sabato 10 gennaio 2009

Rachida Rachida....

IngresEx pupilla di Sarko, la Guardasigilli è sempre più sola
Femministe contro Rachida «madre drogata di potere»
Contestata per il rientro al lavoro 5 giorni dopo il parto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Povera Rachida Dati. Nulla viene perdonato alla ministra della Giustizia, come se stesse vivendo la favola del brutto anatroccolo in senso inverso: da favorita del capo Sarkozy a personaggio ingombrante, da simbolo dell' integrazione e del successo — come donna e come maghrebina — a guardasigilli contestata in ogni anfratto dell'ordinamento giudiziario e del ministero, con dimissioni a catena di funzionari e collaboratori. Adesso ha contro anche le femministe che le rimproverano di essere andata a lavorare troppo presto dopo il parto. Non dicono che il comportamento è da madre snaturata, ma insinuano che l'aver presenziato al Consiglio dei ministri soltanto cinque giorni dopo la nascita di Fatima-Zohra potrebbe mettere in discussione decenni di battaglie e diritti ottenuti sui congedi di maternità (16 settimane in Francia). A qualcuna non va giù l'immagine della ministra all' uscita della clinica, in tailleur nero e tacchi a spillo, come se avesse partecipato a un cocktail. Il parto è sofferenza, che diamine! Una gravidanza difficile, una nascita prematura, con taglio cesareo, sarebbero un'esperienza abilmente nascosta per offrire un'immagine di perfetta efficienza, da donna di potere, per conservare la poltrona di ministro e non dare a Sarkozy pretesti per sostituirla. «E' uno scandalo — dice Maya Surduts, portavoce del collettivo per i diritti delle donne francesi —; i datori di lavoro potrebbero servirsene. Non bisogna sedersi sugli allori delle conquiste proprio quando vengono messe in discussione ». Florence Montreynaud, storica del movimento, paragona la Dati, «drogata di potere», alle operaie degli anni Venti che partorivano in fabbrica per paura di perdere il posto. Un atteggiamento che può dividere le donne «fra superwomen e lavative». Marie-Pierre Martinez, segretaria dell'associazione per il Planning familiare, difende la ministra, mettendola comunque in cattiva luce: «Non ha avuto scelta, era in gioco la sua carriera, nella sfera del potere l'assenza equivaleva a una dimissione ».
A questo punto, Rachida è davvero sola. Giornali, colleghi di partito e di governo non le hanno risparmiato pettegolezzi sull'identità del padre della bambina, sminuendo così anche l'immagine di donna sessualmente libera e capace di scelte complicate. L'opinione pubblica e la magistratura la criticano, anche se ha messo in cantiere le riforme «impossibili», quelle che toccano l'ordinamento di tribunali e giudici. Molte donne — comprese colleghe di governo, oltre alla first lady Carla Bruni — hanno mal sopportato il suo arrivismo, premiato dalla predilezione che Sarkozy ha avuto per lei. Il presidente della Repubblica la lanciò per dare ai francesi (e ai francesi delle banlieues) un messaggio di apertura verso le minoranze etniche e religiose. Rachida infine si è fatta un po' male da sola, ostentando stile di vita e arroganza che le hanno alienato molte simpatie. «Imperdonabile» l'amicizia con l'ex first lady, Cécilia. Vita dura dunque per i simboli. Ma c'è da scommettere che Rachida non si arrenda. Ha studiato di notte, ha lavorato duro per mantenere undici fratelli, si è fatta largo (con ogni mezzo, dicono i maligni), sgomitando nella rigida ed elitaria società francese. Non saranno le femministe a darle il colpo di grazia. Anzi, l'attacco potrebbe rafforzarla agli occhi di Sarkozy, che nei prossimi giorni deciderà un ampio rimpasto di governo. Partoriente senza lagne, mamma senza marito, donna in carriera, bella e libera: che almeno i «machi» comincino a raccogliere firme di solidarietà!
Massimo Nava 10 gennaio 2009 Corriere della Sera

Nessun commento: