lunedì 24 marzo 2008

Gianna Manzini

Gianna Manzini (Pistoia, 24 marzo 1896Roma, 31 agosto 1974) è stata una scrittrice italiana. Nasce a Pistoia il 24 marzo 1896, da una agiata famiglia della borghesia locale, i genitori dopo alcuni anni decidono di separarsi a causa di contrasti tra le idee anarchiche del padre e il perbenismo conservatore della madre. La separazione dei genitori, lascia nell'animo sensibile della bambina un segno indelebile che viene ancora più acuito, quando dopo alcuni anni, già giovane donna, nel suo animo s'instaurano sensi di colpa e il rimorso, per non essere stata vicina al padre, quando per avere partecipato ad alcune cospirazioni al regime fascista instaurato da poco, consigliato da Mussolini in persona, di ritirarsi in volontario esilio in un piccolo paese di montagna, nell’Appennino Pistoiese Cutiliano, dopo alcuni anni di confino nel 1925, muore in seguito ad una premeditata aggressione fascista . Dopo la separazione dei genitori, con la mamma all'inizio dell'autunno del 1914 si sposta a Firenze, per completare gli studi, città di cui rimane colpita ed entusiasta, si iscrive e frequenta con grande profitto i corsi di Letteratura all' università di Firenze partecipando al vivace dibattito culturale nato tra la fine della Prima guerra mondiale e l'insorgere del Fascismo. Mentre sta preparando la tesi di laurea, sulle opere ascetiche di Pietro l'Aretino, conosce Bruno Fallaci, responsabile della terza pagina del quotidiano la Nazione è il classico colpo di fulmine, non perdono tempo e nei giorni di Natale del 1920 si sposano. Il quotidiano nella edizione serale nell'estate dello stesso anno aveva già pubblicato un racconto, il primo di una lunga serie nei quali si notano in modo sempre più evidente la qualità e le ragioni della sua prosa. Nel 1928 pubblica il suo primo romanzo Tempo innamorato accolto come una ventata di novità dalla critic , recensito da Emilio Cecchi, si merita anche l'attenzione di Andrè Gide Valery Larbaud. Incomincia a collaborare alla rivista letteraria Solaria, e in questo ambiente colto e attento alle nuove proposte conosce Arturo Loria, Alessandro Bonsanti , Prezzolini, De Robertis e il giovane Montale che ha proposito del primo libro della Manzini scrive "ha fatto già molto e molto ancora può fare per il romanzo italiano ". Nel 1930 è l'unica donna scelta da Enrico Falqui e da Elio Vittorini per l'antologia Scrittori Nuovi, ma con il successo e l'apertura verso la narrativa europea arriva la crisi coniugale, nel 1933 si separa definitvamente dal marito, lascia la tanto amata Firenze, da un taglio al suo passato e insieme ad Enrico Falqui si trasferisce a Roma. La città in un primo momento gli si dimostra ostile, la relazione amorosa tempestosa, trova con il tempo un equilibrio sentimentale e il luogo dove mettere definitivamente le radici. Nell'immediato dopoguerra proprio con Falqui fonda la rivista Prosa l'avventura editoriale durerà poco, la rivista svolgeva un ruolo di primo piano nel dibattito spinoso sulla narrativa, ospitando gli scritti di Virginia Woolf, Thomas Mann, Jean Paul Sartre e Paul Valéry. In concomitanza con il suo impegno letterario incomincia per la Manzini a Roma anche una frivola e lunga attività di cronista di moda, prima sul quotidiano Giornale d'Italia, poi su il settimanale Oggi, e più tardi sulla rivista La Fiera Letteraria tiene una rubrica fissa che firma con gli pseudonimi di Pamela e Vanessa, scrive articoli scanzonati, pensieri estrosi, distrazioni che concede ad un impegno sempre stato tirranico e assoluto. Dopo la stesura tormentata e lunga del racconto Lettera all'Editore nel 1945 che segna il punto più alto dei suo lirismo estetico, alcuni anni più tardi, nel 1953, conosce il giovane Pasolini il quale la sottrae ad una narrattiva alquanto provinciale, prepara un nuovo romanzo La Sparviera che nel 1956 si aggiudica il prestigioso Premio Viareggio. La vicenda nel romanzo si dipana, senza soffermarsi troppo in intrusioni memoriali, così compiaciute nei racconti degli anni quaranta, la storia della malattia polmonare che aveva contratto da bambina e che la perseguiterà fino alla morte. Gli spettri dell'infanzia tornano nell'ultimo romanzo Ritratto in piedi,( 1971) con il quale vince il Premio Campiello e una notorietà purtroppo tardiva, e l'ultimo volume di racconti Sulla soglia che viene pubblicato nel 1973. Muore a Roma,sola, pochi mesi dopo la scomparsa del suo convivente e grande amore Enrico Falqui il 31 agosto 1974. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Gianna_Manzini

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