lunedì 10 novembre 2008

Buon viaggio Mama Africa

De ChiricoMusica & politica
«Mama Africa», voce anti-apartheid
Miriam Makeba ha una lunghissima carriera iniziata nel Sudafrica degli anni 50, durante il regime dell'apartheid
Miriam Makeba ha sempre saldato la sua arte con la militanza in favore dei poveri, della gente di colore, delle buone cause come del resto dimostrato dal suo ultimo impegno, un concerto contro la camorra. La Makeba ha una lunghissima carriera iniziata nel Sudafrica degli anni 50, durante il regime dell'apartheid e delle township in cui era segregata la popolazione nera.
Nata il 4 marzo 1932 a Johannesburg, aveva debuttato nel 1953 con «Lakutshona llange» cantata con i Manhattan Brothers. Poi si unisce al gruppo jazz sudafricano delle Skylarks. Il grande successo arriva con il musical «King Kong» che fa circolare il nome della Makeba anche al di fuori del Sudafrica. Nei primi anni '60 l'impegno politico diventa assoluto: nel '63 ai funzionari dell'Onu denuncia il regime dell'apartheid. La rappresaglia da parte del governo di Pretoria non si fa attendere e le viene revocata la cittadinanza. Intanto la fama come cantante continua a crescere, soprattutto grazie alle eccellenti interpretazioni di brani della cultura Xhosa e di un inno come la ritmatissima «Pata Pata». Fra i suoi amici ed estimatori, Harry Belafonte, con il quale realizzò anche un album intitolato «Miriam Makeba and Harry Belafonte». L'attivismo politico le fa conoscere (e poi sposare) Stokeley Carmichael, uno dei leader del movimento nero Black Panthers che la trasforma in una «nemica» del governo americano fino alla scelta dell'esilio in Guinea. Negli anni '70 e '80 l'interpretazione di moltissimi temi popolari l'hanno resa celebre in tutto il mondo come «Mama Africa». La biografia «Makeba: My Story» ripercorre una vita romanzesca fino al rientro in patria nel 1990, dopo la liberazione di Nelson Mandela. Fino all'ultimo ha conservato intatta l'intensità della grande interprete. Fra i suoi ultimi lavori l'album dal vivo «En public à Paris et Conakry» del 2005.
Mario Luzzatto Fegiz 10 novembre 2008 Corriere della Sera
Grazie per esserci stata.

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