che ha raggiunto i chirotteri in maniera indiretta: ad assorbire queste sostanze tossiche sono stati, infatti, gli insetti che sono stati a loro volta mangiati dai pipistrelli. I veleni così assunti si sono poi depositati nel grasso bruno che questi animali consumano durante il letargo. In sostanza molti pipistrelli si addormentavano in autunno e non si risvegliavano più in primavera».Uno degli effetti di questa calamitosa moria è stata la crescita esponenziale delle zanzare, che ha comportato una immissione in natura di insetticidi sempre più potenti ma anche più nocivi per altre specie, tra cui l’uomo. «E’ dimostrato, per esempio - dice ancora Agnelli - il rapporto tra l’uso di certe pastiglie insetticide di quelle che si bruciano sui fornelli e l’incremento di una serie di tumori». Un dramma, insomma, a cui la tutela dei «chirotteri» potrebbe dare una mano sostanziale, ripristinando un equilibrio ecologico sovvertito dall’uomo. Dal 2006, dunque, auspice sempre il Museo di storia naturale e quindi il professor Agnelli, è partita una grande campagna «pro pipistrello» a cui hanno dato supporto molte regioni, a cominciare dalla Toscana che è capofila di questo progetto. Ma anche l’Emilia, il Trentino, le Marche. Quanto alla Liguria, lo scorso anno ha stanziato, nell’ambito di un più vasto piano di tutela della fauna, 40 mila euro solo per i pipistrelli, e il Piemonte ha attivato un centro regionale chirotteri presso il parco dei laghi di Avigliana. In tutte queste Regioni si è cercato, per prima cosa, di proteggere i luoghi naturali di rifugio come le grotte ma anche gli edifici monumentali, per molti dei quali è stato fatto un accordo con le soprintendenze. Dopo di che si è passati alla vera novità: negli anni Venti era stato realizzato un prototipo di «bat box» (letteralmente: scatola per pipistrello), una sorta di tana artificiale per favorire il reinsediamento in natura dei chirotteri. Le Coop della Toscana hanno sposato la causa e hanno prodotto in serie questo prototipo, mettendolo poi in vendita a prezzo di costo (25 euro) e in duplice versione, da parete e da albero. Quindi è partita, sempre su input del Museo di storia naturale, una campagna di sensibilizzazione presso gli enti locali, che hanno risposto in massa: il comune di Firenze (beninteso), ma anche di Fiesole, Terranova Bracciolimi, Pontassieve, Prato, san Casciano Val di Pesa, Sesto Fiorentino. E poi ancora: la riserva naturale di Ponte Buriano e Penna (Arezzo), il museo di scienze naturali dell’Alto Adige, il Parco dei castelli romani, quello del Monte San Bartolo nelle Marche e altri ancora. E così sono state piazzate duemila bat box, in cui oggi abitano altrettanti inquilini: 4 milioni di zanzare in meno al giorno. Senza insetticidi. La Stampa

Nessun commento: