mercoledì 14 gennaio 2009

Assassino

Anna di Cleves/HolbeinL'ANALISI
Battisti, la montatura della persecuzione
di OMERO CIAI
E' UNA scelta politica e non giudirica quella del ministro brasiliano Tarso Genro. Concedendo lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, il responsabile della Giustizia di Brasilia ha rovesciato sia il parere espresso dal procuratore generale della Repubblica, Antonio Fernando de Souza, che quello, votato due mesi fa, del Conare, l'organismo che esamina le richieste di asilo politico. Genro ha rovesciato anche il parere del Tribunale supremo, l'organo che esamina le richieste di estradizione, in maggioranza favorevole, a rispondere positivamente alla domanda dell'Italia. Con una curiosa dichiarazione, rilasciata l'altro ieri, il ministro aveva detto che stava "cercando di capire se gli apparati illegali di repressione che agirono in Italia alla fine degli anni Settanta e che erano legati alla Mafia e alla Cia fossero ancora intatti". In questo caso, secondo il ministro Genro, ci sarebbe stato un "rischio per la vita di Battisti". Tarso Genro si è evidentemente convinto che in Italia siano ancora attivi "apparati illegali di repressione" e su questa base ha applicato la legge che concede l'asilo a persone che "nel proprio paese possono essere perseguitate per le loro opinioni politiche". E' evidente, soprattutto per la forma in cui è stata presa, che questa decisione brasiliana provocherà una grave crisi diplomatica tra i due paesi. Fino ad ora il dibattito legale in Brasile aveva ruotato intorno al fatto che i delitti di Battisti non erano politici ma comuni. Una rapina con omicidio è soltanto una rapina con omicidio anche quando viene commessa con la giustificazione di finanziare un gruppo eversivo (o d'opposizione politica), sostenevano tutti coloro che si sono pronunciati a favore dell'estradizione. Gli avvocati di Battisti (Greenhalgh in particolare, che è anche legato al Pt del presidente Lula) sono riusciti ad eludere il terreno prettamente giuridico e organizzando ad arte l'intervista concessa da Battisti al settimanale Epoca sono ricorsi all'unico argomento che poteva salvare l'ex leader dei "proletari armati": il fatto che in Italia agissero, oggi, "strutture illegali" e la sua vita fosse a rischio. Quella che in Italia è sembrata una boutade ripresa senza risalto dai giornali, in Brasile ha fatto la differenza.
(14 gennaio 2009) Repubblica

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