martedì 25 marzo 2008

Simone Signoret ovvero Casco d'oro

Spring/ThompsonSimone Signoret , pseudonimo di Simone-Henriette-Charlotte Kaminker (25 marzo 192130 settembre 1985) è stata un'attrice francese. Maturò spiritualmente nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, divenendo anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale; quando cominciò a frequentare la Rive Gauche era una dattilografa che discuteva di Karl Marx e beveva vino rosso con poeti e pittori famelici, per i quali la miseria era una bandiera di nobiltà. Portava pantaloni di flanella, maglioni fino al collo e fumava le Caporal: era l'epoca d'oro di Saint-Germain-des-Prés, e qui un giorno conobbe Jaques Prévert. Intanto i suoi amici la introducevano nel mondo del cinema, le procuravano particine utili a migliorare il magro bilancio. Poi, nel 1947, sempre a Saint-Germain, incontrò il regista Yves Allegret e lo sposò, le particine divennero parti. Tre anni dopo Prévert le presentò un giovanotto alto, dal viso marcato, lo sguardo ironico: un italiano arrivato in Francia da bambino, la quinta elementare, scaricatore di porto, ma la Piaf gli ha scoperto una bella voce e lo ha lanciato. Questo giovanotto ha portato al trionfo Le foglie morte di Prévert. Si chiamava Ivo Livi, poi Yves Montand. S'innamorarono. Due anni dopo si sposarono e da allora il loro mondo ha sempre avuto le parole di Prévert e la musica di Kosma. Uno dei film più belli che Simone Signoret ha interpretato è Dédée d'Anvers, di Yves Allégret, del 1948, nel quale intepreta il ruolo di una prostituta sfruttata da Marco (Marcel Dalio), portiere di un bar. Altri interpreti del film sono Bernard Blier, Monsieur, il gestore del bar. Il film termina con la morte accidentale di Marco e la partenza definitiva dal bordello di Dédée, aiutata da Monsieur. Altro film, con ruolo analogo, che ha vinto l'Oscar al miglior film straniero nel 1978 è La vita davanti a sé di Moshé Mizrahi. Vale soprattutto come saggio di bravura della Signoret- dall'eccellente prestazione di Mohamed Zinet nel ruolo di Youssef e del tenerissimo Samy Ben Youb nel ruolo di Momo. Narra la storia di Madame Rose, ex prostituta ebrea, residente in un quartiere dove coabitano neri, arabi ed ebrei. Scampata al campo di concentramento, decide di allevare i figli delle colleghe. In miseria, alla fine dei suoi giorni, ha accanto a sé proprio Momo. Casco d'oro (1952, di Jacques Becker), premio BAFTA quale attrice internazionale dell'anno, Teresa Raquin (1953, di Carné), I diabolici (1955, di Clouzot), Le vergini di Salem (1957, secondo BAFTA, di Rouleau), un Premio Oscar nel 1959 con La strada dei quartieri alti, terzo BAFTA, che le fece dire "la popolarità è un dolce veleno". Non ne ha mai subito la tirannia: ed eccola ancora recitare nei teatri, e di tanto in tanto fare un film, ma soprattutto essere indipendente, una diva veramente antidiva. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Simone_Signoret

Nessun commento: